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Le pseudo “rivelazioni” pro-CIA di Repubblica su Mattei e altro

Nell’articolo di P. Mastrolilli  La Repubblica 17 dicembre “La Cia riscrive il caso Mattei: ‘Era fascista: pagò la Dc per fingersi partigiano’” si pretende rendere note alcune “rivelazioni” che di fatto sono sfacciatamente a beneficio della CIA e dell’atlantismo e contro quella che fu l’ambizione italiana di autonomia rispetto all’assoggettamento agli USA.

di Salvatore Palidda

Che Mattei fosse “fascista” sino all’8 settembre (armistizio di Cassibile dopo lo sbarco anglosassone in Sicilia) è ovvio e lo stesso dicasi per numerosi burocrati dello Stato, politici e personalità. Nella sua conversione a resistente fu però appoggiato anche da leader della sinistra fra cui Longo (https://it.wikipedia.org/wiki/Enrico_Mattei).

Nella pagina https://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_de_Lorenzo -anche lui fatto passare come “partigiano” dopo l’8 settembre- nel paragrafo su Mattei si scrive:

(De Lorenzo) aveva anche ottimi rapporti con i partiti e con Enrico Mattei. De Lorenzo aveva iniziato una gigantesca opera di schedatura degli esponenti più in vista di tutte le istituzioni e di tutti i gruppi sociali. Dai circa duemila fascicoli stilati poco dopo la sua nomina, si passò ai circa 17 000 del 1960, finché nel 1962 il numero dei fascicoli ammontava a 117 000[1], stimati in 157 000 dalla commissione Beolchini. Tali schedature erano forzosamente enfatizzate su difetti e chiacchiericci/pettegolezzi -tipicamente raccolti da dirigenti delle polizie- e quindi per finalità ricattatorie. Prima fatto generale di divisione, ma sempre a capo del servizio- nel 1961 fu promosso Generale di corpo d’armata.

Secondo il giornalista Renzo Trionfera, Mattei, era favorevole ad un secondo mandato di Gronchi -Presidente uscente- (con cui aveva intessuto amicizia quando era ministro dell’industria e lottava per non chiudere l’Agip), gli avrebbe offerto un miliardo di lire per corrompere alcuni elettori al fine di rieleggerlo. De Lorenzo, sempre secondo questa tesi, sarebbe stato colui che si sarebbe materialmente occupato della distribuzione delle bustarelle. Ma, Gronchi, sponsor storico dell’ascesa di Mattei, competeva per con Segni e con Fanfani, allora Presidente del Consiglio. Il 28 marzo 1962 il SIFAR di De Lorenzo annotava che Saragat -notoriamente affiliato agli USA- aveva promesso all’Internazionale Socialista che Mattei sarebbe stato ridimensionato, anzi defenestrato, e che la non rielezione di Gronchi sarebbe stata voluta da lui anche contro Amintore Fanfani, «non proprio sfavorevole» a un ricambio al vertice dell’Eni (Fanfani aveva ripetutamente sfoggiato notevoli virtuosismi dialettici per spiegare agli americani il cosiddetto «neoatlantismo» matteiano). Un deputato vicino a Segni, V. Russo, fece pressione su Mattei affinché questi non favorisse la rielezione di Gronchi: Mattei sparì da Roma per alcuni giorni. Giovanni Gronchi non fu rieletto, ma si è supposto che abbia continuato ad avere rapporti privilegiati con De Lorenzo, visto che il 22 luglio dello stesso anno inviò il suo segretario Emo Sparisci ad avvisare Mattei che l’OAS (la destra colonialista e fascista francese) aveva ricevuto incarico di «convincerlo» a desistere dalla lotta contro le 7 sorelle, informazione che solo dal SIFAR poteva provenire.

Dopo De Lorenzo assunse in proprio una sorta di delega alla sicurezza nazionale, scavalcando il Governo, in genere poco interessato, e manlevando il Quirinale (altro polo istituzionale costituzionalmente interessato) dall’occuparsi dei dettagli. Come l’Eni di Mattei in campo economico, così il SIFAR di De Lorenzo in campo militare e strategico erano una sorta di “stato nello stato” approfittando della scarsa attenzione dei politici per la gestione di questioni cruciali.

E’ alquanto plausibile dire che Mattei abbia creato “uno stato nello stato” visto anche che l’Italia era un paese senza sovranità nazionale data sia la sua condizione di paese sconfitto nella 2a g.m., sia la sua collocazione nel campo dominato dagli USA in virtù degli accordi di Yalta e data la sua posizione geopolitica nel Mediterraneo, destinata a essere dominio della potenza mondiale impostasi in tale area con la guerra.

Ma ovviamente in queste “rivelazioni” non si dice nulla sulla mano della CIA nell’eliminazione di Mattei che conviene non solo alle 7 sorelle (le multinazionali USA del petrolio) ma anche alla Francia poiché Mattei ha finanziato l’FLN algerino e con la sua politica pro-araba è un concorrente temibile delle firme francesi ma anche inglesi del petrolio. Mattei incarnava l’ambizione italiana di autonomizzazione rispetto alla sudditanza agli USA, ambizione condivisa da una parte della DC e degli altri partiti compresi PSI e PCI. E’ questa il motivo della sua eliminazione. Tuttavia in Italia continueranno a persistere almeno 4 tendenze: quella atlantista assolutamente asservita agli USA, quella pro-araba per l’autonomizzazione italiana, una più modesta ostpolitik (che imita quella tedesca e punta sugli accordi con l’URSS come con la Fiat a Togliattigrad) e quella europeista. La DC (partito-Stato che ufficialmente proclama la sua totale sottomissione agli USA) gioca come partito ecumenico che vuole conciliare tutte queste 4 tendenze, e viene accusata dagli USA come ambiguità intollerabile (vedi La Palombara).

Secondo l’articolo di Repubblica Mattei avrebbe acquistato per 5 milioni il titolo di generale del CLN. «La grande maggioranza delle compagnie petrolifere italiane, che fino al IV World Petroleum Congress si opponevano all’Eni, ora presentano un fronte unito con Enrico Mattei, nella sua opposizione allo sfruttamento dei depositi italiani da parte degli interessi americani». … Le aziende Usa «sono determinate ad assorbire tutta la produzione italiana…».  «L’attitudine dei circoli del settore petrolifero italiano, informati di queste presunte manovre degli Usa, è ostile. Sanno che gli americani hanno sostenuto finanziariamente la destra nelle recenti elezioni siciliane, e temono che attraverso l’ampio uso del dollaro riescano a demolire tutte le resistenze italiane». Con 12 pagine intitolate “The Outlook for Italy” la bocciatura è netta: «L’Ente nazionale italiano degli idrocarburi, guidato da Enrico Mattei, è diventato uno Stato nello Stato». «Il monopolio che esercita nel settore petrolifero probabilmente continuerà a provocare frizioni fra Italia e Stati Uniti», a causa degli investimenti nel mondo arabo e i crescenti scambi con l’Unione Sovietica. Il 27 ottobre 1962, la torre di controllo dell’aeroporto di Linate perde i contatti con il piccolo bireattore “Morane Saulnier” di proprietà dell’Eni. L’aereo era decollato da Catania alle 16.57, dopo una breve visita del capo dell’Eni destinata ad essere seguita da un viaggio in Algeria, durante il quale era in programma la firma di un accordo per la produzione di greggio che sfidava gli interessi delle maggiori compagnie petrolifere occidentali. A bordo ci sono Mattei, il giornalista inglese William McHale e il pilota Imerio BertuzziAlle 18.57 il “Morane Saulnier” non risponde più via radio. I resti vengono trovati in un campo della località di Bascapè, provincia di Pavia.

Quest’uscita di Repubblica non è casuale visto che GEDI (Agnelli family) è diventata “americana” e visto che in Italia l’ambizione di autonomia rispetto agli USA è in netto declino … il che non esclude i mastrussi di italiani e altri di ex-sinistra e di destra con gli emirati e l’Arabia saudita (ma questo non c’entra più nulla con l’spirazione all’autonomia italiana, si tratta solo di magliari del mondo lobbista liberista). Di fatto l’Italia è oggi più che mai un paese assoggettato agli USA: basti guardare l’uso incontrollato (da parte dello Stato italiano) del territorio per le basi militari così come per operazioni finanziarie e industriali (Leonardo -la multinazionale italiana degli armamenti produce soprattutto con joint ventures con quelle statunitensi). Più che mai l’Italia è alla mercé della CIA e della lobby militare-finanziaria e delle nuove tecnologie USA.

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