Il sottosegretario Mantovano, intervenendo in televisione, ha detto che vent’anni anche in carcere passano in fretta e le strutture penitenziarie italiane sono tra le migliori d’Europa. Non c’è nulla di che lamentarsi. In realtà, se tu leggessi per esempio il menù carcerario così come viene esposto nelle circolari ministeriali, a dir poco imprecheresti per l’esagerato lusso.
Se poi invece tu riuscissi a entrare da visitatore in una sezione carceraria e potessi vedere cosa materialmente arriva nelle stanze dei detenuti, avresti l’esatta contezza di quanta differenza corra tra ciò che si sa fuori “le mura” e quello che realmente è costretto a chiamare vita il carcerato.
Ho fatto l’esempio del vitto soltanto perché è tra le poche cose verificabili, non perché ritengo che vivere di pasta e patate sia una tragedia. Resta tragico fare propaganda di civiltà e fare la cresta, perché è evidente che ciò avvenga in una società che si candida a chiudere sempre più scuole e costruire sempre più carceri.
Passiamo alla “libertà”. Non occorre aggiungere parole nel definire la libertà un sentimento innato negli uomini e negli animali. Allo stesso modo risulta innegabile che la libertà abbia anche rappresentato l’arma verbale con cui nei due secoli scorsi si sono legittimate ogni sorta di violenza e di crudeltà. Dette queste ovvietà, considero la libertà una medicina salvifica ma che non può essere assunta tal quale è, né tutta d’un colpo.
Ho maturato quindi la convinzione che una società può aspirare ad una vera e sana libertà soltanto se forma il cittadino sin dall’età più tenera e più proficua all’apprendimento, attraverso gli strumenti scolastico-educativi, a predisporsi ad esercitarsi gradatamente a rispettare questo straordinario patto morale e sociale che fa moderna ed emancipata una collettività di persone e di animali.
Il riferimento agli animali, educati anch’essi alla libertà, lo traggo da un mio fratello che ha 16 anni meno di me e da mia figlia, entrambi impegnati nella LAV e nel WWF, ovviamente animalisti come più non si può.
Ritengo, per concludere, fallimentare e puramente propagandistico l’uso di confondere il liberismo per la libertà. Per me restano due luoghi tra loro diversi, quando non del tutto opposti.
Alfio