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Lanciano: chiesti 16 milioni ad una mamma attivista che si oppone all’elettrodotto di Terna

Lanciano – 02 Dicembre 2015 – Conferenza Stampa
Elettrodotto Villanova-Gissi: Terna cita 24 volte in giudizio una madre attivista

Comunicato Stampa
Elettrodotto Villanova-Gissi, 16.000.000 di euro chiesti ad una mamma attivista.
Terna cita 24 volte in giudizio una donna che difende la salute di suo figlio e il suo territorio da un’opera inutile e a rischio idrogeologico.

Difendendo la terra e il futuro dei propri figli si rischia di dover pagare decine di milioni di euro se la controparte di chiama TERNA S.p.a. La società ha infatti notificato ben 24 citazioni alla madre e attivista Silvia Ferrante, che vive con la sua famiglia proprio accanto all’opera in fase di realizzazione. In realtà sono diversi gli attivisti/proprietari raggiunti dalle citazioni di TERNA ma il caso di Silvia Ferrante rappresenta un record forse di livello nazionale.

Accade in Abruzzo, dove c’è un’opera contestatissima, realizzata nel 2015 per oltre un terzo in aree a rischio frane e inondazioni, e sostanzialmente inutile perchè incarna un’idea obsoleta di pensare la produzione e la distribuzione dell’energia. Un’opera contestatissima non solo dai cittadini ma anche da alcuni Comuni e da diversi uffici della Regione Abruzzo, come il servizio difesa del suolo e l’autorità di bacino, hanno sollevato enormi criticità. Diversi i ricorsi ancora pendenti davanti a TAR e Consiglio di Stato.

Accade in Abruzzo che una cittadina che vive il dramma di crescere con il compagno ed il figlio piccolo sotto l’ombra di un pilone ad altissima tensione che dista solo 80 metri dalla sua casa, non abbia altri strumenti per mostrare il suo dissenso se non informare/rsi e partecipare alle manifestazioni organizzate negli ultimi mesi da molti proprietari interessati dal passaggio dell’elettrodotto e da semplici cittadini che vogliono tutelare il paesaggio abruzzese e il territorio da un’opera altamente invasiva.

Manifestazioni che hanno visto la partecipazione di numerose persone, cittadini, comitati, Sindaci, giornalisti…insomma una comunità. Una comunità che non accetta passivamente quanto imposto dall’alto, da un sistema che sobillando lo spauracchio dei black out, si incarna nel braccio operativo di una s.p.a., calpestando vite, territori e possibilità future. Una società che recentemente si è vista bocciare dal Consiglio di Stato ben due elettrodotti in Nord Italia.

Accade in Abruzzo che una cittadina per aver avuto il coraggio delle proprie idee viene colpita da 24 atti di citazione, 24 processi, tutti separati e distinti, come se si stesse parlando di qualcosa che accade per 24 motivi diversi…ma nel mondo reale si tratta sempre della medesima cosa e tutti per lo stesso motivo: presenziare alle manifestazioni e a quanto accadesse sui campi nei giorni in cui molti proprietari si sono opposti alle occupazioni d’urgenza per la realizzazione dell’elettrodotto in doppia Terna a 380.000 volt.

Un opera che non ha alcuna utilità se non quella di spaccare in due l’Abruzzo, passando per 16 comuni e in mezzo a tante comunità, realizzata, nemmeno a dirlo, con fondi pubblici, tanti fondi. 24 citazioni civili e molte, se non altrettante, denunce penali. 24 Citazioni nelle quali si chiedono da 630.000 euro a 900.000 euro, ma solo per le immissioni sui terreni in cui è previsto il passaggio aereo dei cavi. Tra queste mai nessuna citazione per le manifestazioni avvenute su terreni in cui dovrebbero sorgere i piloni, mai nessuna citazione insieme a proprietari importanti. Deve valere molto la semplice esistenza di questa singola cittadina, di questa singola mamma, se Terna è pronta a spendere 1.680 euro circa, solo per l’avvio di ogni causa, vale davvero molto, anche se non possiede nemmeno una striscetta di terra su cui passerà l’opera. Vale davvero molto. Forse perché dietro quella mamma si intravede un’intera comunità che quest’opera non la vuole, forse perché la semplice presenza di quella mamma racchiude la vita di una comunità che anche se non si vedrà togliere un pezzo di terra si vedrà togliere la serenità: perchè vivere all’ombra di un’opera che genera elettromagnetismo, a cui l’OMS raccomanda di esporsi il meno possibile, che lo IARC dice capace di aumentare notevolmente la possibilità di insorgenza di leucemie infantili; anche se ti lascia la terra ti toglierà per sempre la serenità…

Sulle enormi cricità di quest’opera vi sono ben tre dettagliatissimi dossier sul sito di NOelettrodottovillanovagissi.it ai quali TERNA e i Ministeri per ora non hanno saputo o potuto rispondere. Il Ministero dell’Ambiente non solo non risponde ai rilievi tecnici di attivisti e Comuni, ma nemmeno ad una nota del Corpo Forestale di maggio che sollevava dubbi sulle tipologie di traliccio utilizzati, difformi da quelli del progetto autorizzato.

tratto da – No Elettrodotto 380 kV Villanova-Gissi

Mercoledi 2 dicembre a Lanciano si è tenuta una partecipatizzima conferenza stampa per denunciare la prepotenza di Terna e l’assurdita’ del risarcimento chiesto a Silvia . Radio Onda d’Urto ne  ha parlato con Fabiano De Bernardino attivista abruzzese e la stessa Silvia Ferrante Ascolta