Menu

No Tav: ancora un “inasprimento” delle misure per Giorgio.

Giorgio si trova attualmente ai domiciliari con tutte le restrizioni per le misure cautelari dell’inchiesta sulle giornate contro il G7 di Venaria (Torino) del 2017. Negli ultimi giorni è stato costretto dal Gup a trasferirsi dalla Credenza di Bussoleno, dove è residente da anni, a Piossasco, con motivazioni che deliberatamente hanno la volontà di spezzare i sui legami con il movimento Notav.

Libertà per i Notav! libere/i tutte/i!

giorgio libero

Questa la sua lettera di denuncia:

Care compagne e compagni vi comunico alcune “fastidiose” novità.

Martedì 28 gennaio mi è stato notificato il trasferimento degli arresti domiciliari dalla mia residenza di Bussoleno, fin dal lontano 2011 in via Walter Fontan, alla casa di mio padre a Piossasco dove sono nato nel lontano 1962.

Dopo ben tre periodi di detenzione domiciliari, dal 2012 ad oggi in via Walter Fontan, un’annotazione della digos del 13 gennaio 2020 (tre giorni dopo la mia scarcerazione dalle vallette) segnalava che “il luogo di residenza è risultato essere presso i locali sovrastanti un locale, la Credenza, notoriamente ritrovo degli attivisti Notav” e proseguiva con “rilevato che dagli atti appare evidente l’inadeguatezza dell’attuale luogo di restrizione a fronteggiare le esigenze cautelari sottese alla misura in corso, volte in primo luogo ad interrompere i rapporti con gli altri attivisti del medesimo movimento”.

Deduco, quindi, che non sono agli arresti domiciliari per le giornate di mobilitazione contro il G7 di Venaria ma, bensì in “primo luogo”, per impedire “i contatti con gli altri attivisti del movimento, elemento sulla base del quale si fonda l’idoneità della misura in corso”. Tutto questo mi sembra un po’ fuori luogo.

Quello che però mi rende irrequieto è il divieto a comunicare che viene riconfermato per il futuro.

Con uno strano eufemismo, vorrei capire perché in carcere alle vallette potevo spedire decine di lettere e cartoline e qui da casa, forse, non potrei…
Vorrei sapere perché Mattia quando era prigioniero alle vallette abbia avuto due colloqui con la sua compagna, mentre adesso in detenzione domiciliare gli è stata negata la possibilità di incontrarla. Ancora più grave, sempre a Mattia, è stato dato il divieto a incontrarsi con la sorella e i nipotini.

Infine mi chiedo perché non posso telefonare alla presidentessa dell’Anpi a cui sono iscritto da decenni per il tesseramento 2020, telefonare ai Cobas che mi hanno “tesserato” con una missiva alle vallette e che ringrazio, inviare un sms di auguri a Rubina e Fabio e a Aurely e Lorenzo, diventati genitori di due bimbe…

A presto, un saluto a tutti/e

29 gennaio 2020
————————-
Da Liberiamoli e Liberiamole