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Le provocazioni dei lupi grigi contro i curdi in Belgio

I recenti avvenimenti di Kessel-Lo sarebbero una spia, l’ennesima, della strategia anti-curda in Europa alimentata da Ankara grazie alla manovalanza dei Lupi Grigi

di Gianni Sartori

Non sembra che i recenti avvenimenti del Limburgo, in Belgio, abbiano creato grande apprensione (non per ora almeno). Eppure episodi simili si erano registrati, anche recentemente, sia in Francia (oltre che contro curdi, nei confronti della comunità armena) che nei Paesi Bassi e in Germania.

Invece da più parti sono stati eufemisticamente e genericamente definiti “tensioni tra turchi e curdi fuori dal confine dello Stato turco”.

Alcuni commenti apparivano pervasi da una sospetta “equidistanza” avanzando dubbi sulle circostanze e sulla cronologia (in pratica: su chi avrebbe attaccato per primo).

Anzi, per buona parte della stampa fiamminga le maggiori responsabilità spetterebbero ai curdi. I quali domenica pomeriggio 24 marzo, al rientro dalle celebrazioni del Newroz a Kessel-Lo, avrebbero “osato” percorrere “Strada delle miniere” (Koolmijnlaan a Heusden-Zolder), abitata prevalentemente da immigrati turchi, ostentando simboli (bandiere si presume) con i colori curdi ( e forse anche con qualche ritratto di Öcalan). Scatenando la reazione dei turchi, in particolare dei simpatizzanti di Ülkü Ocakları (più conosciuti come “Lupi Grigi”).

Va anche riportato che – secondo altre testimonianze non ben precisate -un bar turco sarebbe stato “assaltato da persone armate di mazze” a Cheratte.

Ma appunto sulla reale dinamica – e soprattutto sulla cronologia – le fonti differiscono.

Non avrebbe dubbi (stando a quanto riportava il quotidiano Belang van Limburg) il responsabile della polizia locale, Geert Verheyen, secondo cui i curdi avrebbero “cominciato a provocare la popolazione turca con bandiere”. Per cui la situazione sarebbe presto degenerata.

Diversa l’opinione (raccolta dall’agenzia Belga) degli organizzatori della manifestazione filo-curda di lunedì 25 marzo a Bruxelles per i quali “gli scontri erano la conseguenza di un attacco premeditato dei Lupi Grigi”.

Compreso il tentativo di incendiare l’abitazione di una famiglia curda, ricordo.

Rimanendo in attesa dei risultati dell’inchiesta, va comunque sottolineato che non si tratta del primo episodio del genere. E soprattutto non si dovrebbe trascurare il fatto che l’atteggiamento di gran parte degli immigrati turchi, sia in Belgio che in Germania e Francia, nei confronti della diaspora curda è quanto meno arrogante e aggressivo. Il riflesso di quanto avviene regolarmente in Turchia verso la “minoranza” curda (oltre il 20%).

Come classificare i Lupi grigi? Sicuramente come un movimento di estrema destra, fascista e razzista. Con una spinta vocazione all’uso della violenza e al militarismo. Sostenitori della totale omogeneità della popolazione entro i confini attuali dello stato turco (“Un Paese, un popolo”), ipernazionalisti e sempre più risucchiati dall’integralismo identitario sunnita (salafiti, Fratelli musulmani…).

Senza dimenticare che nacquero (negli anni sessanta) come componente giovanile di MHP (Milliyetçi Hareket Partisi, Partito del Movimento Nazionalista), panturanico e particolarmente ostile nei confronti di Curdi, Armeni e delle organizzazioni di sinistra.

Attualmente alleato governativo del partito di Erdogan (AKP).

Recentemente, nel 2020, la Francia ha preso la decisione di illegalizzarli in quanto incitavano “all’odio e alla discriminazione e coinvolti in azioni violente”.

Anche se non tutti i turchi immigrati in Belgio simpatizzano, non apertamente almeno, per i Lupi Grigi, in base a recenti sondaggi circa il 70% si dichiara a favore di Erdogan e contro i curdi.

A tre giorni di distanza dagli avvenimenti di Heusden-Zolder, ha fatto sentire la sua voce anche il Ministero degli esteri turco accusando i curdi di essere la causa degli incidenti e attribuendone la responsabilità al PKK.

Nonostante esistano numerosi video (anche quelli messi in rete dai Lupi Grigi) in cui gli aggressori si esprimono in turco.

È probabile che il numero dei turchi immigrati legati in qualche modo all’organizzazione Ülkü Ocakları, sia piuttosto consistente. Inoltre, secondo fonti curde, molti si sarebbero infiltrati nei partiti europei, soprattutto (purtroppo!) in quelli di sinistra (anche nei Verdi).

Chiamando i curdi alla vigilanza, in un comunicato l’organizzazione dei curdi in Europa KCDK-E denunciava che la Turchia starebbe “creando situazioni di provocazione in Europa grazie ai Lupi Grigi”. Provocazioni che negli ultimi tempi si sono andate intensificando. Soprattutto dopo l’evidente successo della campagna mondiale per la liberazione di Öcalan con l’immensa manifestazione di Colonia del 17 febbraio e le numerose celebrazioni del Newroz in molti Stati europei (a cui hanno partecipato centinaia di migliaia di persone, milioni in Kurdistan).

Eventi che hanno evidentemente turbato Ankara. Ora, attraverso questa “strategia della tensione a bassa intensità”, si tenterebbe di far criminalizzare la lotta dei curdi per l’autodeterminazione e la libertà.

Ai curdi il compito di rimanere responsabili e di non cadere nelle provocazioni.

 

 

 

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