Claudio Monetti, Vanessa Russo, Karolina, tre morti assurde che richiederebbero il silenzio e la riflessione alla ricerca di un senso, anche blando, per questi avvenimenti terribili. Dei tre, solo Karolina e caduta in un silenzio, quello mediatico: una bimba polacca di sei anni uccisa “accidentalmente” da un italiano non fa notizia, ne si può utilizzare politicamente. Molto peggio è accaduto a Claudio Monetti e Vanessa Russo, oggetto di un´attenzione mediatica che non si è fermata neanche di fronte al dolore ed alla disperazione delle famiglie delle vittime, dolore e disperazione. Sbattuti nel “prime pagine” per aumentare ascolti e tiratura; strumentalizzati da una destra forcaiola che cerca di utilizzare la rabbia generata da morti ingiuste per guadagnare consensi. Il problema sicurezza esiste per il solo fatto che viene sentito come tale dalla maggioranza della popolazione; ma ci preoccupa la semplificazione dei problemi che vede nella richiesta di più polizia, più telecamere, più spie, più “ronde”, l´unica soluzione al problema della sicurezza, come se vivere in una specie di galera a cielo aperto sia l’unico modo per vincere la paura. Pensiamo sia semplicemente folle pensare che la spirale di violenza si interrompa con la repressione indiscriminata, perché la causa ultima non è la mancanza di disciplina, ma l’aumento della disperazione, della povertà e dell’ignoranza, in tutte le popolazioni, culture e persone. Il vero problema sta nei tempi e nelle procedure del sistema giudiziario e legislativo, forte con i deboli e debole con i forti, che non consente quella “certezza della pena”, garanzia fondamentale dello stato di diritto, ma consente l´impunità a chi si può permettere di sguazzare tra cavilli e perdite di tempo e pene “esemplari” a chi non può. Il vero problema sta nella solitudine in cui restano i nostri anziani, deboli, abbandonati ed alla mercé del primo malvivente di turno. Il vero problema sta nell’indifferenza, nella non conoscenza del vicino, nel “non” intervenire, nel farsi i fatti propri: un tessuto sociale sano e coeso non da spazio alla violenza ed alla sopraffazione che invece prospera nelle solitudini. Questo “esserci” non può essere delegato a nessuna ronda o forza di polizia. La vera soluzione è ricostruire un tessuto sociale nei quartieri: una risposta molto più interessante delle ronde e della caccia allo straniero: una risposta positiva, intelligente, ma soprattutto umana. La vera risoluzione sta nel dare possibilità e futuro alle persone.
14.05.07
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