Un video molto «fisico» nel quale non si vede mai il carcere né il lavoro negli istituti con le persone recluse. Il garante nazionale dei detenuti, Mauro Palma, ha chiesto al ministro spiegazioni sulle finalità e le modalità di preparazione del video
Da qualche tempo circola in rete un video promozionale dell’addestramento della Polizia penitenziaria che desta un po’ di stupore e qualche perplessità: pochi minuti per illustrare una giornata di training di uomini e donne, affidato a un ente privato, che mostra un’immagine del Corpo poco dedita al rapporto con i detenuti e molto più simile a una sezione d’intervento per operazioni speciali. Con tanto di armi da fuoco in bella mostra, allenamento fisico in stile marines, tiro al bersaglio, interventi di soccorso, salvataggio di persone in pericolo, arresti in flagranza e tanto altro.
Un video molto «fisico», nel quale non si vede mai il carcere né il lavoro negli istituti con le persone recluse che il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha voluto elogiare in occasione della presentazione del calendario della Penitenziaria: “Il ruolo di questi servitori dello Stato, troppo spesso dimenticati, non si limita alla sorveglianza, ma comprende il fare in modo che i detenuti abbiano un percorso di rieducazione che li porti a non delinquere più».
Di questo aspetto – il principale – sottolineato dal Guardasigilli non c’è però traccia nel filmato realizzato con personale del penitenziario milanese di Opera e, sembra, qualche figurante, nel quale compare il logo di questa branca di polizia che conta circa 38.000 arruolati. Non si tratta di una promozione ufficiale del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, ma è stato realizzato con personale e materiale dell’amministrazione. Il garante nazionale dei detenuti, Mauro Palma, ha chiesto al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede spiegazioni sulle finalità e le modalità di preparazione del video, preoccupato per la visione che se ne ricava della funzione degli agenti di custodia e il tipo di approccio al loro lavoro.
Giovanni Bianconi