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Napoli: Le guardie giurate dell’ospedale le negano il pronto soccorso, muore donna immigrata

Una immigrata, trentenne. Le guardie giurate del pronto soccorso l’avrebbero cacciata via. E lei è morta dopo cinque ore in un altro ospedale. I medici hanno chiesto l’autopsia e l’intervento della Procura.

È accaduto a una giovane originaria dello Zimbawe e residente a Castel Volturno. Vittima di un probabile infarto, la donna giunge ieri sera al San Paolo di Fuorigrotta accompagnata da amici e parenti. È gravissima. Ha difficoltà respiratorie, dolore al torace e parametri vitali in declino. Chi la accompagna racconta una storia allucinante, se fosse confermata dalle indagini. Uno del gruppo ricostruisce le ultime ore di vita di Mary Jacob. Parla male italiano, ma si fa capire. Urla, gesticola, piange. E soprattutto dice che Mary era stata all’ospedale Santa Maria delle Grazie, a Pozzuoli, da dove però le “guardie” l’hanno subito mandata via.

Cacciata? «Sì, non le hanno permesso neanche di entrare in pronto soccorso», risponde un ragazzo, «Lei aveva solo bisogno di essere visitata». A questo punto, la donna viene riaccompagnata a casa. Passa il tempo, il dolore al petto aumenta. Il respiro si fa sempre più affannoso. Dopo tre ore, la decisione di correre a Napoli. Al San Paolo. Scatta il codice rosso. Prelievo, elettrocardiogramma, flebo. Niente da fare. È troppo tardi, la paziente non risponde alla terapia. Una manciata di secondi e il cuore si ferma. Gli anestesisti tentano col massaggio cardiaco, poi si preparano a defibrillarla. Parte la scarica elettrica. La donna ha un sussulto, ma il cuore resta fermo. L’ago dell’elettroencefalografo traccia un’unica linea. Diritta. Mary è morta. I medici del San Paolo sono sconvolti.

«È una cosa ignobile, se sarà confermata», dice un camice bianco, «e non è la prima volta che al Santa Maria delle Grazie si verificano episodi di intolleranza verso gli extracomunitari. Questo è razzismo». Aggiunge un altro rianimatore: «Vogliamo l’autopsia e un’inchiesta. Bisogna sapere come è morta questa poverina che aveva anche un figlio nel suo Paese. Con un infarto, se preso in tempo, oggi si hanno molte possibilità di salvarsi».

da La Repubblica