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No Muos, dopo le ruspe le manganellate

Prima lo sgombero della barricata e l’indomani una carica a freddo per i presidianti di Niscemi. Il sindaco ha spiegato così da che parte sta: contro di loro

Li hanno caricati e le hanno caricate, così a freddo, come dimostrano i video postati dal movimento, mentre prenndevano parte al presidio No Muos, nella campagna di Niscemi all’indomani dell’azione di forza della polizia per rifornire il cantiere dell’installazione di guerra. «Controllati dall’alto, filmati dalla digos e osservati dalle reti come animali o criminali, la cosa più triste è stata uscire fuori e vedere gli operai niscemesi al loro servizio», commentano i testimoni.

Erano le 7,30 di ieri mattina quando la digos più ottanta unità del reparto celere hanno distrutto la barricata di fronte il Presidio Permanente No Muos di Contrada Ulmo per permettere il transito di mezzi americani e di materiali necessari al completamento del Muos. I militari americani hanno recintato le antenne, per evitare che altri attivisti No Muos vi si arrampichino nuovamente

Il convoglio trasportava filo spinato, generatori di corrente ed altri materiali non identificati.

«L’utilizzo di mezzi del Comune di Niscemi dimostra inequivocabilmente da che parte sta questa amministrazione e questo consiglio comunale», fa sapere il movimento che da un mese, con l’occupazione a oltranza del consiglio comunale prova a chiedere al sindaco di fare il suo mestiere, quello – tra l’altro – di garante della salute pubblica. Ma, anziché porre i sigilli al cantiere, come vorrebbero la legge e il buonsenso, il primo cittadino di Niscemi, cittadina nissena a un centinaio di chilometri da Catania, non poteva essere più chiaro. Dopo aver denunciato gli occupanti, ieri mattina ha spedito uomini e mezzi del comune a spianare la strada all’occupante, la Marina degli Usa.

«Ci chiediamo però a cosa sono disposti i niscemesi e quanto siano coscienti del fatto che la loro pratica, le loro azioni, la loro vita può contribuire ad “ostacolare” o a “favorire” questo processo di morte – scrive il presidio di contrada Velle Ulmo – Veniamo anche da lontano a difendere questa terra e questa gente e quello che il Muos significa per il resto del mondo, riceviamo il vostro appoggio nelle strade, affrontiamo a testa alta la repressione, ragioniamo per ore su come inventare nuove forme che possano essere efficaci e popolari, ma voi.. cosa siete disposti a fare? Abbiamo capito la responsabilità storica di quello che stiamo vivendo? Lasceremo che gli altri popoli di altre culture verranno massacrati nel sangue con un bottone a distanza? Noi vi diciamo.. NON VI ABBANDONATE E USCITE DAL TORPORE, E SMETTETE DI GUARDARE CIO’ CHE VI SUCCEDE INTORNO COME FOSSE UN COPIONE GIA’ SCRITTO MANDATO IN TELEVISIONE».

Checchino Antonini da Liberazione