La Commissione Ue: «Detenerli in centri speciali fino alla partenza. Minori compresi»
Non saranno vere e proprie deportazioni ma certo rischiano di assomigliargli parecchio. Entro il 2017 l’Unione europea si propone di rimpatriare un milione di migranti irregolari che oggi si trovano sul suo territorio e che in attesa di essere trasferiti nei paesi di origine potranno essere detenuti in appositi centri fino a 18 mesi. Bambini compresi, nonostante finora la maggioranza degli stati membri non preveda misure restrittive nei confronti dei minori. Proprio per questo, e per ovviare ad eventuali ostacoli, Bruxelles invita i governi a mettere mano alle legislazioni nazionali aprendo così la strada anche alla detenzione dei piccoli migranti.
Le nuove misure fanno parte del piano messo a punto dalla Commissione europea per provare a mettere fine ai flussi migratori, piano che verrà discussione nel Consiglio europeo del 9 e 10 marzo prossimi. Si tratta solo di raccomandazioni, e in quanto tali non obbligatorie per gli Stati, sufficienti però per immaginare quanto potrà accadere nei prossimi mesi. E c’è da scommettere che, pressati dall’imminenza di importanti scadenze elettorali, non saranno pochi i governi favorevoli ad applicare subito le nuove indicazioni. Nonostante le minacce, ancora una volta non verrà invece adottata nessuna sanzione nei confronti degli Stati che non accolgono richiedenti asilo da Grecia e Italia. Il piano messo a punto dalla Commissione Ue prevedeva il ricollocamento di 160 mila profughi entro settembre di quest’anno, ma ne sono stati ricollocati solo 13.546, di cui 3.936 dall’Italia e 9.610 dalla Grecia. Sia il presidente della Commissione Jean Claude Juncker che il commissario all’Immigrazione Dimitri Avramopoulos non hanno escluso l’avvio di una procedura di infrazione verso gli stati inadempienti ma, ha subito aggiunto quest’ultimo, «non siamo ancora a quel punto».
RIMPATRI L’Europa ha fretta e vuole accelerare i tempi delle partenze. La Commissione ha calcolato che oggi viene eseguito solo il 36% dei rimpatri decisi. Il risultato è che i voli charter che riportano a casa i migranti sono spesso «pieni solo a metà», come spiegava ieri una fonte dell’esecutivo comunitario. Per Bruxelles quindi almeno un milione di migranti si troverebbe ancora in territorio europeo. A questa cifra, è spiegato nel piano, si è arrivati calcolando che «nel 2015 i migranti irregolari che hanno ricevuto l’espulsione sono stati 533.395, mentre nel 2014 furono 470.080». Bisogna poi tener conto che delle circa 2,6 milioni di richieste di asilo presentate nel 2015-2016, nei primi tre trimestri del 2016 hanno ottenuto risposta positiva solo il 57%. Tutti gli altri in teoria avrebbero dovuto essere rimpatriati, cosa che invece non sarebbe avvenuta. Sommando tutte queste situazioni, conclude il piano, «gli Stati potrebbero dover rimpatriare oltre un milione di persone». 200 milioni di ero sono stati stanziati per favorire le procedure di rimpatrio ma la Commissione invita anche ad allestire nuovi centri dove trattenere i migranti da espellere, offrendo a Italia e Grecia n aiuto per realizzarli. Nei centri andrebbero detenuti quanti si rifiutano di collaborare o si sospetta che possano fuggire. La detenzione, inoltre, va applicata anche ai minori, una possibilità prevista dall’articolo 17 della direttiva su rimpatri del 2008. I centri però, ha avvertito Avramopoulos, «non devono essere dei campi di concentramento» ma garantire il rispetto dei diritti umani, Secondo fonti italiane, se applicata la raccomandazione della Commissione potrebbe costringere il nostro governo a detenere in campi chiusi decine di migliaia di migranti irregolari.
CHIUDERE IL MEDITERRANEO Bruxelles vuole mettere fine alle partenze dal Nord Africa e l’unico modo per farlo è intensificare le operazioni nel Mediterraneo centrale. Questo vuol dire arrivare alla definizione di accordi bilaterali con Egitto, Tunisia e Algeria, tre paesi che l’Europa considera determinanti per bloccare i flussi. Al punto che ieri la cancelliera tedesca Angela Merkel si trovava al Cairo proprio per definire una «stretta collaborazione» in tal senso con il presidente al-Sisi. Nelle prossime settimane dovrebbe inoltre diventare operativa la nuova Guardia costiera libica addestrata dalla missione europea Sophia, mentre al ommissione appoggia il programma dell’Oim per il rimpatrio di 5.000 migranti dalla Libia.
Carlo Lania
da il manifesto
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