Modena: Polizia locale irrompe in una occupazione. Due fermi
- gennaio 21, 2016
- in casa, lotte sociali
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Due compagni dello spazio sociale Guernica di Modena sono stati fermati nel pomeriggio di oggi 20 gennaio, e trattenuti nel comando della locale a Modena, dopo che i vigili hanno cercato di entrare nell’occupazione del palazzo demaniale di via Boncorsa 20.
Una provocazione da parte di una squadra di una decina di poliziotti della locale motivata dalla volontà di “identificare i presenti”. Di fronte a questa provocazione si è attivata da subito la resistenza di occupanti, solidali e residenti del quartiere. Da maggio è abitato da 6 famiglie sostenute dal collettivo “La Rage”.
“Ancora una volta l’amministrazione locale, tramite le proprie forze di polizia, cerca di intimidire e ostacolare i percorsi di riappropriazione” commentano sulla propria pagina Facebook i compagni e le compagne dello spazio sociale modenese.
Radio Onda d’Urto ha sentito Luca, compagno del Guernica e de “La Rage”, che ha aggiornato sul rilascio di uno dei due fermati e ci offerto delle valutazioni su quanto accaduto. Ascolta o scarica
(aggiornamento)
Mentre si teneva l’udienza per direttissima contro DB lo sportello sociale La Rage ha convocato un presidio al quale hanno partecipato oltre quaranta solidali.al grido DB LIBERO – LA LOTTA PER LA CASA NON SI PROCESSA.
Il presidio si è tenuto in seguito all’unica risposta concreta che la governance e il comune modenese sono stati capaci di mettere in campo dopo le mobilitazioni messe in essere in questi mesi dalle famiglie della palazzina occupata di via Bonacorsa 20: una irruzione della polizia municipale all’interno degli appartamenti che, con toni provocatori e varie minacce, ha tentato di identificare forzatamente le famiglie presenti, operazione che è culminata con l’arresto di DB intervenuto con altri compagni per bloccare l’intimidazione.
Questo non ha fermato la determinazione della comunità resistente che si organizza quotidianamente insieme allo sportello sociale LaRage per ottenere il blocco degli sfratti per morosità, fine degli sgomberi delle occupazioni e ripresa di una seria politica abitativa nel territorio.
In una città curiosa di capire cosa succedeva, sono intervenuti occupanti, studenti medi e universitari, precari e lavoratori.Tutti i solidali, arrivati per difendere la libertà del compagno contro le menzogne riversate su di lui per giustificare il suo arresto, sono rimasti in modo determinato fino alla conclusione degli interventi.
La colpa di DB è quella di credere nella possibilità di vedere rispettate le esigenze del segmento maggioritario di società che sta subendo i rintocchi della campana della crisi: per questo la composizione del presidio era così eterogenea. Nonostate un clima di alta tensione in città non è mancata la solidarietà e la determinazione delle compagne e dei compagni che hanno sfidato le autorità ancora una volta, mettendo in atto un presidio non richiesto né comunicato ad autorità di parte, che sono sempre coerentemente schierate con quegli stessi sfruttatori che servono per stipendi miserabili, ma pur sempre garantiti.
I politici di ogni ordine e grado sono stati chiamati a rispondere delle loro azioni, al fine di stanare i burattinai del sistema mettendoli di fronte alle loro responsabilità.
Risponderanno?
Non lo crediamo. Ciò che stiamo costruendo, in ogni caso, è finalizzato ad un nuovo protagonismo , sociale in cui troveranno ospitalità tutte e tutti coloro che un mondo diverso intendono costruirlo insieme. Non c’è più nessuna possibilità di attendere le elemosine di pubbliche amministrazioni che hanno i soldi solo e sempre per esibizioni muscolari dei loro corpi di polizia. In questo caso, attraverso una ricostruzione fantasiosa, hanno creato le condizioni per mettere a domicilio obbligatorio DB fino alla prossima udienza del 18 febbraio.
Riteniamo che la rabbia e lo scandalo che la fantasia poliziesca sta producendo in città, sia il miglior veicolo per solidificare le fondamenta della composizione sociale che sta producendo una nuova stagione di lotta per una nuova storia di questa città.
Collettivo Guernica