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Lettera dal carcere di Opera

Non è facile esprimere un concetto assoluto. Il suo termine assume svariate sfumature: libertà come necessità; libertà come assenza di condizioni e di limiti; libertà come possibilità o scelta, e così via. Si può continuare così all’infinito. Ma cos’è realmente libertà? Siamo davvero liberi?

La libertà di ognuno cessa nel momento in cui inizia la libertà di un altro, condizione necessaria per vivere in società. Ma questa necessità non ci porta forse a vivere in una società non libera? Se la libertà di ognuno cessa dove inizia la libertà di un altro, anche la libertà di quest’ultimo finisce dove inizia la libertà di un altro ancora e così proseguendo, alla fine, nessuno è più libero.
Tutta la nostra esistenza è regolata dalla volontà di altri che a loro volta sono regolato da altri ancora e così via. Non ci viene detto solo ciò che non possiamo fare, perché se così fosse saremmo liberi di scegliere quello che possiamo fare. Invece, non solo ci viene detto ciò che non possiamo fare, ma ci viene imposto quello che dobbiamo fare. Questo accade tutti i giorni della nostra vita. Gli stoici ammettevano che fossero libere le azioni che hanno in sé stesse la loro causa ed il loro principio. Le nostre azioni sono davvero libere? Hanno in sé stesse la loro causa o il loro principio?
Il concetto di libertà è indagabile, ma solo a livello soggettivo per metterne in evidenza la contraddittorietà tra il pensiero di un soggetto con un altro. A livello oggettivo, la libertà non può esistere.
Quale il mio concetto di libertà? Quale valore esso assume? Sono in carcere da vent’anni, condannato all’ergastolo ostativo; l’ostatività della pena mi costringe alla reale pena perpetua. Cioè finirà solo con la mia morte. Nonostante ciò, mi si è lasciata una libertà: la “libertà di scelta”. La scelta di privare la libertà ad altri in cambio della mia, superando così l’ostatività dei miei reati. Qualcuno potrebbe vederci una “libertà di scelta” in questo; ma tutto ciò che è imposto, estorto, portato dalla costrizione, io non credo possa chiamarsi libertà.
La libertà per un recluso assume un unico concetto: la libertà fisica. E tutti i diversi significati e le diverse sfumature che vanno dalla libertà di pensiero a quella di espressione perdono di reale significato, venendo a mancare quella che per noi è la libertà primaria.

In certa misura siamo tutti liberi, così come, nella stessa misura, siamo tutti prigionieri.

Alfredo