Quando milioni di persone si prendono la città, e accade ovunque, nel mondo, e non solo per il calcio, tutto l’apparato sicuritario viene messo a tacere. Forse dovremmo riscoprire la coscienza del potere liberatorio della festa. L’ossessivo sistema di sorveglianza, questo grande fratello, in fondo è una tigre di carta. Può essere accecato e travolto
di Teodoro Margarita
Nella notte del 5 maggio, a migliaia, a centinaia di migliaia, da ogni quartiere, in tutta Napoli e, immaginiamo, e provincia, si sono riversati per le strade. Fumogeni, bandiere, cori, urla, sfottò, espressione di un popolo intero che festeggia il suo terzo scudetto. Mi permetto una analisi, di affilare il coltello della lucida critica. Qualcuno ha avvisato le autorità? Le manifestazioni di piazza, nel nostro paese, non vanno autorizzate ma comunicate. Non credo proprio. E seppure, quante ne avrebbero dovuto comunicare? Dieci, cento, mille o avrebbero dovuto mettere per iscritto “Semplicemente, noi, napoletani, ci prendiamo la nostra città e ce la prendiamo tutta in ogni suo recondito angolo e come ci pare e piace e sospendiamo tutte le regole, ma proprio tutte e dappertutto sulla viabilità, il decoro pubblico, la circolazione stradale, ogni e qualsivoglia divieto, qualunque impedimento”. Di fatto così è stato e così sarà.
Si è vista una “nave”, ovvero imbarcazione finta, un enorme carro avente la forma di uno scafo, con centinaia di persone sopra, percorrere le vie partenopee, vie centrali. Vero che i tifosi dell’Atalanta, a suo tempo, tirarono fuori un carrarmato, uno Sherman, per l’esattezza, e lo fecero sfilare. La motorizzazione civile, avvisata? Non credo proprio, le leggi sulla sicurezza? Macchè. E se a migliaia, nel bel mezzo del caos, certamente sarà avvenuto e avverrà, ne siamo certi, si fossero, e si sono, messi a dipingere, spruzzare ovunque “Forza Napoli”, sui marciapiedi, sui muri e sull’asfalto, voi credete che ne abbiano chiesto autorizzazione?
Questo governo, ridicolo di destra-destra, ha emanato leggi stringenti sugli assembramenti. Ridicole norme sulla protezione dei monumenti. Voi credete che qualche agente delle forze dell’ordine abbia cuore, non solo ragione, di arrestare, fermare qualcuno che voglia, in simili frangenti, che so, pittare d’azzurro la faccia a Vittorio Emanuele o a Garibaldi nelle omonime piazze? Credete che il pur imponente, abnorme apparato di videosorveglianza che spia e monitora le nostre città, fino ai paesini più piccoli, venga messo al servizio di questure e prefetture per individuare e segnalare queste cose? Non credo.
Quando milioni di persone si prendono la città, e accade ovunque, nel mondo, e non solo per il calcio, tutto questo apparato, tutta questa enorme messe di leggi, decreti, questo stato securitario, viene messo a tacere. Gli anarchici o i cenri sociali di Napoli, per esempio, ne potrebbero approfittare, serenamente, per realizzare, utilizzando i colori sociali, tutti i murale che credono, affiggere tutti i manifesti possibili. Scrivere “La piazza è nostra, la città è nostra, il popolo festeggia il Napoli e non ha bisogno di permessi. La piazza è nostra. Il mondo è nostro e ce lo prendiamo”.
Nessuno, tra il popolo sciamante, avrebbe da ridire o segnalare. In questi momenti, la creatività deve essere rivoluzionaria. Se per il solo avvicinarsi a un monumento, i militanti di Ultima generazione, rischiano l’arresto, anzi li arrestano, adesso, in questi frangenti è il tempo, il momento di avvicinarsi, di manifestare ogni istanza di liberazione e di ribellione. La festa è liberazione. La festa popolare è espressione di rivoluzione. Nessun permesso, nessuna autorizzazione.
Forza Napoli, il popolo, unito si riprende le sue strade. Quello che manca, è la coscienza del potere liberatorio della festa. Questo stato, questo sistema ci scheda, fin dalla nascita, abbiamo un codice fiscale, siamo numeri individuabili. La festa popolare tutto travolge e ritorna l’ordine naturale delle cose dove l’individuo appartiene a se stesso, alla propria gioia, alla propria unicità. La festa rappresenta la volontà individuale e collettiva di volere essere, esistere, contare e cantare assieme agli altri. Nessun cordone di celerini può arrestarla. Nessun governo di destra-destra potrà emanare decreti. Milioni di persone per strada sono il popolo e il popolo è la legge. Una legge che trascende ed è superiore a qualunque altra legge perché il popolo stesso, tutto, sia pure dietro una bandiera azzurra, rappresenta se stesso interamente e quindi è la legge. Questo sistema di sorveglianza, questo grande fratello è una tigre di carta. Può essere accecato e travolto. Deve essere accecato e travolto. Forza Napoli. Viva la gente, viva il popolo. Manifestazione non autorizzata, ma addò?
da Comune-Info
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