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Legittima difesa: la politica vuole liberalizzare l’omicidio?

Il dibattito a cui si assiste in questi giorni relativamente ad una ulteriore modifica del regime della legittima difesa è surreale e pericoloso”. A dichiararlo è Patrizio Gonnella, presidente di Antigone.

La fattispecie in questione era sufficientemente definita nel codice Rocco, di era fasciata, che per quanto riguarda Antigone andrebbe modificato in senso meno repressivo e più garantista come tante commissioni ministeriali (Grosso, Nordio, Pisapia) hanno invano provato a fare. La legittima difesa ha quale presupposto il principio sacrosanto di proporzionalità tra azione e reazione. La destra al governo, Lega compresa, modificò l’articolo 52 del codice penale nel 2006 poco prima delle elezioni che perderà (a dimostrazione che questi temi non necessariamente portano facili consensi). Venne così allargata la possibilità di reazione legittima ai casi di pericolo di aggressione.

“A fronte di quella modifica non si vede che altro possa fare il legislatore – sottolinea Gonnella – se non liberalizzare l’omicidio”.

“Legittimare la difesa fai da te è un attacco diretto alle forze dell’ordine che, evidentemente, non sono ritenute in grado di svolgere il proprio dovere. Oltretutto avere gente più armata non serve a rendere più sicure le città ma, al contrario, rende più insicuri tutti” dice ancora il presidente di Antigone.

“Soffiare sul fuoco della legittima difesa è infatti un invito, neanche troppo velato, ad armarsi, situazione che può ben presto sfuggire al controllo anche di chi oggi promuove queste politiche”.

“È paradossale – sottolinea Gonnella – che mentre negli Stati Uniti si discuta di come porre un freno alla diffusione di armi in mano alle famiglie, in Italia si incentivi questa politica, oltretutto a fronte di un costante calo nei reati”.

Il tasso di omicidi in Italia è infatti sempre più basso come dimostrano i dati del Ministero dell’Interno. Nel 2015 furono 469 (di cui 49 di tipo mafioso, anche questi in costante calo) con un tasso dell 0,8% ogni 100.000 abitanti. L’anno con più omicidi nell’ultimo decennio fu il 2013. Erano stati 870, ma 366 vittime del naufragio di Lampedusa del 3 ottobre. Un calo costante che riguarda anche gli altri reati, compresi furti e rapine per i quali, la sovraesposizione mediatica garantita in questo periodo, favoriscono la percezione di insicurezza.

Negli Stati Uniti il tasso di omicidi è del 4,9% ogni 100.000 abitanti.

“Riteniamo – prosegue il presidente di Antigone – che il legislatore debba confrontarsi con i dati e non con gli stati d’animo popolari e perciò dovrebbe respingere ogni ipotesi di riforma in senso permissivo dell’attuale normativa sulla legittima difesa. Rivolgiamo un appello al mondo dell’accademia, dell’avvocatura e della magistatura affinché intervengano restituendo lucidità e razionalità al dibattito. Non si può affidare le sorti del diritto penale alla emotività di un fatto di cronaca”.

“Per quanto ci riguarda, invece, continueremo a sottolineare come il sistema oggi sia fin troppo repressivo. Infatti – conclude Gonnella – quello di cui ci dovremo preoccupare è la nuova ondata di sovraffollamento, con i detenuti in costante crescita da oltre un’anno a questa parte, che a marzo hanno superato le 56.000 unità per una capienza regolamentare di 50.211 posti che, tuttavia, secondo i dati del Garante Nazionale Mauro Palma sarebbero – a fronte di reparti chiusi o inagibili – meno di 46.000”.