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Napoli: la polizia attacca il picchetto operaio alla GLS

A Napoli la polizia attacca il picchetto operaio alla GLS e ferma il coordinatore provinciale del SI Cobas, Peppe D’Alesio

da pungolo rosso

Gravissimo quanto successo nella mattinata di mercoledi 29 gennaio a Napoli,  giornata in cui in tutta Italia si sono moltiplicati gli scioperi a seguito dell’apertura dello stato di agitazione in tutte filiere Fedit (SDA, BRT, GLS).

In questo momento, Giuseppe D’Alesio, coordinatore provincia di Napoli e Caserta, è in Questura dopo che la celere ha sgomberato il picchetto operaio fuori la GLS di Gianturco.

Da più di un mese e mezzo il SI Cobas sta lottando fuori ai cancelli GLS per il reintegro dei 50 licenziati di Napoli, i quali sono stati buttati fuori dal franchising TEMI (gruppo Tavassi) solo per aver detto basta al super-sfruttamento e alla totale precarietà lavorativa, rivendicando la piena applicazione del Ccnl così come hanno fatto quindici anni fa i lavoratori della logistica quando si sono organizzati nel SI Cobas.

Il nostro sostegno a questa battaglia, fondato sulla giustezza delle ragioni di questi lavoratori e fuori da ogni calcolo di bottega, nel corso di queste settimane si è sempre accompagnato alla ricerca di un dialogo costruttivo con GLS e con Fedit, affinché queste ultime si adoperassero per portare al tavolo l’azienda Temi con la quale ha un intreccio commerciale fondamentale e si individuassero soluzioni accettabili per entrambe le parti in conflitto.

In questo mese e mezzo abbiamo invece assistito al totale disinteresse sia di GLS (trinceratasi dietro lo schermo di una presunta impossibilità ad intervenire su un proprio franchising) sia di Fedit, la quale non è mai andata realmente al di là di un’ipotesi di buonuscita per tutti i licenziati non svolgendo come nel passato un forte ruolo mediazione con il sindacato.

Ciò ha determinato una radicalizzazione dello scontro, a malapena frenato dalla Prefettura di Napoli, la quale ha convocato ben 9 incontri tra le parti nel tentativo di individuare una soluzione alla vertenza, alle quali GLS non si è mai presentata e TEMI si è limitata a fare da spettatore, lasciando al proprio fornitore il compito (e l’onere istituzionale) di mantenere il pugno di ferro contro i licenziati.

In realtà, questa lunga e difficile vertenza si inserisce in un clima di sistematica chiusura delle aziende in franchising della GLS che non hanno accettato di applicare l’accordo sul premio natalizio (vedi Brescia e Siena).Tutto ciò si inserisce in un contesto generale che vede da un lato il sostanziale peggioramento delle condizioni di tutti i lavoratori del trasporto merci e logistica, grazie a un rinnovo del Ccnl che da un lato non recupera neanche la metà del potere d’acquisto perso in questi anni a causa dell’inflazione, dall’altro aumenta la precarietà attraverso l’innalzamento delle soglie per l’utilizzo di manodopera in somministrazione, cioè il principale strumento di ricatto usato dai padroni per minare l’unità degli operai e indebolire la forza del sindacato nella contrattazione.

D’altro canto, stiamo assistendo in questi mesi a una chiara volontà da parte dei 3 corrieri appartenenti a Fedit (SDA, BRT, GLS) di mettere in discussione le conquiste strappate dai lavoratori negli ultimi anni: gli accordi-quadro di secondo livello, che hanno permesso a migliaia di lavoratori in tutta Italia di ottenere il riconoscimento dei ticket, dei passaggi automatici livello in base all’anzianità, dei premi di risultato, del pagamento di indennità di disagio per i turni spezzati, ecc., sono ormai scaduti e non è stata manifestata alcuna volontà da parte padronale di procedere a un loro rinnovo ed adeguamento, tuttalpiù l’intenzione è quella di spostare sui fornitori le totali responsabilità contrattuali.

Chiaramente ciò frazionerebbe la forza dei lavoratori in tante situazioni.

Per questo, in questi giorni, l’azione di lotta nella filiera della Gls si è rafforzata affinché si risolvano in particolar modo i problemi relativi ai licenziamenti dei nostri compagni di Napoli e contemporaneamente apriamo uno stato di agitazione con una prima giornata di lotta nei magazzini di Sda e Bartolini in solidarietà a quelli di Gls a significare alla Fedit che assuma un ruolo più attivo e positivo per la soluzione della vertenza su Napoli ma anche per ritornare ad un confronto centrale per rinnovare i contratti di secondo livello stabiliti con il SI Cobas.

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