Messina: L’Esercito nelle scuole in emergenza Covid. “Non vedo, non sento, non parlo”
- gennaio 12, 2023
- in misure repressive
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Martedì 10 gennaio 2023 nel Tribunale di Messina si è tenuta la seconda udienza del processo che vede Antonio Mazzeo, insegnante e attivista pacifista, imputato di “diffamazione a mezzo stampa” perché, – secondo l’accusa – nell’articolo pubblicato il 21 ottobre 2020 su alcune testate giornalistiche, dal titolo A Messina Sindaco e Prefetto inviano l’esercito nelle scuole elementari e medie con il plauso dei Presidi, “commentando la circostanza che, per evitare assembramenti, erano stati inviati militari dell’esercito a presidiare l’ingresso dell’istituto scolastico, offendeva la reputazione della dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo Paradiso, dottoressa Eleonora Corrado, affermando che quest’ultima “…oltre a essere evidentemente anni luce distante dai modelli pedagogici e formativi che dovrebbero fare da fondamento della Scuola della Costituzione repubblicana (il ripudio della guerra e l’uso illegittimo della forza; l’insostituibilità della figura dell’insegnante e l’educare e il non reprimere, ecc.), si mostra ciecamente obbediente all’ennesimo Patto per la Sicurezza Urbana, del tutto arbitrario ed autoritario e che certamente non può e né deve bypassare i compiti e le responsabilità del personale docente in quella che è la promozione e gestione delle relazioni con i minori”.
Nel corso dell’udienza è stata sentita la dirigente scolastica che ha querelato Mazzeo. Non è questa la sede per entrare in merito alle dichiarazioni rese dalla dott.ssa Eleonora Corrado in risposta alle domande dal Pubblico Ministero e del legale di fiducia di Mazzeo, l’avv. Fabio Repici. C’è stato tuttavia un passaggio che mi ha profondamente scosso, turbato e amareggiato Antonio Mazzeo e che riteniamo doveroso mettere a conoscenza dell’opinione pubblica.
Confermando la presenza dei militari dell’Esercito italiano “in divisa ed armati” nella scuola di titolarità, la dott.ssa Corrado ha rivelato un fatto fino ad oggi inedito: “Mi risulta che i militari sono stati inviati anche in altre scuole di Messina”. A specifica domanda dell’avv. Repici, la dirigente ha fornito il nome di due noti istituti comprensivi (scuola elementare e media di primo grado) di centro città. “La circostanza mi è stata personalmente riferita dalla insegnante vicaria del primo istituto e dal dirigente scolastico del secondo)”, ha dichiarato la dott.ssa Corrado che ha fornito le generalità dei due rappresentanti istituzionali.
Non sarebbe stata dunque solo la scuola primaria di Paradiso ad essere illecitamente “attenzionata” dai militari della Brigata meccanizzata “Aosta” (reparto di guerra d’élite dell’Esercito italiano utilizzato in ambito NATO) per “impedire gli assembramenti” di bambine e bambini e genitori all’ingresso di scuola.
Non possiamo che ritenere gravissimo che ciò sia emerso solo due anni dopo e incidentalmente in un processo penale.
Perché i dirigenti e il personale scolastico degli istituti “militarizzati” (non si sa ancora oggi da chi e con quali “regole d’ingaggio”) non hanno denunciato pubblicamente (e nelle opportune sedi istituzionali) un intervento delle forze armate che ha palesemente violato i principi costituzionali e le stesse norme di legge approvate in periodo di emergenza da pandemia, e che ha causato gravi effetti psicologici sui minori?
Perché mentre i genitori, i giornalisti, i consiglieri comunali e il Garante dell’Infanzia stigmatizzavano la presenza dell’Esercito all’intero della scuola Paradiso – ottenendo immediatamente la revoca dell’insostenibile provvedimento – la comunità scolastico-educativa di Messina ha scelto – fino ad oggi – di non vedere, non sentire e non parlare?
La prossima udienza del processo è stata fissata per martedì 21 febbraio 2023 quando saranno sentiti come testimoni la docente responsabile del plesso “Enzo Donato” dell’istituto comprensivo Paradiso, l’allora consigliere comunale Alessandro Russo e l’allora sindaco del Comune di Messina on. Cateno de Luca (quest’ultimo convocato all’udienza scorsa non si è presentato).
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