Si chiede al Governo un permesso di soggiorno per ricerca occupazione, rinnovabile e convertibile alle condizioni di legge. Le proposte dell’Asgi
Nell’attuale emergenza Covid 19 mondiale è impossibile il movimento delle persone, anche per il ritorno nei Paesi di origine per effetto della chiusura dei confini di moltissimi Paesi. Al tempo stesso centinaia di migliaia di persone straniere che vivono in Italia da tempo – per gran parte lavoratrici e lavoratori che occupano settori importanti del mercato del lavoro italiano ( assistenza familiare, agricoltura, logistica, ecc.) o richiedenti asilo ai quali è stata negata tutela – sono prive di permesso di soggiorno, a causa della mancata programmazione nell’ultimo decennio di effettivi flussi di ingresso e delle norme del “decreto sicurezza” del 2018.
In questo contesto l’associazione Asgi ( Associazione per gli studi giuridici sull’Immigrazione) propone al governo di rilasciare un permesso di soggiorno per ricerca occupazione, rinnovabile e convertibile alle condizioni di legge, oppure un permesso di soggiorno per lavoro ai cittadini stranieri che dimostrino la presenza in Italia alla data del 29 febbraio 2020. «Riteniamo necessario – si legge nella premessa della proposta destinata al governo e al Parlamento ed in particolare alla ministra dell’Interno – non limitare la proposta a determinati settori produttivi, che rispondono alla sola esigenza di utilizzo di manodopera ove più forte è lo sfruttamento lavorativo, ma destinare la proposta a tutti/ e coloro che vivono in Italia in condizione di irregolarità o di precarietà giuridica e che attraverso il permesso di soggiorno, per lavoro o per attesa occupazione, possono emergere come persone e non solo come manodopera. soggetti di diritti e non solo braccia per il lavoro».
Perché ciò sia possibile, l’Asgi – sostenuta da tante altre associazioni – ha ipotizzato non solo l’emersione dal lavoro irregolare o precario ma anche il rilascio di un permesso di soggiorno per “ricerca occupazione”, che finalmente svincoli la persona straniera da possibili ricatti o dal mercato dei contratti che hanno contraddistinto tutte le pregresse regolarizzazioni. «La proposta che sosteniamo – conclude l’associazione – comprende perciò una duplice possibilità: la richiesta di permesso per ‘ ricerca occupazione’, di durata annuale e convertibile alla scadenza, oppure la richiesta di emersione dal lavoro irregolare, con sospensione dei procedimenti penali, amministrativi o fiscali in capo al datore di lavoro, fino all’esito del procedimento e loro estinzione in caso di definizione positiva, con rilascio di un permesso di soggiorno per lavoro di durata annuale e convertibile alle condizioni di legge».
Resta il fatto del rischio che passi la sanatoria solo per sopperire alla contingente richiesta di manodopera prevalentemente agricola: si tratta di un titolo di soggiorno vincolato all’emergenza, di durata semestrale e senza nemmeno possibilità di essere convertito in permesso di soggiorno per lavoro. È quindi un’ipotesi di regolarizzazione “usa e getta” che riprodurrebbe solamente la condizione dello sfruttamento del lavoro migrante.
Damiano Aliprandi
da il dubbio