Migranti: La sporca frontiera. Come l’Italia continua a finanziare le milizie libiche
Nuova inchiesta di altreconomia: “Navi, motori e un nuovo container mobile collegato al radar della base navale di Abu Sitta, sulle coste libiche. Ecco come il nostro Paese, l’Italia, continua a giocare un ruolo chiave nell’intercettare e rimandare indietro i migranti in fuga”.
E’ questo l’incipit dell’inchiesta giornalista “La sporca frontiera”, che campeggia sulla copertina del mensile “Altreconomia” del febbraio 2022.
Un lavoro, quello di Duccio Facchini, che si unisce alla denuncia dell’ong Oxfam, secondo la quale, nel solo 2021, almeno ventimila migranti sono “spariti” una volta arrivati in Libia. Possono essere finiti in strutture “clandestine” oppure nella cosiddetta “industria dei riscatti”.
Secondo Oxfam, quasi un miliardo di euro è quanto pagano italiane e italiani per l’infame accordo tra i governi di Roma e Tripoli, in vigore ormai da anni, per bloccare i migranti sulla sponda sud del Mediterraneo. “Oltre 8 mila morti lungo la rotta del Mediterraneo Centrale dal 2017 a oggi”, è il macabro conteggio di Oxfam, che rivolge un appello al Parlamento italiano, proprio alla vigilia del quinto anniversario della firma del Memorandum del febbraio 2017: “serve un’immediata revoca degli accordi con le autorità libiche e il ripristino delle attività di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale…mentre nessun passo avanti sulla tutela dei diritti umani dei migranti detenuti in Libia”.
L’intervista di Radio Onda d’Urto a Duccio Facchini, giornalista e direttore di Altreconomia, autore dell’inchiesta “La sporca frontiera”. Ascolta o scarica