Tutto come prima, tutto peggio di prima
Il sistema sanzionatorio italiano si conferma come sistema carcero centrico
*Alla fine del mese di febbraio le presenze in carcere sono: 60.348, di cui donne 2.623 e di cui stranieri 20.325, di questi 964 sono donne.
*Condannati definitivi sono 40.338; le persone in carcere non condannate definitivamente sono 19.595, di cui: in attesa del primo giudizio 9.945; non definitivi (appellanti e ricorrenti) 9.650.
*Inoltre vi sono rinchiuse 49 donne con 53 bambine/i da zero a tre anni.
*Dall’inizio di questo 2019 sono morte per carenza di cure o per causa da accertare 20 persone detenute, di cui 6 suicidate.
*In esecuzione penale esterna, ossia in misure alternative sono 55.990 (49.937 uomini e 6.053 donne)
*In totale le persone sottoposte a controllo intramurario (carcere) e controllo penale esterno (misure alternative) sono: 116.338
Va notato che al crescere delle misure alternative al carcere, che dovrebbero far calare le presenze intramurarie, da un po’ di anni si verifica che crescono entrambe.
* Gli ingressi in carcere segnalano una diminuzione: nel 2018 sono entrate in carcere circa 47.000 persone mentre nel 2017 erano state 49.000. la tendenza alla diminuzione è attiva da alcuni anni anche grazie alla forte diminuzione dei reati, difatti nel 2006 ne entrarono 81.000. Dunque l’incremento delle presenze in carcere e il conseguente sovraffollamento non è dovuto a maggiori ingressi, che invece sono in diminuzione, ma alle minori uscite. Il motivo delle minori uscite ben chiarisce come il carcere sia sempre più “classista”. Coloro che rimangono dentro sono quelli che non hanno una tutela legale ben pagata e quindi appropriata a utilizzare tutti i meccanismi delle regole per renderle meno gravose, ma anche quelli che non hanno nemmeno un domicilio da fornire al magistrato per ottenere un permesso oppure una misura alternativa.
*Che il carcere sia sempre più classista lo si evince anche dai dati del residuo pena da scontare: da 0 a 1 anno, 8.487; da 1 a 2 anni, 7.504; da 2 a 3 anni, 5.816; in totale sono 21.807 persone con meno di tre anni da scontare che non dovrebbero stare in carcere secondo le leggi italiane. Invece in questo paese dove le istituzioni ogni due giorni inneggiano alla “legalità” spesso senza senso, non applicano le leggi dello Stato italiano nei rari casi in cui queste leggi siano a favore delle classi subalterne (per completezza dei dati: da scontare da 3 a 5 anni, 6.730; da 5 a 10 anni, 5.631; da 10 a 20 anni, 2.375; oltre i 20 anni, 440; ergastolo, 1.726).
*un altro elemento lo ricaviamo dal titolo di studio delle persone detenute (DAP al 31 dic 2018): laurea 607; scuola media superiore 4.648; scuola professionale 607; scuola media inferiore 18.978; scuola elementare 6.601; privo di titolo di studio 924; analfabeta 1.019; non rilevato 26.201.
*Invece di affrontare questi problemi che sono quelli reali, il capo del Dap, Francesco Basentini a nome del governo, ha annunciato la costruzione con i nostri soldi di tre nuove carceri. Così i problemi delle persone detenute continuano a marcire insieme a quelli della società, mentre crescono i profitti delle imprese che costruiscono carceri.
Sono questi numeri che dimostrano nella realtà il fallimento del carcere. un fallimento totale e senza appello. Attrezziamoci per un percorso che liberi l’umanità da ogni carcere.
[…] Sorgente: La situazione nelle carceri italiane nel nuovo anno – Osservatorio Repressione […]