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Lettera aperta alle direzioni penitenziarie e sanitarie sui protocolli sanitari adottati

Nella scorsa settimana abbiamo inviato la presente lettera a tutte le direzioni penitenziarie per chiedere quali protocolli sono stati attivati nei singoli istituti. Ad oggi hanno risposto solo quattro direzioni.

Gent.mo Ministro della Giustizia  A. Bonafede

Gent.mo Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Dott. Franco Basentini

Gent.mo Sig. Direttore Casa Reclusione TUTTE LE CARCERI D’ITALIA

Gent.mo Sig. Dirigente Sanitario Casa Reclusione TUTTE LE CARCERI D’ITALIA

Le Associazione Yairaiha Onlus, Associazione Bianca Guidetti Serra, Osservatorio Repressione, Legal Team Italia, LasciateCIEntrare attive nella difesa dei diritti dei detenuti e della tutela delle garanzie costituzionali, tra cui il principio di umanizzazione della pena tutelato dall’art. 27 della Costituzione e dall’art. 3 Cedu e l’art. 32 Cost. dedicato al diritto alla salute, in ragione dell’emergenza sanitaria in atto per effetto della diffusione del c.d. ‘ coronavirus’, con la presente richiesta

rilevato che

la situazione in atto negli Istituti penitenziari già in epoca precedente alla diffusione pandemica del Covid-18 presentava, in maniera generalizzata, una serie di criticità in termini di affollamento, di organizzazione della struttura e di gestione igienico-sanitaria delle problematiche afferenti alla popolazione carceraria, ritenuto che al fine di scongiurare la ulteriore diffusione del citato ‘virus’ la popolazione presente sul territorio nazionale è, attualmente e da diverse settimane, soggetta ad una serie di prescrizioni – tra le quali non allontanarsi dalla propria abitazione, evitare situazioni di promiscuità, mantenere una distanza di sicurezza (pari ad un metro) nel caso di contatti con altre persone, sottoporre a continua disinfezione la propria persona, gl’indumenti ed i locali nei quali si vive,

evidenziato che

in ambito carcerario le contromisure per arginare il contagio individuate per i soggetti non detenuti ( distanze, igiene personale, sanificazione dell’ambiente) appaiono di difficoltosa attuazione, tanto da poter certamente definire il luogo di restrizione un ambiente altamente patogeno,

constatato che

l’assistenza medica ed infermieristica all’interno degli Istituti di pena è insufficiente e carente della strumentazione tipica della medicina d’urgenza, della cura di malattie infettive e della terapia intensiva ( ventilatori, ossigeno),

si chiede con somma urgenza di ricevere notizie dettagliate in merito:

  1. al numero di ‘tamponi’ effettuato all’interno della struttura penitenziaria ed i relativi risultati;
  2. alle misure adottate al fine di evitare i pericoli di contagio tra la popolazione carceraria e tra questa ed il personale operante all’interno dell’Istituto;
  3. Il numero di detenuti affetti da gravi patologie pregresse ( cardiache, respiratorie, etc) e, comunque, dei soggetti che, per il quadro sanitario che presentano,possono definirsi soggetti maggiormente vulnerabili al contagio;
  4. ai protocolli di emergenza adottati tanto con riferimento agli eventuali detenuti contagiati che per garantire adeguate cure nel caso della recrudescenza della patologia;
  5. alle dotazioni strumentali (mascherine, guanti, detergenti disinfettanti, etc) distribuite dalla struttura carceraria ai detenuti per prevenire il rischio di contagio, l’eventuale istituzione di gabinetti sanitari idonei alla diagnosi ed alla cura dal virus, le relative dotazioni strumentali e di personale specializzato (numero di medici e di infermieri);
  6. all’esistenza di una unità di crisi ed ai soggetti, istituzionali e non, che la compongono.

Come ben comprenderà le informazioni richieste rappresentano quel minimum necessario a comprendere la misura e l’entità del rischio che ai detenuti – in addizione alla esecuzione del trattamento nelle modalità non sempre conformi all’art. 27 della Costituzione – venga somministrata un’ingiusta afflittività aggiuntiva in termini di compromissione del diritto alla salute.

Confidando in un puntuale, esaustivo e sollecito riscontro e comunicandoLe che in caso di inerzia – decorsi trenta giorni senza che vengano fornite le ragioni dell’eventuale diniego all’accesso ai suddetti dati – saranno adite le competenti autorità in sede civile, penale ed amministrativo,

porgiamo ossequiosi saluti.

Rete Emergenza Carcere

info e contatti: emergenzacarcere@gmail.com

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  • Fanzuttoemanuela

    Mio marito è detenuto in isolamento da 3 settimane nel carcere di Voghera ancora positivo al secondo controllo con tampone, il primo detenuto che aveva contratto il virus è morto in ospedale 3 giorni fa, adesso ci sono altri in isolamento con febbre e tosse sarebbe il caso di riuscire a fare dei controlli dentro il carcere di Voghera per piacere grazie