Meloni e Piantedosi vanno denunciati per aver causato morte e lesioni come conseguenza di altro delitto
La morte dei migranti sulle coste di Steccato di Cutro è una strage annunciata. A soccorrere i migranti in mare ormai non c’è più nessuno come conseguenza della campagna di criminalizzazione che va avanti dal 2017 e che si è inasprita ulteriormente con l’ultima legge anti-ong approvata il 23 febbraio dal governo Meloni
di Gianluca Cicinelli
Esiste un reato poco conosciuto in Italia, di solito applicato nelle morti per droga. L’articolo 586 del Codice Penale: Morte o lesioni come conseguenza di altro delitto.
Questo reato si consuma quando da un fatto preveduto come delitto doloso deriva, quale conseguenza non voluta dal colpevole, la morte o la lesione di una persona.
In questo quadro rientrano i cento morti, perchè ai 59 accertati dobbiamo aggiungere le decine di dispersi, dopo l’affondamento della nave di profughi avvenuto domenica mattina al largo della costa calabrese.
Il peschereccio si è rovesciato in mare al largo Steccato di Cutro, nel crotonese; un pescatore alle 5 del mattino ha avvistato i primo corpi che galleggiavano nell’acqua insieme a pezzi dell’imbarcazione.
Le prime immagini sono state da subito agghiaccianti. I sopravvissuti avvolti in coperte sulla spiaggia accanto ai corpi in sacchi bianchi degli annegati. Tra loro bambini e ragazzi, almeno tredici identificati al momento.
Mancavano cento metri alla salvezza, cento metri alla costa. Ma non sono stati salvati, e non per fatalità o destino e nemmeno per le difficili condizioni del mare. Non sono stati salvati per una precisa volontà politica.
Afghanistan, Iran, Iraq e Siria sono stati indicati come i paesi di origine dei rifugiati. L’imbarcazione era partita da Izmir, in Turchia, quattro giorni prima del naufragio.
Nel 2022 18 mila dei 100 mila profughi sbarcati sulle coste italiane sono giunti in Italia su questa rotta dalla Turchia alla Calabria.
Fin da sabato sera, un aereo di Frontex, agenzia di frontiera dell’Unione Europea, aveva avvistato la nave. La Guardia Costiera ha inviato due navi, ma queste, ci dicono, a causa del maltempo sono tornate indietro.
Il governo Meloni ha ipocritamente espresso cordoglio e dispiacere per le morti causate dalle sue stesse politiche. Continuando a ripetere la storiella di voler combattere i trafficati di esseri umani.
In realtà gli unici che il governo Meloni combatte sono le Ong e i volontari che cercano di salvare vite. La lotta alle Ong , infatti, rimane l’obiettivo principale del governo di destra
All’inizio di gennaio hanno emanato un decreto, approvato dal Parlamento, che rende ancora più difficile l’opera di salvataggio delle Ong.
Subito dopo una prima operazione di soccorso, viene loro assegnato un porto di destinazione, solitamente nel nord Italia e quindi a più di mille chilometri dal Canale di Sicilia.
La nave di salvataggio deve raggiungere immediatamente quel porto senza tentare ulteriori operazioni di salvataggio e rimanere quindi inattiva per molti giorni.
Le Geo Barents di Medici Senza Frontiere sono state le prime vittime del provvedimento. Il governo ha ordinato alla nave di rimanere in porto per 20 giorni perché l’equipaggio si è rifiutato di consegnare la scatola nera contenente i dati di navigazione.
La tragedia di domenica mostra la cruda realtà: solo il 10 per cento dei profughi viene portato a terra dalle Ong, gli altri raggiungono i porti da soli o con l’aiuto della guardia costiera italiana, se non crepano prima in mare.
L’associazione Senza Confine ieri ha denunciato che la nave naufragata era partita proprio dal Paese dove l’autocrate Erdogan ha ricevuto dall’Unione Europea miliardi di Euro per fermare i flussi migratori verso l’Europa.
Ricordando che il ruolo delle narcomafie in Turchia e altrove nella gestione dei flussi migratori era già stato denunciato da Dino Frisullo più di venti anni fa.
Che due motovedette con mare forza sette siano nella stessa difficoltà di una barchetta sgangherata di legno ce lo devono dimostrare e con tanto di disegni e calcoli matematici.
Sono rientrate perchè il cima instaurato dal governo Meloni è quello di criminalizzare la solidarietà. Di non spendersi più di tanto per dei poveracci che vengono pianti soltanto dalle loro famiglie.
La misura è adesso davvero colma, l’Italia dell’accoglienza e della solidarietà non può restare a guardare, non può sperare certo in un’inversione di rotta del governo Meloni.
Per questo riteniamo che il presidente del consiglio Giorgia Meloni vada denunciata per il reato previsto dall’articolo 586 del codice pernale.
Morte o lesioni come conseguenza di altro delitto che consiste nelle leggi approvate per impedire i soccorsi in mare. L’invito è a chi ne ha le competenze e alle associazioni a procedere senza esitazioni in questo senso.
da Diogene
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