Milano: Assolto Luca Casarini ed altri 4 attivisti per i Trainspotting
- gennaio 10, 2008
- in lotte sociali
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Chi blocca treni carichi di carrarmati diretti alla guerra agisce per «motivi di particolare valore morale e sociale». Valori più alti, certamente, di quanti viaggino a bordo di quel carrarmato e di chi li spedisce in guerra. C’è da aspettare una quarantina di giorni per leggere le motivazioni della sentenza che ieri ha assolto dalle accuse di blocco ferroviario e condannato a 760 euro di multa per interruzione di servizio Luca Casarini e altri quattro attivisti accusati per le azioni di trainspotting del febbraio di cinque anni fa. La novità sta proprio nella condanna lieve e nel riconoscimento dell’attenuante speciale dell’alto valore morale. Il pm aveva chiesto 8 mesi per i cinque no global, la difesa aveva reclamato l’assoluzione piena rivendicando la scriminante del diritto di resistenza a «scelte ingiuste e incostituzionali» oppure, in subordine, l’applicazione dell’attenuante. Il gup, in rito abbreviato, ha depennato il blocco ferroviario, il capo più pesante d’accusa, e comminato 20 giorni prigione commutati in 760 euro con pena indultata. «Una sentenza pilatesca», dirà Aurora D’Agostino, legale degli ex disobbedienti, ma il riconoscimento dell’alto valore morale di un gesto compiuto da centinaia di persone – disobbedienti, cattolici, militanti del Prc, che per alcuni giorni hanno rincorso quel famoso treno carico d’armi Usa, partito da Vicenza, alla vigilia dell’aggressione all’Iraq, e dirette a Livorno per imbarcarsi. «Non posso essere contenta ma stavolta, almeno, i cinque disobbedienti – ha commentato l’avvocata – hanno fatto poco il capro espiatorio per un’azione di massa». Non possono dire lo stesso i nordestini condannati un paio di giorni prima a Milano, nel processo Mayday del 2004, a un anno 2 mesi per qualche scritta sulle vetrine di Blockbuster e McDonald’s. Casarini, da parte sua, ha apprezzato la concessione dell’attenuate speciale «fatta valere in un momento in cui tutto ciò che accade viene trasformato in atto da codice penale o di galera: noi abbiamo solo tentato di fermare un treno che portava, morte, omicidi, stragi, in una guerra da tutti definita inutile». Una sentenza che potrebbe rivelarsi un «arma contro tutte le guerre».
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