Napoli: condannati a 3 anni di reclusione attivisti della rete per la IV settimana
- ottobre 04, 2007
- in lotte sociali
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Il viaggio ai confini della realtà del tribunale di Napoli – IV sezione – si è concluso! ‘Tre anni e 4 mesi’ è infatti l’incredibile sentenza di primo grado per“estorsione di pummarole”, riferita a nove attivistidella rete dei’Comitati per la IV settimana’ (fra essi Mario Avoletto del lab. Ska, Francesco Caruso, Michele Franco e Terracciano Antonietta del movimento precari della Rdb). I fatti: nel 2004 oltre 200 precari realizzarono un presidio contro ilcarovita dentro l’ipercoop di Afragola. L’iniziativa si iscriveva in una campagna pubblica nazionale contro ilcarovita e per il diritto al reddito, che coinvolse, in decine di iniziative, i sindacati di base, i centri sociali, i collettivi e i movimenti dei disoccupati organizzati, dei precari e delle precarie. Si apriva lo scontro politico su un tema, quello del diritto al reddito, la cui centralità è oggi sempre più evidente rispetto alla qualità della vita e della democrazia nel nostro paese. Il presidio si concluse con la messa a disposizione volontaria, da parte della direzione aziendale, di pasta e pelati (!) distribuiti gratuitamente agli stessi clienti del supermercato. Il valore della merce, calcolato dalla stessa azienda, è di circa 350 euri… L’iniziativa nacque spontaneamente dalla dirigenza aziendale per venire incontro ad una protesta che evidentemente si riteneva nuocesse all’immagine dell’Ipercoop. Il tutto si svolse in forme assolutamente pubbliche e pacifiche, tanto che furono diffuse ovunque le immagini della protesta per pubblicizzarne ulteriormente i contenuti. Pochi mesi dopo, del resto, la stessa direzione dell’Ipercoop accettò di intavolare con i Comitati per la Quarta Settimana una contrattazione che definì e rese fruibile un elenco di prodotti divario genere a prezzi calmierati. Eppure si è aperto questo incredibile procedimento giudiziario che arriva oggi alla sentenza di primo grado con la condanna per “estorsione aggravata dal numero di persone”. Come nel Processo per un’altra protesta contro il carovita, attuata il 6 novembre 2004 a Roma, sconcerta l’assoluta sproporzione e la gratuità del reato ipotizzato e delle pene previste rispetto alle caratteristiche concrete delle azioni messe in campo! In una città come Napoli, dove il concetto di estorsione richiama ben altre pratiche e ben altri poteri, ad essere colpite sono ancora una volta le istanze sociali, penalizzate dall’assenza di qualunque politica in sostegno dei redditi e ora anche criminalizzate nelle aule dei tribunali. Per questo facciamo appello ai precari, ai movimenti, alle associazioni, alle forze sinceramente democratiche a esprimere il proprio dissenso contro la criminalizzazione delle lotte sociali e rilanciare la battaglia per idiritti dei precari e delle precari e calpestati dal carovita e da unalegislazione che anche questo governo ritiene evidentemente intoccabile!
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