La Procura di Roma ha ordinato nuove indagini per la morte di Mario Paciolla, Decisivi il tipo di nodo della corda trovata intorno al collo, le tracce sui vestiti e i misteriosi coltelli senza impronte trovati vicino al corpo. I genitori: “Solo l’Onu sapeva degli spostamenti di Mario”
di Antonio Musella da Fanpage
La Procura di Roma ha ordinato nuove indagini per la morte di Mario Paciolla, il cooperante italiano ritrovato morto in Colombia a San Vicente del Caguan, nel luglio del 2020, opponendosi alla richiesta di archiviazione del caso. Paciolla faceva parte di una missione Onu che vigilava sugli accordi di pace tra i guerriglieri delle Farc e il governo Colombiano. In Sud America la giustizia aveva archiviato il caso come un suicidio, ma i genitori del cooperante, Anna Motta e Pino Paciolla non hanno mai creduto a questa versione ed hanno sempre chiesto la verità.
Sul caso di Mario Paciolla si è mobilitata la società civile e il Comitato “Verità e Giustizia per Mario Paciolla” da due anni fa pressioni sulla magistratura e sull’opinione pubblica. Fanpage.it ha più volte sollevato le incongruenze della ricostruzione della giustizia colombiana sui fatti ed ha acceso i riflettori su diversi lati oscuri della vicenda, come il comportamento di due funzionari dell’Onu in Colombia, poi denunciati dalla famiglia, che avrebbero occultato reperti e ripulito la casa di Mario senza avvisare la polizia colombiana.
Inoltre, vi abbiamo mostrato, grazie alla ricostruzione dei genitori delle ultime telefonate di Mario, come il cooperante italiana avesse timore per la propria vita negli ultimi giorni prima della morte. Proprio nel giorno della sua scomparsa, Mario sarebbe dovuto rientrare in Italia, dopo aver fatto un biglietto in fretta durante la notte grazie all’aiuto della famiglia dall’Italia.
Abbiamo raggiunto Anna Motta, mamma di Mario, per un commento sulla riapertura delle indagini.
Come avete appreso della notizia? Cosa avete provato?
Una gioia immensa, non ce lo aspettavamo. Lo speravamo, ci avevamo creduto, sapevamo che molte cose non erano state valutate, la nostra speranza si alimentava soprattutto sul fatto che è trascorso molto tempo dall’udienza. La giudice ha visto tutto ciò che non tornava, evidentemente, ed alla fine ha preso questa decisione.
Secondo voi su cosa devono orientarsi le nuove indagini?
Gli elementi che hanno fatto emergere più di un dubbio sono diversi. Da un lato il tipo di nodo della corda che aveva intorno al collo, le ferite rinvenute sulle braccia e il ritrovamento dei coltelli accanto al corpo di Mario. Questi coltelli non hanno impronte, né quelle di Mario, né quelle di altri, ed erano proprio accanto al corpo, come se fossero stati puliti. Questo è un elemento su cui i giudici hanno chiesto di fare nuove valutazioni, così come i rilievi sui vestiti di Mario. Ora faremo una ricognizione su tutti gli aspetti, è successo tutto molto in fretta, ma le stranezze sul luogo di ritrovamento del corpo sono tante.
Su quali ambienti bisogna indagare per trovare la verità?
Come dico sempre, gli unici a sapere della partenza di Mario era l’Onu. Quelli che gli hanno fatto i biglietti, che gli hanno procurato i documenti. Mario stava tornando in Italia con un volo umanitario quindi aveva bisogno di una documentazione speciale. Per noi l’ambiente dell’Onu e della missione in Colombia è un tassello molto importante.
In questi anni avete raccolto una grande solidarietà, quanta forza vi ha dato?
La mobilitazione sociale è la nostra forza, da soli non ce la faremmo, se non ci fosse stato Fanpage.it, se non ci fossero stati altri giornalisti, se non ci fosse stato il Comitato “Mario Paciolla”. Io ormai non li nomino nemmeno più perché sono parte della nostra famiglia, siamo un tutt’uno. Questo collettivo di ragazzi straordinario che da subito si è messo al nostro fianco ci ha dato una forza enorme. Sono parte di noi.
Cosa vi aspettate adesso dal governo italiano?
Abbiamo sempre chiesto di non essere lasciati soli dalla politica, Mario era un cittadino italiano. Noi abbiamo incontrato il precedente Governo ed abbiamo chiesto di fare pressioni, siamo disponibili ad incontrare l’attuale Governo, l’attuale ministro degli Esteri, che al momento non abbiamo ancora incontrato. Crediamo poi che bisognerebbe dare un impulso alla cooperazione internazionale. Mario faceva questo. Molte delle guerre che viviamo in questo momento troverebbero nella cooperazione internazionale uno strumento di risoluzione importante. Investire di più sulla cooperazione servirebbe al mondo intero.
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