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Morire di pena, piattaforma per l’abolizione di ergastolo e 41bis

morire di pena

E’ attiva la piattaforma “Morire di pena. Per l’abolizione di ergastolo e 41bis”. Una piattaforma per una sensibilizzazione della società civile e per l’eliminazione dei due istituti più inumani dell’ordinamento penitenziario italiano. Il documento vede la sottoscrizione come primi firmatari di oltre sessanta gruppi e associazioni, e quasi centocinquanta tra artisti, intellettuali, docenti universitari, ricercatori, avvocati, attivisti. L’Osservatorio Repressione ha sottoscritto l’appello e vi chiediamo di diffondere, se potete, il blog e il canale telegram 

per qualsiasi richiesta o informazione potete scrivere a: info@abolizioneergastoloe41bis.it
per far sottoscrivere ad altri l’appello: sottoscrizione@abolizioneergastoloe41bis.it

Morire di pena, piattaforma per l’abolizione di ergastolo e 41bis. Tutti i firmatari

Dal 20 ottobre l’anarchico Alfredo Cospito, detenuto in 41bis, ha rinunciato ad alimentarsi, utilizzando il suo corpo come unica arma possibile per protestare contro il regime di detenzione speciale a cui è sottoposto nel carcere di Sassari e contro l’istituto dell’ergastolo ostativo. Il 6 luglio scorso il reato di “strage contro la pubblica incolumità” per cui era stato condannato è stato riqualificato dalla Cassazione in “strage contro la sicurezza dello Stato”, nonostante le azioni di cui è accusato avessero uno scopo prettamente dimostrativo, e non abbiano causato feriti né morti.

Lo sciopero della fame di Cospito ha avviato una discussione su questi temi anche tra settori della società solitamente prudenti su questi temi, denunciando l’accanimento dello Stato nei suoi confronti persino sui media mainstream, puntando però, per lo più, sull’ambiguo tema della “non proporzionalità” della pena applicata nel singolo caso.

La battaglia che Cospito sta portando avanti ha tuttavia la forza per aprire faglie più ampie nel sistema e un dibattito reale sulla necessità di superamento di due istituti inumani come l’ergastolo e il 41bis, oltre che dell’intero sistema dei circuiti speciali di detenzione. Altre letture rischiano di diventare strumentali al mantenimento dello status quo, e incapaci di rendere giustizia alla lotta che il detenuto anarchico sta portando avanti, mettendo a rischio la propria vita.

Fin dalla sua nascita, che trova radice nelle legislazioni speciali degli anni Ottanta e Novanta, il 41bis si è mostrato come uno strumento di ricatto per spingere i detenuti alla collaborazione con la magistratura, fondato su pratiche di vera e propria tortura. Le condizioni inumane e prive di ogni logica previste da questo istituto si concretizzano in isolamento in celle di pochi metri quadri, limitazioni all’ora d’aria, sorveglianza continua, limitazione o eliminazione dei colloqui con i familiari, controllo della posta, limitazione di oggetti in cella persino come penne, quaderni e libri. Un progressivo annientamento che provoca danni incalcolabili nel corpo e nella psiche dei detenuti.

L’ergastolo, assimilabile in tutto e per tutto alla pena di morte, è invece l’istituto con il quale lo Stato prende possesso del corpo di un individuo, arrogandosi la prerogativa di decidere discrezionalmente se, come e quando restituirgliela attraverso la “libertà condizionale” per “buona condotta”, senza che questi possa venire a conoscenza dei tempi e dei modi del suo eventuale rientro nel consesso sociale. Al netto della inumanità di una punizione a vita, che cancella nell’individuo le idee stesse di “speranza” e di possibile reinserimento nella comunità, l’ergastolo è incompatibile con la Costituzione e con l’idea di “rieducazione” del condannato.

Un dibattito limitativo rischia di essere in questo senso quello sulla possibile abolizione del solo istituto dell’ergastolo ostativo, ovvero quello che – nel caso di alcuni specifici reati – non prevede la possibilità di liberazione condizionale e di altri benefici, a meno che la persona condannata non collabori con gli organi inquirenti. Con la recente legge approvata dal parlamento, inoltre, la possibilità di liberazione condizionale viene spostata a trent’anni di pena scontata invece di ventisei, senza contare che altre misure rendono altamente improbabile la possibilità di affrancamento dalla pena fino alla morte. Il vero tema è quindi quello dell’abolizione dell’ergastolo in toto, nell’ottica di un futuro superamento dell’intera istituzione carceraria, mero strumento di confinamento della marginalità e della povertà (basta vedere da chi è oggi costituita la grande maggioranza della popolazione carceraria, e quali sono i reati di cui questi detenuti sono accusati) nonché di controllo e punizione rispetto a tutte le potenziali conflittualità sociali.

MORIRE DI PENA. PER L’ABOLIZIONE DI ERGASTOLO E 41BIS è una piattaforma di sensibilizzazione e rivendicazione che punta all’abolizione di questi due istituti e dei circuiti speciali di detenzione. La piattaforma nasce a seguito di un’assemblea svoltasi a Napoli che ha visto protagoniste tutte le realtà militanti e sociali in lotta contro il carcere o per la tutela dei diritti dei detenuti, coinvolgendone poi altre sul territorio nazionale. L’obiettivo è quello di allargare la consapevolezza – attraverso iniziative di analisi e discussione, e azioni mediatiche e politiche – rispetto alla necessaria eliminazione di ergastolo e 41bis, sollecitando anche i più prudenti settori sociali citati nella prima parte di questo documento a prendere esplicitamente posizione. Un percorso che immaginiamo lungo e difficile, ma possibile, considerando le fratture che gli accadimenti recenti hanno reso oltremodo visibili.

È possibile, a livello individuale e collettivo, sottoscrivere questo documento e mettersi in rete con le realtà che da qui ai prossimi mesi proveranno a portare avanti la piattaforma, scrivendo all’indirizzo mail: sottoscrizione@abolizioneergastoloe41bis.it.

Al momento hanno scelto di aderire:

SOTTOSCRIZIONE GRUPPI

Attivisti e attiviste napoletane per l’abolizione di ergastolo e 41bis

A Buon Diritto

ACAD – Associazione contro gli abusi in divisa

Anomalia, centro di documentazione anarchica

Antudo – Sicilia

Archivio Primo Moroni – Milano

Arrevuoto, teatro e pedagogia

ArtLab – Parma

Assalti Frontali

Banda Baleno – Napoli

Brigata Dax – Milano

Cambiare Rotta, organizzazione giovanile comunista

Cannabiservice, associazione per il diritto di cura

CAOS – Coordinamento Aec operatori autorganizzati

Casa delle donne – Parma

Casa occupata Città Vecchia – Taranto

Centro popolare autogestito – Firenze

Centro studi movimenti – Parma

Chi rom e chi… no – Napoli

Clinica Legale immigrazione Università Roma Tre

Collettivo autonomo lavoratori portuali – Genova

Collettivo No Porto Fiumicino

Collettivo Primo Contatto

Collettivo terraterra – Roma

Coma Berenices

Comitato Città Vecchia – Taranto

Comitato piazza Carlo Giuliani – Genova

Comitato verità e giustizia per il carcere di Modena

Comune-info

Contropiano

Corto Circuito, csoa – Roma

CUB informazione e spettacolo

Edizioni Bepress

Edizioni Cronopio

Edizioni Spring

Ex caserma liberata, csoa – Bari

Folletto 25603 – Abbiategrasso, Milano

Forum diritti e salute

FIR – Frazione internazionalista rivoluzionaria

Fregne in lotta

Gruppo Mercurio – Orvieto

Il carcere possibile – Napoli

LasciateCIEntrare

La prigione e la piazza

La Terra Trema

Le Macerie, baracche ribelli – Molfetta

Lucha y Siesta – Roma

Mamai Manna, collettivo agricolo – Sardegna

Movimento per il diritto all’abitare Roma

Napoli Monitor

Off Topic, laboratorio politico – Milano

OSA – Organizzazione studentesca d’alternativa

Osservatorio Repressione

Prato antifascista

Progetto Diritti

Quarticciolo ribelle – Roma

RadioSonar – Roma

Raggia Tarantina

Red Star Press

Rete dei comunisti

SiCobas

Spazio antagonista Newroz – Pisa

Spazio popolare Anna Campbell – Pesaro

Solchi DIY – Parma

Transform! Italia

Yairaiha Onlus

UnavoltaXtutte, collettivo femminista VIII Municipio – Roma

Unione Inquilini Ladispoli

Unione Inquilini Napoli

USB – Unione sindacale di base

Zapruder / Storie in movimento

99 Posse

SOTTOSCRIZIONE INDIVIDUALE

Luca Abbà, attivista

Flavio Rossi Albertini, avvocato

Elisabetta Alippio, avvocato

Damiano Aliprandi, giornalista

Claudio Aloia

Stefano Amato, ex detenuto

Cesare Antetomaso, avvocato

Livia Apa, docente universitaria

Stella Arena, avvocato

Sofia Bacchini, ricercatrice

Silvia Baraldini, attivista politica

Donato Barbato, Antigone Campania

Tania Bassini, avvocato

Charlie Barnao, docente delegato per il polo universitario di Catanzaro

Beppe Battaglia, volontario in carcere

Margherita Becchetti, ricercatrice

Barbara Berardi, avvocato

Sandra Berardi, attivista

Marco Bersani, Attac Italia

Domenico Biliotti, docente universitario

Francesca Bonassi, Antigone Campania

Andrea Bottalico, ricercatore

Marina Brancato, docente universitaria

Caterina Calia, avvocato

Danilo Camplese, avvocato

Marco Campora, presidente Camera penale di Napoli

Carlo Caprioglio, docente universitario

Antonio Capuano, regista

Enzo Carrano, ex detenuto

Ascanio Celestini, attore

Michela Cerocchi, ricercatrice

Samuele Ciambriello, garante dei detenuti della Campania

Benedetto Ciccarone, avvocato

Liliana Ciorra, psicologa

Adriano Cirulli, ricercatore

Paola Cisternas, Antigone Campania

Marco Colacurci, Antigone Campania

Marta Collot

Paolo Conte, Antigone Campania

Emilia Corea, operatrice sociale

Giorgio Cremaschi, sindacalista

Mario Crispino, Antigone Campania

Antonella Cristiani, redattrice editoriale

Francesca Curto, avvocato

Cyop, artista

Aurora D’Agostino, avvocato

Elena D’Asenzio, musicista

Maria Eusapia Danzi, avvocato

Mauro Dazzi, ricercatore

Luciana De Angelis, praticante avvocato

Luigia De Biasi

Francesca De Carolis, giornalista

Francesca De Rosa, ricercatrice

Elisabetta Della Corte, sociologa

Anna Giulia Della Puppa, dottoranda

Lorenzo Declich, storico

Italo Di Sabato, attivista

Antonella Distefano, Antigone Campania

Nicoletta Dosio, attivista

Alfredo Durante, avvocato

Antonio Esposito, ricercatore indipendente

Luigi Ferrajoli

Monica Ferrando, filosofa

Fabio Maria Ferrari, avvocato

Biagio Ferrone, avvocato

Francesco Festa, attivista

Goffredo Fofi, critico

Eleonora Forenza, parlamentare europea VIII legislatura

Ludovica Formoso, avvocato

William Frediani, scrittore

Luigi Ferrajoli, giurista

Enrico Gargiulo, docente universitario

Elio Germano, attore

Ilaria Giugni, Antigone Campania

Haidi Giuliani, attivista

Giuliano Granato

Rossella Grasso, giornalista

Ettore Grenci, avvocato

Marco Grilli, avvocato

Jorit, artista

Ilaria La Fata, ricercatrice

Marika La Pietra, Antigone Campania

Dana Lauriola, attivista

Marta Lispi, attivista antiproibizionista

Laura Longo, ex presidente Tribunale di sorveglianza L’Aquila

Domenico Lopresto, sindacalista

Eugenio Losco, avvocato

Carlo Luglio, regista

Mari Luna, avvocato

Manolo Luppichini, film-maker

Guido Lutrario

Roberta Maggiali, psicologa

Giuseppe Mammana, giornalista

Francesco Maranta, consigliere regionale Campania (2000-2005)

Lina Marchini, pensionata

Federica Maresca, Antigone Campania

Peppe Marra, sindacalista

Rita Martufi, ricercatrice

Pietro Marcello, regista

Giuseppina Massaiu, avvocato

Diego Miedo, artista

Simona Molisso, avvocato

Ennio Mori, libraio

Antonella Moscati, filosofa

Guido Moschella, avvocato

Maurizio Muoio, attore

Lino Musella, attore

Emilio Nigro, scrittore

Allegra Nelli

Maurizio Nucci, presidente camera penale di Cosenza (2016-2020)

Ivonne Panfilo, avvocato

Michele Passione, avvocato

Margherita Pelazza, avvocato

Francesco Pelosi, ricercatore

Santino Piccoli, avvocato

Emma Pietroletti, dottoranda

Sauro Poli, avvocato

Leonardo Pompili, avvocato

Stefano Portelli, ricercatore

Alberto Prunetti, scrittore

Gianmario Ramondini, avvocato

Enrica Rigo, docente universitaria

Luigi Romano, presidente Antigone Campania

Francesco Romeo, avvocato

Riccardo Rosa, giornalista

Chef Rubio, cuoco

Livia Russo, ex detenuta

Giovanni Russo Spena, Giuristi Democratici

Arturo Salerni, avvocato

Mariachiara Salerno, Antigone Campania

Elisabetta Salvini, insegnante

Dario Santilli, attivista politico

Don Alessandro Santoro, comunità delle Piagge (Firenze)

Arturo Sarerni, avvocato

Carmine Savella, Antigone Campania

Maria Elena Scandaliato, giornalista

Gianluca Schiavon, giurista

Rossella Selmini, docente universitaria

Carla Serra, avvocato

Vincenzo Scalia, docente universitario

Fabio Sommovigo, avvocato

Salvatore Stasi, sindacalista

Raffaele Tartaglia, Antigone Campania

Alfonso Tatarano, avvocato

Gaia Tessitore, Antigone Campania

Enrico Tonolo, avvocato

Lorenzo Tore, ricercatore

Francesca Trasatti, avvocato

Roberta Valmassoni, avvocato

Luciano Vasapollo, docente universitario

Nicola Vicidomini, artista

Gianluca Vitale, avvocato

Maurizio Zanardi, editore

Zerocalcare, artista

 

 

 

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