Arrivarono a Lecce da tutta la provincia e anche dal resto del Salento, a centinaia, il 6 settembre dell’anno scorso, per contestare la Festa Nazionale di Casapound. Ne seguirono manifestazioni e presidi durante tutta la tre giorni organizzata dai “fascisti del terzo millennio” – in tutto e per tutto uguali a quelli del secondo – con il risultato che i ragazzotti di Iannone dovettero rinunciare al centro della città per auto esiliarsi, insieme al loro ospite d’onore Mario Borghezio e all’ex sindaco Adriana Poli Bortone, in un agriturismo di Surbo, comune nell’hinterland leccese, lontani dai riflettori.
Il 6 settembre almeno 400 persone manifestarono nel centro di Lecce contro la convention fascio-leghista e le tolleranze e complicità istituzionali nei confronti di Casapound, dietro uno striscione che recitava “E’ troppo tardi per stare calmi! Lecce antifascista”, replicando il corteo già realizzato in occasione del 69° anniversario della Liberazione sempre nel capoluogo salentino, il 25 aprile.
Ma ora contro gli antifascisti che giustamente protestarono contro l’organizzazione squadrista si abbatte una vera e propria ondata di denunce, ben 38 a carico di altrettanti attivisti e attiviste. C’era stata qualche lieve scaramuccia, qualche petardo e qualche fumogeno – vista anche la esagerata presenza di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza – ma nessuno scontro degno di nota. Eppure la mobilitazione antifascista ha spinto Digos e Procura di Lecce ad indagare fino a spiccare varie denunce per manifestazione non autorizzata, travisamento, detenzione di oggetti atti ad offendere, minaccia a pubblico ufficiale. Non contenta, la Digos ha informato di essere alla ricerca di altri manifestanti che potrebbero subire la stessa sorte dei 38 già denunciati.
Luca Fiore da Contropiano