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Contro l’estadizione di Anan Yaeesh, presidio a L’Aquila e a Terni

Presidio a L’Aquila martedi 12 marzo dalle ore 11 contro la richiesta di estradizione da parte del governo israeliano di Anan Yaeesh, cittadino palestinese residente in Italia

“Grazie per tutto quello che state facendo per me e per la Palestina, voi siete la nostra voce e siete parte della nostra lotta. Nonostante noi siamo sotto attacco siamo liberi, come voi che lottate per la libertà” (AnanYaeesh dal Carcere di Terni, 23/02/2024)

ANAN

Da oltre un mese Anan Yaeesh, cittadino palestinese residente a L’Aquila , è recluso nel carcere di Terni senza accuse né processo. Su di lui pesa una richiesta di estradizione da parte di Israele, accolta dal ministro della giustizia Nordio e tradotta dalla Corte di Appello di L’Aquila nella misura cautelare più restrittiva: la detenzione carceraria.

L’avvocato di Anan nei giorni scorsi ha presentato ricorso di scarcerazione alla Corte d’Appello dell’Aquila, che si riunirà di nuovo il 12 marzo per discutere la revoca della misura cautelare. Per quella data abbiamo quindi deciso di organizzare un sit-in davanti al Tribunale in Via XX Settembre dalle ore 11.

Anan è nato e cresciuto a Tulkarem, nella Cisgiordania occupata, dove ha scontato oltre 4 anni nelle carceri dell’occupazione e subìto un agguato da parte delle forze speciali sioniste per la sua attività politica nel contesto della Seconda Intifada. Israele lo accusa di terrorismo, ma la sua vera colpa è di essersi opposto ai soprusi dell’esercito occupante.

in difesa del campo profughi dove risiedeva.

Anan è un perseguitato politico e da 5 anni gode infatti della protezione speciale in Italia, perché in Israele i diritti umani per i palestinesi non esistono. I sionisti li definiscono bestie da sterminare, “animali umani”, come ha detto Yoav Gallant, Ministro della Difesa israeliano, e nei loro confronti si applica la giurisdizione militare, così come sono militari le carceri dove vengono reclusi anche gli ebrei e le ebree che, per obiezione di coscienza, si rifiutano di sparare sui palestinesi.

Numerose sono infatti le condanne internazionali riguardo le frequenti violazioni dello stato di diritto e dei diritti umani a danno dei cittadini palestinesi.

Come cittadini aquilani e abruzzesi invitiamo tutte e tutti a mobilitarsi, consci che una sua eventuale estradizione in Israele lo esporrebbe a serio rischio di tortura, sparizione, assenza totale di diritti, processi farsa. Soprattutto in questo preciso momento storico, in cui lo Stato di Israele si trova davanti alla Corte Internazionale di Giustizia perché accusato di genocidio, con oltre 30.000 morti, di cui la maggior parte civili e a seguito dei rapporti presentati dalle organizzazioni internazionali sulle inumane condizioni di detenzione e tortura nelle carceri israeliane.

La stessa Corte Internazionale di Giustizia e l’ONU hanno definito Israele “Stato occupante”, che oltre a scacciare con la forza e la violenza i palestinesi dai loro territori, pratica un sistema di apartheid verso i cittadini arabi che ricorda il terribile Stato del Sudafrica dei decenni passati.

Saremo quindi presenti martedì 12 marzo, dalle ore 11, davanti al Tribunale di L’Aquila in Via XX Settembre, confidando in una totale revisione della sentenza di carcerazione preventiva, per la libertà di questo nostro fratello che vuole vivere e lavorare nella nostra città. Rivendichiamo il diritto alla vita per il popolo palestinese e i suoi esuli.

Promuove il Coordinamento aquilano per la Palestina

Aderiscono: Unione Democratica arabo-palestinese, Giovani Palestinesi d’Italia, Yousef Salman (Presidente comunità palestinese Roma e Lazio), Raniero La Valle (Pace-Terra-Dignità), Usb Abruzzo/Molise, Cobas Abruzzo, CGIL Abruzzo/Molise, Sinistra Italiana, Potere al Popolo Abruzzo, Partito della rifondazione comunista, L’Aquila Coraggiosa, Anpi, Anppia, Circolo Arci Querencia L’Aquila, Associazione donne TerreMutate, solidali abruzzesi con Anan Yaeesh.

Presidio Anan

ANAN YAEESH LIBERO! NO ALL’ESTRADIZIONE IN ISRAELE

DOMENICA 10 MARZO DALLE 14 ALLE 17 PRESIDIO DAVANTI AL CARCERE DI TERNI

            Il 29 gennaio 2024 le autorità italiane a seguito di una richiesta di estradizione avanzata dalle autorità israeliane hanno arrestato Anan Yaeesh, attualmente detenuto nel carcere di Terni.

Anan Yaeesh, 37 anni, è un palestinese originario della città di Tulkarem, in Cisgiordania, nel corso degli anni ha condotto la propria attività politica all’interno del contesto della Seconda Intifada; ha scontato oltre 4 anni nelle carceri dell’occupazione e subìto un agguato delle forze speciali israeliane nel 2006, durante il quale ha riportato gravi ferite per i colpi a lui inferti.

Anan lascia la Palestina nel 2013, diretto verso l’Europa. Si reca inizialmente in Norvegia dove viene sottoposto a degli interventi chirurgici per rimuovere i proiettili rimasti nel suo corpo per anni.

Nel 2017 raggiunge l’Italia, dove si stabilisce e dove nel 2019 ottiene un regolare titolo di soggiorno e la protezione speciale dell’Italia per i suoi trascorsi politici in Palestina. Nel 2023 si reca in Giordania, dove viene rapito dai servizi di sicurezza giordani allo scopo, con ogni probabilità, di consegnarlo ad Israele.

Dopo oltre sei mesi di detenzione, a seguito della diffusione della notizia del suo arresto e il pericolo che venisse consegnato alle autorità israeliane, i servizi di sicurezza giordani si trovano nella condizione di doverlo rilasciare al fine di evitare malcontento e reazioni da parte dell’opinione pubblica.

Nel novembre del 2023 torna in Italia, a L’Aquila, dove risiede, e viene arrestato il 29 gennaio a seguito di un mandato di cattura italo-israeliano; l’arresto ha luogo a seguito del consenso da parte del governo italiano all’estradizione – è infatti sulla base delle indicazioni del Ministro della Giustizia Italiano che viene portata avanti la richiesta di misura cautelare.

La decisione di procedere con l’estradizione è di enorme gravità, e alla gravità del fatto che sia presa in considerazione l’estradizione di un cittadino palestinese alle autorità israeliane (sulla base di ipotetiche azioni di resistenza, svoltesi nei territori occupati, tutelate quindi dal diritto internazionale), si aggiungono anche una serie di considerazioni dettate dall’attuale situazione politica.

In primis l’Italia consegnerebbe un palestinese alle autorità israeliane, le quali lo processerebbero in un tribunale militare. Inoltre molteplici sono stati i rapporti di organizzazioni e associazioni internazionali per i diritti umani -tra cui il consiglio ONU per i diritti umani- che riportano e denunciano le inumane condizioni di detenzione e tortura nelle carceri israeliane.

In caso di estradizione, il destino di Anan sarà quello di essere condotto davanti ad una corte militare e sottoposto a trattamenti disumani, condizioni detentive impensabili, che hanno già causato negli ultimi quattro mesi la morte di nove prigionieri politici palestinesi, uccisi nelle carceri israeliane dalla tortura e dalla negligenza sanitaria.

Inoltre, con ogni probabilità, gli elementi su cui sono state formalizzate accuse ad Anan Yaeesh sono il frutto di oramai noti metodi d’investigazione e interrogatori considerati illegali in Italia e compatibili con la definizione di tortura.

Riteniamo che questo episodio rischi inoltre di rappresentare un pericoloso precedente volto a sdoganare l’estradizione e la consegna di palestinesi in Italia e in Europa dietro richiesta di Israele che, ricordiamo, porta avanti la pulizia etnica e il massacro del popolo palestinese, la colonizzazione e l’occupazione militare dei territori palestinesi.

Per la liberazione immediata di Anan Yaeesh, per far sentire la contrarietà ad un’estradizione in aperta violazione del diritto internazionale e per far sentire ad Anan Yaeesh la voce solidale di chi contrasta il genocidio del suo popolo,

DOMENICA 10 MARZO ORE 14-17 PRESIDIO DAVANTI AL CARCERE DI TERNI

Coordinamento ternano per la Palestina

presidio liberazione Anan Yaeesh 10 marzo 24

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