L’escalation militarista nell’UE prevede un +123% alle spese militari in 5 anni
- giugno 04, 2022
- in misure repressive
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L’Unione Europea sta aumentando il budget per le voci di sicurezza e difesa per il periodo fino al 2027, stanziando 43,9 miliardi, ovvero il 123% in più rispetto alla fase precedente.
La guerra in Ucraina sta servendo da alibi all’Unione Europea (UE) per aumentare in modo osceno e senza precedenti le spese militari, sia nei bilanci individuali di ogni Stato membro che nel bilancio comune assegnato al Fondo europeo per la difesa.
Il quadro finanziario pluriennale (QFP) dell’UE stanzierà 43,9 miliardi di euro per la difesa e il controllo delle frontiere nella prossima fase, fino al 2027. Ciò rappresenta un aumento totale del 123% rispetto ai 19,7 miliardi di euro della fase precedente. Lo testimonia il rapporto “A che prezzo? Il finanziamento delle politiche di sicurezza, difesa e frontiere dell’UE”, prodotto da Statewatch e dal Transnational Institute.
L’obiettivo di questi fondi è quello di perseguire una politica di riarmo imperialista europeo più unita e coordinata, sulla falsariga di quella perseguita durante la pandemia e della politica sui vaccini.
Ciò si traduce in un aumento di voci come gli investimenti in aziende di sviluppo di materiale bellico ad alta tecnologia, che ammonta a ben il 1256% rispetto al quinquennio passato. Allo stesso modo, i fondi destinati al controllo delle frontiere e all’esternalizzazione: agenzie europee come Frontex (Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera) ed Europol (Agenzia dell’Unione europea per la cooperazione di polizia) beneficeranno di un aumento di bilancio del 129%. Allo stesso modo, i paesi terzi riceveranno maggiori finanziamenti per il controllo delle frontiere e dell’immigrazione.
Frontex riceverà 800 milioni di euro, contro i 6 milioni del 2008. Diventa l’agenzia dell’UE con il budget e il personale più elevati, mentre il suo direttore esecutivo si è recentemente dimesso per le accuse di violazione dei diritti umani.
L’escalation militarista della NATO e dell’UE, con la sua interferenza imperialista in Ucraina, è accompagnata da queste politiche di riarmo con aumenti miliardari del bilancio militare. Il Fondo europeo per la pace, contrariamente al suo nome, sta già spendendo 2 miliardi di euro per le attrezzature militari inviate in Ucraina.
Questo riarmo fa parte della politica europea della “fortezza Europa”, che consiste nell’affrontare le crisi migratorie e dei rifugiati militarizzando ed esternalizzando i confini, con leggi sull’immigrazione dure e repressive, campi profughi e respingimenti di massa.