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Nazi-rock fuori tempo e tanta xenofobia. Un’adunata milanese

Oggi (sabato 19 novembre) il raduno internazionale promosso dai gruppi Hammerskin e Blood and Honour. Con la benedizione di questura, prefettura e del sindaco del Pd Beppe Sala

«Europa svegliati, per il bene dell’uomo bianco / Europa svegliati prima che sia troppo tardi / Europa svegliati ora», dice la canzone Europe Awake del 1984 degli Skrewdriver, il gruppo organizzato da Ian Stuart, la prima band inglese apertamente di estrema destra, fiancheggiatrice del National Front, fondatrice della rete Rock against communism (Rac).

E Europe Awake è il nome del raduno internazionale previsto per oggi, 19 novembre a Milano, in cui si esibiranno gruppi nazi-rock provenienti anche dalla Germania, dalla Gran Bretagna e dalla Norvegia. Sulla locandina accanto ai due martelli incrociati, il simbolo degli Hammerskin, compare anche l’insegna di Blood and Honour, con la Totenkopf, il teschio che adornava la divisa delle SS, con dietro una svastica a tre gambe, il cosiddetto Triskel già utilizzato da una divisione delle Waffen SS nel secondo conflitto mondiale.
A far da struttura portante per questi avvenimenti emerge sempre più il ruolo degli Hammerskin milanesi (con sede presso la Skinhouse di Bollate), tutt’uno con Lealtà azione, l’organizzazione neofascista data in crescita in Lombardia.

BLOOD AND HONOUR Inizialmente la sigla Blood and Honour («Sangue e onore»), uno dei motti delle SS, fu utilizzata nel 1979, agli albori del movimento naziskin in Gran Bretagna, sia come fanzine musicale sia come vero e proprio bollettino del movimento. Erano i tempi di Ian Stuart, già dirigente a Londra dello Young national front, che riuscì con la sigla Rock against communism, nell’aprile 1983, a organizzare il primo concerto nella zona orientale di Londra, a Stratford.

Da qui il costituirsi di una ragnatela con contatti solo in parte legati agli avvenimenti musicali, ben oltre la Gran Bretagna, in Belgio, Olanda, Germania, Italia, Spagna, Stati Uniti, Australia e perfino Giappone.

Blood and Honour, non più semplicemente una fanzine, si costituì dunque progressivamente come punto di riferimento di organizzazioni neonaziste, bande nazi-rock, case editrici e discografiche, negozi di abbigliamento e luoghi di ritrovo. A suo modo, in forme nuove, una nuova Internazionale nera.

IL VENETO FRONTE SKINHEADS In quegli anni fu il Veneto fronte skinheads a rappresentare la succursale italica di Blood and Honour. Il Vfs fece fin dall’inizio esplicita professione di razzismo, riconoscendo come propri maestri Giovanni Preziosi, Alfred Rosenberg, Julius Evola, Corneliu Codreanu, Léon Degrelle e Ante Pavelic. Senza infingimenti manifestò anche ammirazione per il Terzo Reich hitleriano, i suoi leader e i suoi simboli, la Guardia di Ferro rumena, il regime di Vichy, gli ustascia croati, l’Oas e il Ku Klux Klan.

MISURE DI CONTRASTO In Germania, Blood and Honour fu messa fuori legge il 14 settembre 2000. Secondo il ministro dell’interno di allora, il socialdemocratico Otto Schily, si trattava di un’organizzazione xenofoba e razzista. Anche la sezione spagnola di Blood and Honour nel 2005 fu smantellata. Secondo la Guardia civil il gruppo si finanziava con il traffico di armi. In Belgio, ai primi di settembre del 2006, dopo un’indagine durata due anni furono invece arrestati 17 uomini, undici dei quali militari (tra loro due sottufficiali), accusati di appartenere a Blood and Honour e voler mettere in atto azioni terroristiche.

COMBAT 18 Dopo la morte improvvisa, a soli 35 anni, di Ian Stuart, avvenuta il 24 settembre 1993 in un incidente stradale, fu il gruppo Combat 18 ad assumere il controllo di Blood and Honour. Combat 18 (C18), in cui i numeri 1 e 8 stanno a indicare le due corrispondenti lettere dell’alfabeto A e H, cioè le iniziali di Adolf Hitler, è stato ed è in realtà un gruppo terroristico e clandestino. Nei suoi bollettini si incitava alla violenza e all’assassinio nei confronti dei nemici, debitamente indicati in «liste nere». Si passava dai comunisti ai membri del Partito laburista, ai funzionari delle organizzazioni dei rifugiati, agli attivisti antirazzisti.

UNA RETE EUROPEA Non furono solo parole. Centinaia nel complesso gli episodi, tra aggressioni e assalti, che furono addebitati a Combat 18. Il gruppo mantenne fin dall’inizio stretti rapporti con altri gruppi neonazisti, in particolare dell’Austria, dell’Olanda, della Danimarca, della Germania, della Norvegia e della Svezia.

Combat 18 rivendicò anche, insieme ai Lupi bianchi, gli attentati che nel mese di aprile del 1999 (dal 17 al 30) sconvolsero Londra. Ben tre in pochi giorni (a Brixton e nell’East End, quartieri abitati in prevalenza da immigrati, e in un bar gay di Old Compton Street), con bombe piene di chiodi che causarono tre morti e oltre 130 feriti.

IL NOME DI COMBAT 18 riapparirà in Russia, il 27 novembre 2009, dopo l’attentato al treno Nesvky Express (27 vittime in totale), attuato con un ordigno di 7 kg di tritolo posto tra le rotaie della linea ad alta velocità Mosca-San Pietroburgo e fatto brillare tramite un comando a distanza.

THE HAMMERSKIN NATION Gli Hammerskin sono uno dei gruppi più pericolosi e violenti della scena neonazista, in lotta nel mondo per imporre la «supremazia della razza bianca». Costituitisi come Confederate hammerskins verso la fine degli anni Ottanta, a Dallas nel Texas per mano di alcuni fuoriusciti dal Ku Klux Klan, raggiunsero una certa diffusione all’inizio del duemila con 19 sezioni statali (definite «capitoli») e 10 straniere (Canada, Gran Bretagna, Francia, due in Germania, Olanda, Spagna, Svizzera, Australia e Nuova Zelanda).
I suoi militanti sono stati infatti più volte condannati per aver assaltato sinagoghe ebraiche o compiuto brutali pestaggi. Nel loro curriculum anche l’assassinio di alcuni giovani di origine africana. Modellati come una setta, gli Hammerskin si ispirano al neopaganesimo e ai miti nordici. Per potervi accedere è indispensabile essere bianchi e dimostrare una «sana conoscenza dell’ideologia nazionalsocialista».

LA CAPITALE DEGLI HAMMER In Italia la «capitale» degli Hammerskin è Milano, dove opera da sempre la sua componente più numerosa. Qui, non a caso, sono stati organizzati negli ultimi anni alcuni dei principali raduni europei: a Cinisello Balsamo, il 29 maggio 2010, per il ventesimo anniversario della costituzione della rete europea; il 26 novembre 2011, a Bollate, per l’HammerFest 2011 Italy; il 15 giugno 2013 al quartiere Rogoredo, con un migliaio di neonazisti anche dagli Usa (tra loro esponenti del Ku Klux Klan). L’ultimo, il 28 novembre 2015, fu un concerto di bande nazi-rock provenienti da mezza Europa, sempre a Milano, dal titolo Hammerfest 2015.

Il sindaco Beppe Sala si è detto indisponibile ad accogliere questo avvenimento. Ma ormai a decidere sono questure e prefetture. Per loro le leggi di contrasto all’istigazione razziale, etnica e religiosa non esistono più.

Saverio Ferrari, Marinella Mandelli

da il manifesto