Marwan Barghouti è stato aggredito dalle guardie israeliane nella cella di isolamento dove è recluso e il pestaggio avrebbe provocato “ferite multiple al corpo, alle costole e agli arti, oltre a una emorragia nell’orecchio destro, una ferita al braccio destro e forti dolori alla schiena”.
La Campagna per il rilascio di Marwan Barghouti incarcerato in Israele denuncia che il mese scorso il più noto dei prigionieri politici palestinesi è stato aggredito dalle guardie carcerarie. Un avvocato di Barghouti ha scoperto l’aggressione durante una recente visita alla prigione – gli incontri con i detenuti sono stati vietati per tre mesi – afferma la campagna in un comunicato.
L’aggressione è avvenuta nella cella di isolamento di Barghouti il 9 settembre, si riferisce nel comunicato, e il pestaggio avrebbe provocato “ferite multiple al corpo, alle costole e agli arti, oltre a una emorragia nell’orecchio destro, una ferita al braccio destro e forti dolori alla schiena”. Barghouti non avrebbe ricevuto alcuna attenzione medica, ma si starebbe riprendendo. La Campagna precisa che Barghouti è stato aggredito altre due volte da quando è stato messo in isolamento due mesi dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, nel sud di Israele.
Il nome di Marwan Barghouti, noto come “il Mandela palestinese” è emerso più volte nelle liste dei prigionieri palestinesi da scarcerare in cambio della liberazione degli ostaggi israeliani a Gaza. Forte del sostegno dell’opinione pubblica palestinese, Barghouti, 64 anni, ex segretario del partito Fatah in Cisgiordania, nei sondaggi emerge come il candidato più popolare a succedere al presidente dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen.
Barghouti sconta cinque ergastoli per aver preso parte, secondo Israele, alla pianificazione di tre attacchi in cui morirono cinque israeliani durante la seconda Intifada (2000-2005). Lui ha sempre negato con forza ogni responsabilità.
L’autorità carceraria israeliana smentisce i maltrattamenti.
(fonte Pagine Esteri)
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