180 studenti della scuola superiore Agnesi subiranno sanzioni disciplinari. 150 di loro verranno sospesi con obbligo di frequenza mentre 30 subiranno minori sanzioni.
La giustificazione del preside si basa sul fatto che i ragazzi devono essere educati alla legalità, perchè l’assemblea prima del corteo non era stata chiesta con il dovuto preavviso.
Inutile dire che un educatore che parla di legalità in un periodo in cui da più di tre anni gli studenti illegalmente e illegittimamente non vengono ascoltati è fare dell’ironia.
Gli studenti non avranno seguito la procedura regolare, ok, ma la legittimità del riunirsi, discutere di vari temi insieme, o di esprimere dissenso è un diritto degli studenti, e nascondersi dietro lo spauracchio della legalità è davvero cieco e diseducativo.
Comunicato del Collettivo Indipendente Agnesi:
La sensazione che abbiamo avuto in questi anni è che la Provincia non consideri la nostra situazione come un’emergenza; sensazione che ha avuto conferma nella promessa, fatta e non mantenuta,delle istituzioni di mettere in sicurezza il plesso di via Bazzi 18.
Dopo due settimane di mobilitazione dovuta alla situazione critica di pareti a rischio crollo,di contropannelli del sofitto trabiccolanti,di vetri rotti e riscaldamenti spenti,
abbiamo aspettato fino alla giornata di Lunedì 7 Novembre quando, dopo non aver assistito neanche all’inizio dei lavori , siamo andati dal Preside a richiedere un’ assemblea plenaria della Succursale; assemblea che, a causa di problemi di tempistica, non ci è stata concessa.
Sentendo fortemente il bisogno di fare un’assemblea informativa abbiamo ugualmente deciso di organizzare questo momento di informazione e di confronto; momento svolto durante la mattinata(del 10 novembre) per lanciare un segnale forte e per poterci rivolgere a tutti, anche agli Studenti che, per i motivi più vari, il pomeriggio non possono fermarsi nelle vicinanze della Scuola alle assemblee del kollettivo.
Forse abbiamo sbagliato,abbiamo commesso il grave errore di aver paura,aver paura di entrare nelle classi e di farci male;abbiamo commesso l’errore di preocuparci della nostra scuola,anticipando stragi come quella di tivoli,quando morì un ragazzo a causa della caduta di un pezzo di tetto.
Sicuramente abbiamo svolto un lavoro che non dovrebbe essere il nostro,ed è assurdo che invece tocchi a noi doverlo fare,in quanto provincia e governo hanno solo da pensare ad appalti e banche,trascurando scuole e cultura.
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