Per Massimo Carlotto l’attività di dossieraggio che emerge dalle recenti inchieste è l’effetto della privatizzazione della sicurezza: serve a reprimere le lotte e alimenta la concorrenza spietata
di Michele Sgobio da il manifesto
«Non è quanto sta emergendo dall’inchiesta su Equalize a far temere per la tenuta democratica del paese – mi dice Massimo Carlotto – La democrazia in questo paese è già a rischio da tempo, ci sono i postfascisti al governo (potremmo anche togliere il prefisso) ed è importante che ci siano forti movimenti sociali in grado di invertire la tendenza». Lo incontro in videoconferenza, e un po’ invidio i vecchi cronisti che le interviste le facevano in trattoria o al bar. Il suo ultimo libro, Trudy (Einaudi Stile Libero, pp. 210, euro 18), uscito ad aprile di quest’anno, sembra anticipare quanto sta venendo fuori dalle inchieste di questi giorni: una società privata, la Novo security group, lavora per conto di politici, «poteri forti e aziende private»: spia la gente ed elabora dossier, anche sui propri clienti.
Ci sei arrivato con la sola fantasia?
Il noir è uno strumento straordinario per raccontare la realtà perché parte sempre da dati concreti, raccolti attraverso un’indagine che si traducono in uno sguardo anche politico dell’autore su determinati ambienti. Lo scopo è raccontare le trasformazioni sociali attraverso l’evoluzione del rapporto tra crimine e società. Tra crimine e capitale. Quando mi sono accorto che la crescita straordinaria del settore privato negli ultimi vent’anni era passata inosservata, ho ritenuto importante usare la forma romanzo per portarla a conoscenza dei lettori.
Che idea ti sei fatto del caso Equalize?
Si tratta di un classico consorzio illegale formato da ex appartenenti alle forze dell’ordine e hacker con i contatti «giusti», anche nei servizi segreti. Rubavano dati sensibile per costruire banche dati da immettere sul mercato e/o agivano per conto di privati o società. Non è il primo scandalo del genere. Importante ricordare quello pratese che ha portato all’arresto del comandante dei carabinieri, di un imprenditore e di un investigatore privato. Anche in quel caso si scambiavano informazioni sulla concorrenza all’interno del metadistretto della moda, noto per le aggressioni sistematiche ai sindacalisti di base che organizzano i lavoratori contro lo sfruttamento delle dodici ore, sette giorni su sette. La vera domanda è quante Equalize ci sono in Italia? Non poche, a mio modesto parere. E diverse a capitale straniero. Non è una novità che la cyber security, anche a livello governativo, sia stata appaltata a ditte israeliane. Di fatto si tratta di una galassia che va dalla guardia sottopagata davanti a una gioielleria, ai mercenari pronti a combattere in Ucraina o in Africa. Vale la pena ricordare l’inchiesta milanese che ha messo in evidenza come le cosche siano entrate nel settore creando agenzie per la sicurezza dei locali e delle discoteche. Insomma non chiedono più il pizzo per la protezione, presentano direttamente la fattura a fine mese.
In base a quanto sta emergendo, e al netto dei pettegolezzi e delle suggestioni, credi che la tenuta democratica del paese sia a rischio o che ci siano parecchie esagerazioni?
La tenuta democratica è in pericolo da quando si è insediato questo governo. Il progetto è evidente: da un lato criminalizzare il dissenso e le lotte, inasprendo le pene e inventando nuovi reati, come con il Ddl Sicurezza. Dall’altro limitare l’agire della magistratura e delle forze dell’ordine di cui non si fidano completamente, depenalizzando i reati dei colletti bianchi. In quest’ottica le agenzie di security diventano una sorta di polizia privata, riservata e fedele (al denaro e al potere) e con capacità operative adeguate ai committenti.
Tra i politici si intravedono reazioni discordanti: Matteo Renzi dà mandato ai suoi avvocati di costituirsi parte civile in tutti i procedimenti; altri, come Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana, invece, non smettono di manifestare la propria vicinanza a Enrico Pazzali, il principale socio di Equalize. Erano tutti «spiati». Secondo te da cosa derivano questi atteggiamenti tanto diversi?
Il settore della sicurezza privata è strategico per la classe dirigente perché ne tutela gli interessi senza preoccuparsi dei limiti imposti dalla legge. Equalize con tutta evidenza ha una clientela i cui interessi si intrecciano. Politica, imprenditoria, finanza fusi in cordate che hanno bisogno di informazioni per raggiungere gli obiettivi e battere gli avversari. Poi esistono altre Equalize con i loro clienti e interessi differenti. Il nodo è sempre lo stesso: i rapporti di forza.
Parrebbe che settori della destra stiano spiando altri politici della stessa area. E tutti siano spiati da Equalize. Trovi che quanto sta emergendo smonti la narrazione vittimistica della maggioranza di governo su questa vicenda?
La narrazione vittimistica è la stessa di sempre e la vicenda Equalize a mio avviso non la indebolisce. Si spiano a vicenda perché i poteri, le consorterie sono in perenne guerra tra di loro. E a volte anche per trovare un equilibrio, una mediazione hanno bisogno di carte di un certo tipo da giocare. Le aziende come Equalize non si pongono il problema se chi richiede i loro servigi appartenga o meno alla stessa parte politica del soggetto monitorato. Sono professionisti che rispondono unicamente al cliente.
La Nsg del tuo romanzo è anche impegnata a reprimere le lotte dei lavoratori dei settori tessile e logistico. Nella realtà ci sono casi simili documentati?
È documentato il ruolo della sicurezza privata nel difendere gli interessi delle aziende contro le lotte operaie, a partire dai picchetti, fino alla collaborazione stile Fiat anni Sessanta con le forze dell’ordine e lo spionaggio nei confronti dei dipendenti. Droni di un’agenzia di security filmavano le persone che partecipavano all’ultima edizione del Festival di letteratura working class di fronte ai cancelli della Gkn. E la stessa fabbrica è stata oggetto di operazioni di personale non identificato, che fortunatamente sono state neutralizzate dai lavoratori. Il mondo del lavoro, dai servizi di guardiania alla gestione dei conflitti, è una voce importante dell’utile di queste agenzie.
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