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Mantovano (PdL): Estendere il Daspo a chi manifesta. Dopo la tessera del tifoso, la tessera del manifestante

Questa proposta di Mantovano se attuata segnerà la fine della libertà di espressione della nostra repubblica. E’ di una gravità assoluta una proposta di questo tipo perchè affida alle questure poteri discrezionali enormi che possono esercitare al di fuori di ogni garanzia giuridica. Siamo alle prove tecniche di fascismo. In questi anni gli stadi sono stati il luogo per sperimentare un sistema di controllo privo di ogni garanzia costituzionale, estendere questi dispositivi alle proteste di piazza è un attentato alla democrazia del nostro paese. Mantovano reagisce alla protesta sociale, al completo fallimento di un governo sostenuto da una maggioranza che ha più inquisiti di una curva di uno stadio spostando la discussione sull’ordine pubblico. Se non fossimo nel paese del Bunga Bunga ci sarebbe da ridere, invece c’è da preoccuparsi.
«Estendere» il daspo alle manifestazioni pubbliche «con tutti gli adattamenti del caso». È la proposta del sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano, dopo gli scontri di martedì a Roma durante la manifestazione degli studenti. «Al di là dei doverosi accertamenti disposti dal ministro della Giustizia – spiega Mantovano – sulla puntale applicazione delle norme in vigore, le decisioni dell’autorità giudiziaria sugli scontri di martedì inducono a una riflessione di sistema. I giudici di Roma hanno convalidato gli arresti, e con ciò hanno riconosciuto la correttezza dell’operato delle forze di polizia e, allo stato, la responsabilità degli arrestati per i reati loro contestati. Dunque, non è in discussione che, salvi gli accertamenti successivi, a carico dei 23 fermati esistono i gravi indizi di colpevolezza». «Rimettendoli in libertà, i giudici hanno negato l’esistenza delle esigenze cautelari – aggiunge – e su questo si è incentrato il dibattito. È noto che le esigenze cautelari rispondono a un duplice criterio di prevenzione: nel processo, per la parte che chiama in causa il rischio di inquinamento della prova e il pericolo di fuga; fuori dal processo, per la parte riguardante il rischio di reiterazione dei reati. Per quest’ultimo aspetto, l’immediata liberazione degli arrestati crea un deficit di prevenzione». «Dire questo – prosegue Mantovano – non significa invadere le autonome valutazioni della magistratura; significa porsi il problema di come evitare che gli scarcerati tornino a usare violenza alla prossima manifestazione, e, più in generale, che altri, prendendo spunto dal tratto giudiziario permissivo, siano indotti a fare altrettanto. Una parte della magistratura è responsabile di questo deficit e viene avallata politicamente dall’Anm: ma il problema in sè resta in piedi, ed è grosso come una casa».«Una ipotesi di lavoro per colmare questa obiettiva lacuna – sottolinea il sottosegretario all’Interno – è quella di estendere alle manifestazioni pubbliche, con tutti gli adattamenti del caso, un istituto che sta dando ottima prova di sè per le manifestazioni sportive: il cosiddetto daspo. La sua applicazione nel corso degli anni ha permesso di ridurre fortemente l’ingresso negli stadi di centinaia di violenti, e quindi di circoscrivere, come attestano i dati, gli incidenti in occasione delle gare». «L’estensione del daspo alle manifestazioni di piazza – aggiunge Mantovano – permette da un lato di contare su uno strumento in più sul piano della prevenzione quando il processo si è risolto in una presa in giro; quindi di avere un di più sul piano della repressione, allorchè si accerti il daspo è stato violato; in generale, permette di conoscere preventivamente, e non sulla base di mere informative, i soggetti da tenere distanti dalla piazza, nell’interesse stesso dei manifestanti con intenzioni pacifiche». «Alla ripresa dell’attività parlamentare – conclude Mantovano – si discuterà il nuovo disegno di legge sulla sicurezza, approvato dal Consiglio dei ministri a novembre contestualmente al decreto legge che il Parlamento ha appena convertito: potrebbe essere la sede più adeguata per una riflessione ampia e, mi auguro, equilibrata, su questo possibile strumento».
fonte: Adnkronos