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Migliorano le condizioni del tifoso del Genoa. Gli amici: "Trattati come terroristi"

Massimo Moro, il tifoso picchiato dalla polizia prima della gara di coppa Italia Inter- Genoa, si è svegliato dal coma e ha raccontato la sua versione dei fatti .

 “Le cose non sono andate come dicono, mi ricordo tutto quello che è successo, è molto diverso dalla versione ufficiale”, ha detto ieri sera ai familiari. Intanto, anche gli amici rimasti con Massimo finché non è stato portato via da un gruppo di agenti e steward, disegnano un quadro un po’ diverso da quello tratteggiato dalle fonti ufficiali della questura di Milano. Il dirigente della Digos Bruno Megale ha affermato che l’uomo avrebbe picchiato la testa contro lo stipite di una porta dopo una colluttazione con alcuni agenti al momento del fermo andando in coma ma i medici hanno smentito questa versione confermando che le gravi condizioni del paziente sono dovute a un’infiammazione polmonare dovuta a un rigurgito del suo stesso vomito che ha occluso le vie respiratorie
“La verità è che a San Siro ci hanno trattati come dei terroristi, mentre eravamo soltanto un gruppo di tifosi allegri”, dice Daniele Govigli, 50 anni, artigiano e padre di famiglia che nei prossimi giorni spiegherà anche al legale dell’amico che cosa è successo a San Siro. “Mi hanno fatto inginocchiare per terra e svuotare le tasche, anche se ho cinquant’anni e sono così pulito da essere stato nominato giudice popolare. Massimo si è rifiutato, per quello l’hanno portato via”.” Ci hanno fatto mettere in ginocchio come terroristi”. – Vi prego di pubblicare la nostra foto, “ Voglio che si vedano le nostre facce di gente normale che per seguire la squadra del cuore ha fatto la tessera del tifoso senza fiatare”.