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Le stravaganti accuse della Procura di Bari

Ci vuole tanta fantasia, e nella Procura di Bari non manca. Molti ricorderanno il caso giudiziario nato dopo il sequestro dello spazio sociale Villa Roth, luogo in cui si produceva cultura, musica e socialità, criminalizzato e sequestrato perché, secondo la Procura, si utilizzavano il ricavato dell’autofinanziamento per imprecisi fini personali, un’occupazione a scopo di lucro, nonché famigerati tentativi di espandere i propri “possedimenti” oltre la Villa per aumentare le proprie terre di profitto. Migliaia di euro spesi in intercettazioni per telefonate nelle quali si parlava di quante birre comprare e quali gruppi musicali invitare: tutto condito da 6 compagni denunciati. Successivamente arrivarono ad altri 4 ragazzi (tra l’altro nemmeno tutti legati da rapporti di “collettivo”) delle perquisizioni con l’accusa di detenzione o fabbricazione di armi ed esplosivi.

Ecco, ora si sono superati. In questi giorni (oltre l’arresto di Fabio, Rino e Vincenzo colpevoli d’essere antifascisti) è arrivata la notifica di fine indagine per uno di questi 4, messo al centro di tutta l’inchiesta dopo le perquisizioni ed indagato da solo con l’accusa di nientepopodimeno che aver piazzato/abbandonato/dimenticato un ordigno all’aeroporto di Bari-Palese!

Un nuovo membro dell’Isis? Un’alleanza nuova tra i cattivoni dei centri sociali ed il fanatismo islamico? Confusione tra chi della storia non ricorda molto e confonde chi metteva le bombe nelle stazioni e piazze, ovvero i gruppi neofascisti, e chi invece da sempre si spende e sacrifica nelle lotte sociali con i disoccupati, studenti, famiglie sfrattate, ecc…? Fatto sta che nell’enorme fascicolo contenente l’indagine (quasi 1.000 pagine e migliaia di euro spesi in intercettazioni) ci sono “soltanto” sue foto di partecipazione ai cortei dal 2011 ad oggi, intercettazioni telefoniche ed sms con amici e madre, fotografie postate su facebook, conversazioni con ragazze (!) e qualsiasi aspetto della vita quotidiana gettato nel faldone senza alcun rispetto della stessa e senza alcuna prova dell’accusa (quindi zero impronte o foto compromettenti o intercettazioni in cui si parla  di piani eversivi), ma un filmato delle telecamere dell’aeroporto in cui si vedrebbe lui, oltre ad altre 53 persone riprese, che, forse, getta qualcosa in un cestino dei rifiuti e poi si appresta a prendere il volo perché lo stesso vive e lavora a Torino da quasi 2 anni!!! E chi sono queste altre 53 persone che, come lui, avrebbero gettato qualcosa nel cestino? Non si sa e Digos e Magistratura non hanno nemmeno provato a scoprirlo con una minima indagine! Si legge nel fascicolo che, sebbene non si sia riusciti ad identificarle e/o forse non hanno precedenti, queste altre 53 le si esclude a priori dal caso. Si legge, invece, che, siccome l’indagato svolge una vita senza un lavoro fisso (testuale), vive in una condizione precaria e partecipa attivamente a manifestazioni contro la Tav, piuttosto che difende famiglie da sfratti (tutto documentato dalle intercettazioni, come se l’avessimo mai nascosto il nostro impegno politico), allora è sicuramente lui l’attentatore, il bombarolo, il sovversivo che gira con bombe in tasca manco fossero caramelle e quindi costituisce un pericolo per la comunità (tra l’altro ad essere chiamato “ordigno” sarebbe un oggetto delle dimensioni di 3x4cm, un “magnum” di capodanno?). Praticamente ad essere criminalizzata è la vita stessa di chi non ha scelto di vivere un’esistenza di precarietà ed arrendevolezza a questo sistema corrotto ma ha scelto di lottare contro lo stesso, combattere gli sperperi di denaro pubblico in opere come la Tav o l’Expo, denunciare pubblicamente con forza la corruzione della classe politica e resistere ai tentativi di ulteriore impoverimento come il gettare in strada famiglie senza lavoro che perdono la casa .

Non è un semplice attacco ad un singolo, ma un attacco politico, una Procura reazionaria che, con queste accuse, finisce con l’impedire che ci siano soggetti che mettano i bastoni tra le ruote a questo sistema nel quale viviamo. Per loro chi lotta contro la Tav o piuttosto chi difende una famiglia da uno sfratto è un criminale e non solo va colpito giuridicamente ma criminalizzato di fronte all’opinione pubblica: tutto ciò è una chiara scelta di difendere: imprenditori che speculano sulle grandi opere, politici corrotti disposti a tutto per tenere le poltrone e girare in auto blu, leggi e nuove tasse che strangolano sempre più la povera gente. Queste è il lavoro di certe Procure. Ma come mai hanno questo enorme potere di colpire, con processi indiziari, persone scelte a monte? Chi tenta di colpire chi lotta difende la corruzione e il sistema circostante. Devono saperlo. Noi lo sappiamo, per niente intimiditi, ancora più determinati e consapevoli di chi sono i nostri nemici continueremo a difenderci nelle strade così come nelle aule di Tribunale tranquilli di star dal lato giusto della barricata. La nostra lotta continua nonostante le deliranti accuse.

da InfoAut