L’UE taglia le spese sociali per finanziare le spese militari
- maggio 10, 2023
- in misure repressive
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Il parlamento europeo ha approvato a larghissima maggioranza il taglio alla spesa sociale per finanziare il sostegno militare all’Ucraina e l’aumento delle spese militari
di Giuliano Santoro
Mentre la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, si presenta a Kiev per celebrare con il presidente Volodymyr Zelensky la Giornata dell’Europa, il parlamento Ue riunito a Strasburgo in sessione plenaria approvato a larghissima maggioranza la procedura d’urgenza avanzata dal gruppo dei Conservatori e quello dei Popolari sul sostegno militare all’Ucraina.
Il testo, tra le altre cose, consente agli stati membri di impiegare le risorse del Fondo di coesione sociale e del Pnrr per sostenere l’industria militare. Hanno votato a favore anche i parlamentari europei del gruppo dei Socialisti e Democratici, cui aderiscono gli eletti del Pd. Gli unici a distinguersi, tra gli eletti nelle liste dem, sono stati l’indipendente Massimiliano Smeriglio, che ha espresso la propria contrarietà, e Pietro Bartolo, che non ha partecipato al voto. Contrari anche i parlamentari delle sinistre riuniti nel Gue e quelli del Movimento 5 Stelle, che ancora non fanno parte di nessun gruppo (sono in attesa che i Verdi europei vaglino la loro richiesta di adesione).
Il voto di ieri riguardava la procedura: l’aula potrà esprimersi sul merito il prossimo mese. Ma il fatto che sia passata la questione d’urgenza esclude che l’atto verrà messo ai voti con emendamenti che non siano espressamente accolti dalla Commissione. Il che fa pensare che proprio la posizione della delegazione del Pd, che ieri ha votato a favore ma dicendosi contraria «all’utilizzo di qualunque fonte di finanziamento proveniente dalle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza e dei fondi di coesione, che rappresentano risorse essenziali per la ricostruzione post pandemica e per il raggiungimento degli obiettivi del bilancio dell’Unione e dei fondi strutturali» rischi di apparire poco più che simbolica: ci sarà poco spazio per queste eccezioni. « Ci opporremo alla richiesta di procedura accelerata per ridurre i tempi di approvazione del piano che prevede il dirottamento dei fondi dal sociale – annuncia l’eurodeputata M5S Sabrina Pignedoli – Tolgono trasparenza e legittimità democratica dal momento in cui eliminano ogni tipo di confronto sul provvedimento». Il segretario di Rifondazione comunista Maurizio Acerbo osserva che «l’articolo 41.2 del Trattato Ue vieta di usare fondi dal bilancio per spese derivanti da operazioni aventi implicazioni militari o di difesa».
Per Smeriglio, la sessione plenaria di ieri disegna il campo di battaglia dei prossimi mesi. «Questo voto certifica l’egemonia delle destre sul parlamento, purtroppo con il concorso della gran parte dei progressisti – sostiene – Tra un mese voteremo l’atto definitivo. La procedura d’ urgenza inaugurata per salvare vite durante il Covid è stata utilizzata per produzioni di morte. Bisogna avere chiaro che non è un atto facilmente emendabile, tutt’altro. E in queste condizioni stiamo per ratificare la possibilità di utilizzare i fondi di coesione il fondo sociale europeo e il Pnrr per produrre missili e munizioni. Altro che transizione ecologica e equità sociale». Tutto ciò avrà effetti diretti sul quadro nazionale. «Quando Meloni cambierà a suo piacimento il Pnrr potrà dire che lo può fare grazie al voto del parlamento compresi quelli dei parlamentari del Pd. Ecco il punto doloroso di questa vicenda. Spero si possano cambiare diverse opinioni nel tempo che ci separa dal voto finale. Si danno soldi ai singoli stati per fare armi, altro che Europa dei popoli e agenda di pace».
da il manifesto
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