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Milano: Condanne al processo per lo sgombero dello spazio occupato “Rosa Nera” e del “Corvaccio” squat

Sono arrivate pochi giorni prima di Natale le condanne per diversi compagni e compagne coinvolte nel processo dello sgombero dello spazio occupato “Rosa Nera” e del “Corvaccio” squat nel quartiere Corvetto di Milano. Le condanne di primo grado vanno dai 2 ai 10 mesi per un totale di più di 5 anni di carcere. Cinque le persone assolte. I fatti risalgono al 18 Novembre 2014 e segnarono il culmine di un’intensa campagna di sgomberi nei quartieri popolari del Corvetto e del Giambellino.

Quella di Pisapia non fu una “rivoluzione” e non fu “gentile”: fu piuttosto l’avvio di una nuova fase nella storia urbanistica di Milano, l’amministrazione del nuovo capitolo della “città-merce” divenuta asset finanziario che un centro-destra provinciale non era in grado di gestire, pur tenendo fermi i suoi esponenti nelle vere “stanze dei bottoni” (a partire da commissioni tecniche e A2A); fu l’inizio di quel “rinascimento milanese” che ha proiettato Milano e la sua borghesia nella dimensione internazionale, garantendo divertimento-intrattenimento al ceto medio tramite l’economia degli eventi e delle fiere, concedendo briciole al precariato e, soprattutto, espulsione dal diritto di cittadinanza ai redditi più bassi.

Sono arrivate pochi giorni prima di Natale le condanne per diversi compagni e compagne coinvolte nel processo dello sgombero dello spazio occupato “Rosa Nera” e del “Corvaccio” squat nel quartiere Corvetto di Milano. Le condanne di primo grado vanno dai 2 ai 10 mesi per un totale di più di 5 anni di carcere. Cinque le persone assolte. I fatti risalgono al 18 Novembre 2014 e segnarono il culmine di un’intensa campagna di sgomberi nei quartieri popolari del Corvetto e del Giambellino.

Era la Milano della “rivoluzione gentile” di Giuliano Pisapia lanciata verso l’Expo 2015 guidato da Beppe Sala. Vista a una distanza di 7 anni non era altro che la fase preparatoria della cosiddetta “rigenerazione” di quei quartieri periferici che proprio oggi stanno subendo le maggiori trasformazioni sia da un punto di vista urbano e che sociale della città. Il 29 Marzo 2021, nel cuore del Crovetto in via Sile 8, hanno aperto i nuovi uffici del Comune di Milano dove sono stati trasferiti 1200 dipendenti. Nella propaganda del Comune, l’apertura della nuova sede, segna l’inizio di un riavvicinamento alle periferie con la creazione di nuovi servizi.

In realtà il risultato più lampante è stato l’aumento dei prezzi del mattone: per il 2022 è prevista un’ulteriore crescita del 9%, il più alto tra tutti i quartieri di Milano. A fare da spinta a questo aumento sono i grossi progetti immobiliari limitrofi come lo Scalo Romana e, in vista delle Olimpiadi invernali 2026, anche il quartiere di Santa Giulia.

Chi non può permettersi questa “rigenerazione” viene prima sgomberato con la forza e poi espulso economicamente, chi lotta per il diritto alla casa viene condannato. In questa visione di una città esclusiva della Giunta Sala non possiamo che esprimere la massima solidarietà e complicità con chi è stato condannato e con chi continua a lottare dal basso nei territori.

da OffTopicLab