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L’Italia ordina la Libia spara

Con i soldi e le attrezzature italiane, a partire dalle navi, la cosiddetta “Guardia costiera” libica si rende ancora una volta protagonista di metodi criminali. Spari sulla Ong: 29 persone riportate in Libia. La Geo Barents di Medici senza frontiere aggredita dalla «guardia costiera» libica durante un salvataggio: soccorse 83 persone

di Michele Gambirasi da il manifesto

Dovrebbe arrivare oggi pomeriggio a Crotone la Geo Barents, la nave umanitaria di Medici senza frontiere, con a bordo le 83 persone tratte in salvo giovedì mattina in acque internazionali.

AL MOMENTO DEL SOCCORSO la nave umanitaria ha trovato sul posto un’imbarcazione veloce che ha riferito di appartenere alla «guardia costiera libica»: a bordo uomini armati a volto coperto, che hanno sparato in aria e in acqua, facendo gettare in mare oltre 70 persone presenti sul gommone e caricando sulle proprie motovedette 29 tra donne e bambini. Inutili sono stati i tentativi di mediazione di Msf, via radio e in acqua: le famiglie sono state separate e i 29 nuovamente deportati in Libia. «I sopravvissuti sono devastati, sanno che le loro famiglie torneranno a subire le torture che hanno già vissuto. Uno di loro ha tentato di lanciarsi in mare per raggiungere la moglie e i figli, di 4 mesi e 10 anni» dice Fulvia Conte, responsabile dei soccorsi di Msf sulla Geo Barents. I migranti a bordo sono tutti uomini, provenienti da Eritrea, Yemen, Egitto ed Etiopia, 37 sono minori non accompagnati.

ANCORA NEL POMERIGGIO la Geo Barents è stata raggiunta da imbarcazioni libiche: «Ci hanno circondato almeno sette assetti navali diversi, ci hanno anche seguito per un tratto, intimandoci di allontanarci, cosa che è totalmente illegittima» prosegue Conte. Una delle imbarcazioni, spiega, era una motovedetta ufficiale della guardia costiera libica, una classe 300. È una delle motovedette che l’Italia ha donato alla Libia a febbraio 2023, costruite nei cantieri navali di Adria, in Veneto. A bordo anche in questo caso si vedevano delle persone migranti, probabilmente caricate durante un altro respingimento, che Msf si è offerta di soccorrere incontrando un rifiuto. La Ong ha lanciato un appello a tutte le autorità perché si inizi a lavorare immediatamente per il ricongiungimento delle famiglie che sono state separate.

ALTRI SALVATAGGI negli ultimi giorni sono stati operati da Mediterranea, Sos Humanity, Emergency e Sos Mediterranee. Dopo una settimana di maltempo che aveva limitato le partenze dalle coste nordafricane, il meteo favorevole degli ultimi giorni ha fatto sì che queste riprendessero in modo esponenziale. «Sono stati tre giorni molto intensi, da Alarm phone ci sono arrivate oltre 40 segnalazioni, tra cui quella di una barca con una donna incinta che stava partorendo a bordo, era al largo di Malta ma non è stata trovata» spiega Danny Castiglione, capomissione di Mediterranea a bordo della barca a vela Safira. Per l’imbarcazione è stata la prima uscita in mare, complessivamente la ventesima missione della Ong italiana. Ieri mattina all’alba la barca a vela ha soccorso 79 persone a 36 miglia da Lampedusa, in zona sar maltese. «È stata un’operazione molto complicata, complessivamente a bordo dopo il salvataggio eravamo in 90 su una barca di 15 metri. Il timone non funzionava più, potevamo andare solo dritti» racconta ancora Castiglione.

IL GOMMONE su cui si trovavano i migranti era fortemente danneggiato, mentre il motore perdeva benzina: una donna era intossicata dalle esalazioni del carburante. Le persone, provenienti da Sudan, Eritrea ed Etiopia, sono state sbarcate ieri mattina a Lampedusa. Nei giorni precedenti Mediterranea aveva assistito prima la Ong Sea Punks nel soccorso di 49 persone e poi la Humanity 1 di Sos Humanity, che ora sta facendo rotta verso Marina di Carrara con a bordo 195 naufraghi salvati in quattro operazioni diverse. La Life Support di Emergency è arrivata invece ieri sera al porto di Vibo Valentia, con a bordo 75 migranti soccorsi in zona sar maltese.

IN TOTALE sono oltre 7mila le persone arrivate in Italia a novembre, secondo i dati del ministero dell’Interno. Solo a Lampedusa nelle ultime 24 ore sono stati 11 gli sbarchi, per un totale complessivo di 559 migranti approdati sull’isola siciliana. L’hotspot di contrada Imbriacola è tornato quindi ad affollarsi, registrando oltre 680 presenze che hanno costretto le autorità a trasferire nella serata di ieri 320 persone a Porto Empedocle.

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