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No al raduno neofascista a Rovetta (Bg)

A Rovetta il 27 maggio si terrà XX raduno dei reduci del Tagliamento, raduno di militanti di estrema destra e simpatizzanti di ideologie nazifasciste. L’iniziativa, è un bieco tentativo di mistificazione storica che vuole stravolgere la realtà dei fatti, con la volontà di legittimare le violenze e il connubio con i nazisti degli appartenenti alla Rsi.

Una manifestazioni tutt’altro che nostalgica. La destra in questo paese vuole cancellare la Costituzione fondata sul lavoro e sulla Resistenza, vogliono rafforzare i poteri del premier e giorno dopo giorno cancellano diritti acquisiti come lo sciopero, attaccano il potere di acquisto dei salari e delle pensioni, vogliono un sindacato che accetti le decisioni di Confindustria.

Negare e nascondere alle giovani generazioni che i Partigiani – nella Resistenza – combatterono il nazismo e il fascismo per liberare l’Italia dalla guerra, dalla dittatura e dalla occupazione tedesca, mentre i repubblichini fascisti combatterono a fianco dei nazisti e degli orrori da loro perpetrati.

Nel corso degli ultimi due anni si è assistito in Italia a un crescendo di aggressioni violente di marca neofascista soprattutto ai danni di giovani dell’area dei centri sociali, ma anche di militanti di sinistra, omosessuali ed extracomunitari.

Le cifre parlano chiaro: In Italia nel 2011 si sono verificate almeno 70 aggressioni fasciste e 44 atti vandalici/danneggiamenti inneggianti al nazifascismo.

In tutto il Continente, nell’Est come nell’Europa centrale, assistiamo a un preoccupante rilancio del razzismo in tutte le sue varianti, come denunciato lo scorso 6 giugno dall’organizzazione statunitense “Human rights first”. L’Italia non ne è estranea. Nelle regioni settentrionali, in particolare, a favorire un clima di intolleranza è la demonizzazione sistematica dell’immigrazione extracomunitaria a opera della Lega Nord. Anche in Italia le organizzazioni neofasciste ritrovano un proprio spazio, accentuando i caratteri aggressivi ed evolvendo nella direzione di un’identità sempre più neonazista. Ne fanno fede i ripetuti riferimenti a figure un tempo interne al Terzo Reich e le esposizioni di simboli, come gli stemmi di alcune divisioni delle Waffen-Ss, assunte ormai come tratto distintivo. Numerosi i convegni per esaltare personaggi del passato e l’allestimento di cortei i cui partecipanti sfilano ormai inquadrati militarmente, con tanto di croci celtiche e fasci littori. Si osservino i filmati e le fotografie veicolati dagli stessi siti di appartenenza. Fatti allarmanti, non più folcloristici. I rigurgiti squadristici e violenti hanno origine in questo ambito. Forti anche i legami tra alcuni gruppi italiani e una parte delle formazioni neonaziste europee. Tra Forza nuova e l’Npd tedesco, in particolare, alla base della costituzione di una recente piccola “Internazionale nera” (l'”European national front”), capace di coagulare in diversi Paesi del Continente una serie di organizzazioni razziste e di estrema destra. Inquietante, in questo quadro, il costante riferimento a esperienze del passato, come la “Guardia di ferro”, uno dei più violenti movimenti antisemiti che l’Europa abbia mai conosciuto, cresciuto tra gli anni Trenta e Quaranta in Romania. Ad esso continuano a ispirarsi, copiandone simboli e modelli organizzativi, alcune tra le principali organizzazioni italiane, in primo luogo Forza nuova.
Solo un prolungato impegno culturale e politico da parte delle forze democratiche e antifasciste potrà far fronte all’evoluzione pericolosa delle destre italiane. In gioco anche la tenuta democratica delle stesse istituzioni. Uno dei terreni principali non potrà che essere quello dell’antirazzismo, prestando particolare attenzione alle nuove generazioni. Va colto, in questo senso, soprattutto il fatto che i movimenti xenofobi e razzisti riescono a far breccia tra gli strati più popolari e le periferie più disagiate delle metropoli. Nel quadro delle politiche liberiste e di un progressivo smantellamento del Welfare State, anche in Italia si registra in ampie fasce della popolazione la tendenza a individuare nell’immigrazione extracomunitaria la causa del peggioramento delle proprie condizioni di vita. È indispensabile, dunque, saper coniugare in una battaglia comune i contenuti in favore della tolleranza, dell’integrazione e della solidarietà, con la promozione di politiche sociali attente agli interessi della classi più popolari. Su questo piano, ed entro questo orizzonte, il rilancio dell’antifascismo e dei valori di libertà ed eguaglianza che animarono la Resistenza in Italia. Indispensabile per contrastare i nuovi fenomeni razzisti e di recrudescenza neofascista.

La manifestazione organizzata dalle compagne e i compagni “Ribelli della montagna”, a cui va il nostro sostegno e adesione si prefigge proprio l’attaccare il revisionismo storico, il governo che attraverso la falsificazione della storia alimenta campagne razziste e cancella i diritti democratici e dei lavoratori-

Osservatorio sulla Repressione