Nessun passo indietro.. lettera di Davide Rosci e Mauro Gentile
- settembre 12, 2014
- in 15 ottobre, emergenza, lotte sociali, misure repressive
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G8 GENOVA 2001 – ROMA 15 OTTOBRE 2011…NON FINISCE COSI’.
Dopo un lungo periodo di silenzio, caratterizzato dal gesto estremo del Compagno Leonardo “Chucky” Vecchiolla, abbiamo deciso di tornare a far sentire la nostra voce attraverso questo comunicato e quindi raccontare la verità sulla manifestazione del 15 ottobre 2011 e della seguente cieca repressione attuata nei nostri confronti da questo stato di polizia.
E’ nostra intenzione portare alla luce quanto realmente accaduto in quella giornata di riscossa popolare e l’obbiettivo che ci poniamo è di stimolare una nuova discussione tra tutti i Compagni Antifascisti, al fine di riportare quella giusta attenzione su un processo farsa che volge velocemente a condanne definitive.
Percorriamo la strada della controinformazione perchè la verità che sta emergendo dai processi in cui siamo imputati, e che compiacenti giudici ostacolano volutamente, racconta un’altra storia; una storia fatta di violenze, abusi e metodi squadristi che vede protagonisti non noi manifestanti ma l’apparato repressivo delle forze dell’ordine che, il 15 ottobre del 2011, ha goduto nuovamente di quella copertura e protezione politica che questa classe dirigente, chiaramente di indole fascista, non fà mancare da tempo immemore agli autori di malapolizia.
Quanto successo il 15 ottobre 2011 a Roma è una vicenda che nessun giornale ha mai avuto il coraggio di raccontare realmente e della quale nessun giornalista ha mai voluto fare inchiesta perchè troppo scomoda. E’ risultato conveniente sbattere il “mostro” in prima pagina e chiudere gli occhi dinanzi alla gestione della piazza così come rievocare lo spettro del G8 di Genova e dei Black Block. Motivi che hanno garantito facile audience.
Noi, a Roma, il 15 ottobre del 2011 c’eravamo e non ci vergognamo di nulla così come non rinneghiamo la resistenza di piazza. Durante una giornata studiata a tavolino dai funzionari addetti alla gestione dell’ordine pubblico, abbiamo assistito all’aggressione prestabilita contro i manifestanti che, con abili mosse, sono stati accerchiati creando la condizione dei “topi in trappola”; abbiamo visto ogni forma di violenza, dai caroselli dei blindati alle cariche incontrollate, dall’uso e lancio spropositato del gas lacrimogeno CS ( arma chimica vietata dalla Convenzione internazionale firmata a Parigi il 13 gennaio 1993) sparati ad altezza uomo all’impiego di idranti.
Azioni criminose che hanno prodotto diverse decine di feriti, più o meno gravi, delle quali i media si sono ben visti dal mensionare “forse” perchè bisognava dare un’immagine pulita, integra ed efficiente delle forze dell’ordine. Guai a mettersi contro il “Tallone di Ferro”!
Ci dicono che abbiamo assaltato il blindato, ma sanno di mentire. Noi ricordiamo benissimo la camionetta dei Carabinieri lanciata a folle velocità contro i manifestanti inermi e ricordiamo altrettanto bene il momento in cui si è schiantata contro il marciapiede provocandone di fatto la rottura. Abbiamo visto con i nostri occhi il carabiniere Tartaglione, che fino ad un istante prima aveva messo a rischio la vita di moltissime persone, allontanarsi dalla camionetta senza che nessun manifestante infierisse contro di lui. Di questi comportamenti non ne ha parlato nessuno, è stata sufficiente la reazione della folla, che stava per essere travolta e che ha dato alle fiamme il blindato vuoto, per far passare come vittime i responsabili di quelle violenze.
Questa è la cruda realtà e siamo conspevoli che mai nessun giudice sarà disposto ad ascoltarla, lo sappiamo benissimo e ne prendiamo atto. Oggi paghiamo la nostra resistenza, la nostra leggittima difesa, con accuse fasciste come devastazione e saccheggio (reato incostituzionale che punisce non la condotta specifica ma l’insieme di fatti accaduti quel giorno a Roma) e pesantissime quali resistenza pluriaggravata e tentato omicidio, mentre viene garantita impunità alle forze dell’ordine nonostante i crimini commessi; la stessa impunità di cui usufruiscono politici corrotti e collusi con le mafie. Loro si che devastano i territori e saccheggiano le nostre vite!
Da 29 mesi, agli arresti, resistiamo al giustizialismo del tribunale della borghesia imperialista ed in questo periodo abbiamo sofferto carcere, diritto alla salute negato, torture psicologiche, intimidazioni e minacce, perchè abbiamo deciso di continuare la lotta di classe nonostante tutto.
Noi non chiediamo compassione o altro, a testa alta e lottando come sempre affronteremo il nostro destino, però da oggi non accetteremo mai più che un giudice si permetta di sentenziare la nostra sorte e che lo faccia in nome del popolo italiano.
No, noi non ci stiamo! In nome del popolo italiano non dovrà essere pronunciata mai più una sentenza fascista perchè il popolo italiano, al contrario di un giudice compiacente e dalla memoria corta, ha deciso con la Guerra di Resistenza che tutto ciò che era stato il fascismo, e quindi anche il reato di Devastzione e Saccheggio, non dovesse più esser presente nell’Italia liberata dai Nostri Partigiani.
Questa è la voce di due Compagni che hanno deciso di non fare un passo indietro e che sanno di non poter riuscire da soli nell’intento di vincere una battaglia troppo grande per chiunque e pertanto chiediamo a tutti gli Antifascisti (singoli individui, movimenti antagonisti, organizzazioni politiche e sindacati conflittuali) di non lasciarci soli e di lanciare un’assemblea nazionale per mettere in atto strategie di lotta unitaria contro la repressione, contro il Codice Rocco e a sostegno di tutti coloro, i fratelli NO TAV in primis, che pagano con arresti e denunce i propri, i nostri, ideali di libertà e giustizia sociale.
Per la libertà dei movimenti, per Chucky, per i condannati del G8 di Genova e per chi prima di noi ha combattuto il fascismo. Resistenza!
Mauro Gentile e Davide Rosci – prigionieri politici per gli scontri di Roma del 15 ottobre 2011
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