Milano, arrestati con folli accuse due studenti dell’Assemblea di Scienze Politiche.
di seguito il comunicato della Ex-Cuem:
MIRANO ALLE NOSTRE GAMBE, MENTRE NOI ABBIAMO GIA’ IMPARATO A VOLARE.
Scatta la trappola mediatica e la montatura giudiziaria.
Sono stati arrestati 2 studenti dell’Assemblea di Scienze Politiche, con l’accusa di una rissa per ragioni politiche fuori dalla Statale.
Tanto per cominciare, i toni e le accuse ci sembrano folli.
Tutti i giorni, infatti, chi costruisce percorsi politici, rivendica un’università diversa, accessibilità allo studio per chi non se lo può permettere, dignità per i lavoratori dell’università con cui ci si è trovati al fianco in diverse occasioni, spazio di vita e socialità nelle sedi di ateneo “mordi e fuggi”, organizzate perchè l’università azienda e diplomificio funzioni al meglio.
Mistificare tutto questo e tentare di far passare chi fa attivismo per un balordo picchiatore è cosa tristemente nota a Milano. La mente torna a episodi dove addirittura chi doveva essere un balordo ci ha lasciato la vita e nemmeno di fronte a questo i giornali ebbero la decenza di tacere, piuttosto che pontificare e costruire teoremi ridicoli e infamanti.
E’ impressionante come questi 2 arresti, legati a presunti episodi che sarebbero avvenuti nello scorso febbraio, piovano proprio ora, al 4 di settembre, all’inizio di un nuovo anno accademico, proprio il giorno dopo una prima assemblea della libreria ex cuem autogestita partecipatissima, dove in un centinaio di studentesse e studenti abbiamo discusso di come la gestione del dissenso in università sia improntata al tentativo di criminalizzare e cancellare con un colpo di spugna tutto ciò che critica e propone un altro modello rispetto a quello del cda composto da baroni e banchieri.
Se ancora l’ingresso della polizia in università in tenuta antisommossa e manganelli spiegati, se ancora 7 arresti domiciliari per il reato di resistenza a quegli stessi manganelli, se ancora accuse di qualsiasi tipo e degne dei migliori sforzi di fantasia non fossero stati chiari, adesso ci rendiamo conto che poteri universitari e polizieschi sono disposti a tutto per prevenire, delegittimare e sedare in partenza ogni forma di dissenso,perfino alla menzogna e alle accuse infamanti: “crea il mostro e sbattilo in prima pagina”.
Hanno tutto l’interesse a sollevare ad arte polveroni e ricoprire di fango chi denuncia i 500 milioni che il ministero dell’istruzione ha spostato dalla ricerca all’acquisto di caccia bombardieri, piuttosto che la mancanza totale di borse di studio, librerie a prezzi accessibili, posti negli studentati, o ancora chi parla della totale mancanza di prospettive per una intera generazione causata dal loro modello di sviluppo.
Dalla libreria ex cuem autogestita esprimiamo massima solidarietà ai ragazzi arrestati e ai loro compagni dello spazio occupato di scienze politiche.
MIRANO ALLE NOSTRE GAMBE, MENTRE NOI ABBIAMO GIA’ IMPARATO A VOLARE,
SIMONE E LOLLO LIBERI
da InfoAut
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Comunicato degli Avvocati Eugenio Losco e Mauro Straini (difensori degli indagati)
Alcuni ragazzi si sono picchiati ad una festa di carnevale in università. Sfortunatamente, uno di loro si è fatto male. Un fatto serio, certo, ma uguale a mille altri che succedono e succederanno, a un concerto, in discoteca, per strada.
Reati comuni, si chiamano. E se i due studenti arrestati ne risulteranno giuridicamente responsabili – se, perché per ora si dovrebbe ancora presumere che non lo siano -, ne risponderanno. Ma non è questo il punto.
Il punto è: se di reati comuni si tratta, perché allora le indagini sono condotte dalle sezioni antiterrorismo dei carabinieri e della procura? Perché avrebbero cominciato a litigare per un manifestino politico? E se avessero discusso per questioni di tifo calcistico, cosa sarebbe successo, sarebbe intervenuto il Coni?
Quel che è certo è che intanto sui quotidiani si sprecano i ragionamenti che partono dalla militanza politica degli arrestati e arrivano a giudicare, col metro del litigio alla festa dell’università, la lotta no tav o l’esperienza dell’ex-Cuem alla statale.
Ma fare ragionamenti basati sul presunto incipit del litigio per condannare esperienze del tutto estranee, questo si, è politico.
E lo è in un senso ben preciso. E’ reazionario.
Si vuole discutere di Tav? Bene, lo si faccia, ma allora si parli di infiltrazioni mafiose, di costi, di utilità, del diritto di decidere del proprio futuro.
Si vuole discutere dell’ex-Cuem? Bene, si parli di università, di baronaggio, di università azienda, degli effetti della riforma Gelmini.
Si vuole parlare di politica? Lo si faccia in termini di onestà intellettuale e di verità.
Questo se qualcuno spera ancora di cambiare qualcosa. Se no, andiamo pure avanti così, con buona pace di chi ancora ne ha.
Un tempo si diceva che solo la verità è rivoluzionaria.