Prime condanne per i blocchi dei treni durante le proteste contro la nuova base Usa al Dal Molin di Vicenza. il 30 novembre a Trento si è celebrato il processo che ha visto imputati nove attivisti trentini che avevano bloccato i treni alla stazione di Trento dopo che Prodi aveva annunciato la non opposizione alla costruzione della base americana. Il processo si è concluso con la condanna per tutti gli imputati a un mese di reclusione, pena convertita in mille euro per ognuno. Ma prima dell’avvio del dibattimento un attivista del centro sociale Bruno di Trento è riuscito a leggere, nonostante l’opposizione del pubblico ministero e del giudice, una dichiarazione nella quale affermava che nel processo odierno «è imputato un movimento intero, cioè tutti coloro che lottano contro la costruzione dell’aeroporto militare Dal Molin». All’uscita degli imputati una quindicina di attivisti tra il pubblico hanno alzato dei fogli con scritto «No dal Molin» e «No alla cittadella militare», gridando cori contro la costruzione della base. Intanto a Vicenza si prepara la tre giorni contro il raddoppio della base americana, che culminerà in una manifestazione internazionale il 15 dicembre. Una delegazione dei no Dal Molin parteciperà anche agli stati generali della «Cosa rossa», l’8 e il 9 dicembre a Roma. «Adesso il tempo delle promesse è finito. O i parlamentari dei partiti della sinistra radicale e i loro rappresentanti al governo – dice in un documento il presidio permanente – pongono la discriminante a Prodi sul no al Dal Molin e sulla moratoria, e lo fanno entro la manifestazione del 15 dicembre a Vicenza, oppure significa che per stare aggrappati al potere, sono disposti a cedere anche su questo. Se non vi sarà una presa di posizione chiara in questo senso invitiamo ministri e sottosegretari della sinistra radicale a non partecipare alla manifestazione a Vicenza».
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