Lecce: Sgombero coatto del centro antiviolenza di Lecce “Renata Fonte”.
Il centro era nato nel 2004 in un territorio fortemente patriarcale ed era ospitato nei locali dell’ex conservatorio Sant’Anna. Uno stabile di proprietà del comune che lo scorso 4 ottobre ha deciso per lo sgombero coatto di una delle due stanze date in concessione.
“Una violenza ingiustificata e arbitraria” denuncia la presendente Maria Luisa Toto che aggiunge ” ci accusano di essere abusive, ma la nostra concessione parla chiaro due stanze più servizi, avevamo chiesto una terza stanza ma non abbiamo mai avuto risposta”.
Il centro di Lecce è solo l’ultimo di una lista di strutture che sono state chiuse negli ultimi mesi: a Roma quest’estate a lanciare l’allarme era stato il centro comunale anti violenza Donatella Colasanti e Rosaria Lopez; nato nel 1997, da qui sono passate 9 mila donne, ma ora è sotto sfratto. Il 26 giugno scorso a chiudere è stato, sempre nella capitale, il centro Sos donna h24. Sempre a giugno a Napoli ha chiuso, per mancanza di fondi Casa Fiorinda, unico rifugio per donne maltrattate nel capoluogo campano. Tre giorni prima a chiudere i battenti è stato il centro anti violenza Le Onde di Palermo che ora gestisce solo uno sportello telefonico.
In tutti i casi mancano i fondi e troppo spesso la sopravvivenza dei centri è legata al contributo delle volontarie, con le sovvenzioni che arrivano da progetti sporadici e legati alla sensibilità dei singoli enti locali. (Ne avevamo parlato qui)
Per denunciare anche questa situazione, le donne del centro antiviolenza di Lecce rilanciano l’appuntamento a Roma il prossimo 26 novembre per la manifestazione Non una di meno. “Porteremo il caso di Lecce in piazza come emblema della vioenza che stiamo subendo e che tutte le donne della città stanno subendo da parte del sindaco Paolo Perrone” ha raccontato la presendente Maria Teresa Toto e noi l’abbiamo raggiunta ai nostri microfoni. Ascolta o scarica