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Modena: un altro suicidio nel Cpt

Due ragazzi si sono impiccati nel giro di due giorni nel Centro di permanenza temporanea di Modena. Questa volta della vittima non si conosce il nome, ma si sa che era originario del Maghreb, ed era venticinquenne. Trasferito nel Cpt di Modena il 10 ottobre, è stato trovato senza vita all’interno del dormitorio, ciò che ha scatenato la rivolta degli altri detenuti. Lo ha comunicato la Prefettura di Modena. Proprio ieri il sindaco di Modena, Giorgio Pighi, e il presidente della Provincia, Emilio Sabattini, avevano visitato il Cpt dopo il suicidio di un giovane tunisino. I due hanno scritto oggi al viceministro dell’interno, Marco Minniti: ritengono necessario «un impegno del governo «per la riforma di queste strutture nell’ambito di una nuova normativa sull’immigrazione che riconduca lo strumento del Cpt all’interno di un quadro complessivo di governo del fenomeno migratorio ripensandone funzioni e modalità che garantiscano un sostanziale rispetto dei diritti umani». Sono in corso indagini per appurare se i due decessi, a distanza di poche ore l’uno dall’altro e con modalità simili, nel Cpt gestito dalla Confraternita della Misericordia e dal fratello gemello di Giovanardi, siano collegati. Per il segretario regionale di Rifondazione comunista, Nando Mainardi, e il segretario della Federazione di Modena Stefano Lugli, «non è ammissibile che in uno stato civile esistano luoghi di detenzione per chi non ha commesso reati e non è ammissibile che non vi vengano rispettate le minime condizioni per una vita dignitosa». Per il ministro alla solidarietà sociale Paolo Ferrero i due suicidi che si sono verificati nell’arco di due giorni nel Cpt di Modena evidenziano i limiti strutturali dei Cpt e la necessità di lavorare sul loro superamento. Mercedes Frias, deputato del Prc, chiede che il governo «venga subito in Parlamento a riferire su quello che sta accadendo» a Modena. Secondo Frias, è «inammissibile» che due persone si siano tolte la vita in un Cpt nel giro di tre giorni. «Le condizioni di vita all’interno del centro di Modena sono talmente disumane da spingere le persone recluse ad atti estremi – prosegue Frias – Dopo il primo suicidio avevamo chiesto al governo di riferire in commissione Affari Sociali, ma dopo il suicido di un altro migrante, e dopo la notizia delle protesta scoppiata oggi al centro di permanenza di Modena, l’audizione in Commissione non ci basta più. Vogliamo che il Governo riferisca direttamente alla Camera».