Il Sindaco leghista di Acicastello, provincia di Catania, ha annunciato che si opporrà alla disposizione della Prefettura che prevede che il Comune accolga 80 persone, tra donne, uomini richiedenti asilo e minori .
La decisione del Sindaco di Acicastello, Filippo Drago, è inaccettabile. Si tratta di una posizione che alimenta il razzismo e la guerra tra poveri in un territorio storicamente aperto e multiculturale. Sarebbe paradossale che proprio una comunità che sull’accoglienza dello straniero e sul turismo ha rifondato la propria economia chiudesse le porte a chi oggi, proveniente da altri paesi, ha bisogno di un’accoglienza degna.
I danni all’immagine del paese e al turismo non li fanno le migranti e i migranti accolti ma gli amministratori razzisti e xenofobi.
È giusto contestare la speculazione economica che negli anni è stata fatta sulla pelle dei migranti con la pseudo-accoglienza (vedi Cara di Mineo), un business milionario che ha arricchito pochi e ha ghettizzato, mortificato, sfruttato centinaia di migliaia di esseri umani in transito nei campi di reclusione (Hot Spot, CIE_CPR, Cara, Cas….) Ma sono proprio le comunità locali, soprattutto le più piccole, a poter dimostrare che un modello di accoglienza diversa è possibile. Sono decine gli esempi virtuosi sparsi in tutta Italia, soprattutto nella Locride in Calabria dove da anni hanno dimostrato che l’inserimento dei/lle migranti è una preziosa risorsa anche per lo sviluppo dell’economia locale
La Sicilia è terra d’accoglienza. Nessuno rifiuti di accogliere le donne, gli uomini, i bambini in fuga dalla guerra e dalla miseria. Invitiamo tutte le attività commerciali e turistiche di Acicastello a esporre fuori dai loro locali l’adesivo “Welcome Refugees – Benvenuti Rifugiati”, che come Rete antirazzista ci faremo carico di distribuire nei prossimi giorni. Con l’obbiettivo di lanciare dal basso un messaggio di solidarietà con i fratelli e le sorelle migranti accolti nelle città siciliane, in risposta a chi – come il sindaco di Acicastello – cerca di costruire le proprie fortune elettorali sulla propaganda dell’odio e sulla paura.
La storia siciliana c’è l’ha insegnato emigrare non è reato! Rete Antirazzista Catanese
Hanno aderito: Città Felice, Comitato NoMuos/NoSigonella, Catania Bene Comune, Cobas Scuola, LasciateCIEntrare,…
PER ADERIRE INVIARE UN’EMAIL A catanianofrontex@gmail.com
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Approderà a Pozzallo domenica la nave Aquarius con a bordo 187 migranti soccorsi venerdì nel mediterraneo centrale. I soccorsi si sono svolti con il coordinamento del MRCC di Roma.
Arriverà oggi 30 aprile alle 18 a Pozzallo la nave Aquarius della organizzazione umanitaria italo franco tedesca SOS MEDITERRANEE gestita in partnership con MSF (Medici senza Frontiere) con a bordo 187 migranti. Sono tutti stati soccorsi venerdì 28 aprile nel Mediterraneo centrale, nel corso di 3 operazioni – due salvataggi e un trasbordo in seguito a un salvataggio operato dalla nave Iuventa della ONG Jugend Rettet – tutte coordinate dal MRCC (Maritime Rescue Coordination Centre – Centro di coordinamento del soccorso marittimo) di Roma.
«Malgrado le condizioni metereologiche poco favorevoli, 187 persone sono state soccorse in tempo e sono adesso sane e salve, e questo anche grazie alla cooperazione delle altre navi umanitarie, la nave Sea – Eye e la Iuventa della ONG Jugend Rettet, e al coordinamento del MRCC, il Centro di coordinamento del soccorso marittimo di Roma» ha spiegato Nicola Stalla, il coordinatore dei soccorsi di SOS MEDITERRANEE.
Alle 7.00 del mattino di venerdì la nave Aquarius ha ricevuto istruzioni dal MRCC di procedere verso due barchini in legno in difficoltà. La chiamata di soccorso è stata inoltrata da Aquarius anche alla nave Sea- Eye che, più vicina alle imbarcazioni segnalate, ha avviato la distribuzione dei giubbotti di salvataggio e Iuventa, che ha operato il soccorso dei migranti a bordo di uno dei due barchini. Quando anche la nave Aquarius ha raggiunto la posizione ha effettuato il soccorso del secondo barchino. Poco dopo è stato avviato il trasferimento a bordo della nave Aquarius anche delle persone già salvate da Iuventa.
Queste due operazioni, coordinate dal MRCC in acque internazionali, si sono svolte alla presenza di una piccola imbarcazione recante la scritta “Guardia Costiera Libica” in inglese – con a bordo 4 persone in abiti militari. L’imbarcazione ha assistito alle operazioni senza intervenire e gli uomini a bordo non hanno preso contatto con le squadre di soccorso di SOS MEDITERRANEE. Al termine delle operazioni si sono allontanati dopo aver prelevato i motori e dato fuoco ai due barchini.
Concluso il trasferimento, la nave Aquarius ha ricevuto dal MRCC istruzioni di continuare a pattugliare l’area e alle 13.30 ha individuato una terza imbarcazione sovraffollata, già trovata da un peschereccio mentre andava alla deriva. Comunicata la situazione al MRCC, la nave Aquarius ha avviato, con la sua autorizzazione, anche il soccorso di questa imbarcazione.
A bordo della Aquarius si trovano ora quindi 187 persone, 174 uomini e 13 donne. I minori sono 64, 46 dei quali non accompagnati. Provengono in maggioranza da Bangladesh (68), Siria (44 persone, tra cui diversi nuclei familiari) e Sudan (39).
Tutte i migranti soccorsi sono esausti e provati dalla traversata ma non si registrano emergenze mediche. Un giovane di origine sub-sahariana presenta ferite d’arma da fuoco a una gamba. Il giovane ha riferito al personale medico di MSF operante a bordo della nave Aquarius di essere stato colpito mentre cercava di fuggire da dei trafficanti di esseri umani che lo tenevano prigioniero. Questi, secondo la testimonianza della vittima, lo avevano rapito mentre cercava di imbarcarsi per attraversare il Mediterraneo.
“Non saranno le polemiche sulle attività delle ONG a fermare chi tenta la traversata del Mediterraneo in condizioni disperate per fuggire da guerre, fame e persecuzioni. Le ONG continueranno a soccorrere e a salvare vite umane. È invece necessario e urgente che i governi europei si attivino per trovare una soluzione adeguata a questo dramma che continua a consumarsi quotidianamente sotto i nostri occhi” ha dichiarato Valeria Calandra, presidente di SOS MEDITERRANEE Italia.
Seguendo le istruzioni ricevute dal MRCC di Roma, che coordina il soccorso in mare in acque internazionali al largo della Libia, la nave Aquarius ha continuato a pattugliare la zona anche nelle ore successive al terzo salvataggio della giornata venerdì. Successivamente, la nave Aquarius ha ricevuto dal MRCC l’indicazione di raggiungere il porto di Pozzallo per lo sbarco delle persone soccorse.
SOS MEDITERRANEE
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Nicolini: «Di Maio e cinquestelle ignobili sulle ong»
Intervista alla sindaca di Lampedusa. «Se ci si propone come forza alternativa di governo si devono avere soluzioni. Quella del M5S qual è? Avere più morti, così ci sarebbero meno sbarchi»
Giusi Nicolini, sindaca di Lampedusa, ha ancora nelle orecchie l’eco del suo litigio in tv con Luigi Di Maio – «mi ha infastidito soprattutto quando ha usato la parola taxi, ma lo sa di cosa sta parlando? è mancanza di rispetto per i disidratati buttati a mare come zavorra, le donne incinte, i minori rimasti soli», dice – e negli occhi ha la scena della petroliera che nell’autunno scorso a largo della Libia lasciò andare a picco un’imbarcazione carica allo spasimo senza premurarsi di dare l’allarme. «Sul ponte i marinai facevano foto e filmini mentre la gente moriva affogata». La sindaca è convinta che chi oggi «cerca di affondare le ong» ritenendole parte del traffico di migranti o fattore di attrazione, in realtà propone come unica soluzione che ci siano più morti. Una posizione che definisce «ignobile».
Come siamo passati dall’orgoglio nazionale per Fuoco ammare candidato all’Oscar a questa campagna denigratoria sui soccorritori?
Quando si soffia in continuazione sull’emotività si rischia l’assuefazione. Non ci si può sedere a tavola e mangiare con i bambini che muoiono affogati e così, per autodifesa, si diventa cinici, ci si anestetizza. Si deve invece riportare il discorso sul piano razionale e politico e allora non è neanche spiegabile con la logica l’attacco alle ong. Quando le ong non operavano in alto mare i migranti arrivavano lo stesso, a Lampedusa nella discarica dei barconi il papa ha detto messa, solo che morivano di più. L’Italia e l’Europa davvero vogliono puntare a far pendere la bilancia sul peso della morte per scoraggiare le traversate? Chi è al governo ma ancor più chi dall’opposizione si candida a governare deve avere argomenti e risposte. Sono anch’io perché le ong vadano a dare il loro contributo altrove, in Africa o ad aiutare le agenzie europee per l’asilo sulla terra ferma, ma per fare questo servono canali legali e sicuri. Di Maio e i Cinque Stelle dicono che le ong vanno troppo vicino alle coste, buttano fango immaginando complicità inesistenti ma non danno risposte alternative, non sono credibili.
Ai taxi di Di Maio si è aggiunto Di Battista che parla di ong buone e ong che frequentano “alberghi a Cinque stelle”, le raffronta con Mafia capitale.
Si pesca nel torbido quando si mischia tutto con accuse generiche. I disonesti e i bravi stanno ovunque, è una banalità. Ma la tratta, il traffico di esseri umani, è un business internazionale strutturato e organizzato, che forse ora produce più proventi di armi e droga. Altra cosa sono le ruberie e il malaffare che una gestione emergenziale favorisce, per l’accoglienza ai migranti come per alluvioni e terremoti. Se si volesse governare e regolare l’immigrazione si dovrebbe cominciare con cambiare la Bossi-Fini, superare le grandi strutture come Cas e Cie dove si ammucchiano i migranti in soprannumero favorendo l’opacità degli enti gestori incaricati per lo più senza bandi. Con i tempi lunghi nei pagamenti dello Stato le piccole comunità non riescono a sopperire ai costi e le grandi lucrano sul sovraffollamento: meno servizi offrono, più guadagnano quando arrivano i soldi statali. Anche alberghi, campeggi, agriturismi contattati all’ultimo minuto. A Lampedusa ormai conosciamo bene questi meccanismi. E bisogna pensare che la prima fase dopo lo sbarco è la più delicata, da quella dipende tutto il rapporto della persona sbarcata con la nostra società. Se lo tratti da delinquente, da animale, da clandestino poi non ti puoi aspettare che si senta un cittadino e intanto alimenti il clima di odio che spesso è reciproco e può dare la sponda a chi pesca in questo rancore per adescare jihadisti. E così i terroristi li formiamo noi.
C’è chi vorrebbe ong alla sbarra per favoreggiamento all’immigrazione clandestina.
Era un tema sbandierato da Salvini e Gasparri, ma a loro ormai siamo abituati, ai 5 Stelle che si propongono come alternativi, no. In realtà esiste il reato di omissione di soccorso, quello sì. Complici dei trafficanti sono coloro che continuano a pensare di blindare una frontiera europea su un confine liquido. Noi stiamo organizzando un nuovo canale umanitario per 500 etiopi con la comunità di Sant’Egidio e le Chiese evangeliche.
Se non ci fossero più la Guardia costiera italiana e le ong a soccorere i gommoni, per la sua esperienza di lampedusana, gli sbarchi finirebbero?
Ancora nel 2015 il 40% dei naufraghi sono stati salvati dai mercantili e prima ancora c’erano i pescherecci. Sono tenuti a farlo anche se nessuno pagherà loro i danni per le giornate di lavoro perse e anche se non sono qualificati al soccorso umano. Sono vent’anni ormai a Lampedusa che ci confrontiamo con questi problemi, non vogliamo metterci in cattedra ma abbiamo un’esperienza e chiediamo rispetto per chi aiuta e soluzioni serie».
intervista a cura di Rachele Gonnelli per il manifesto