La scena è in fondo semplice, perché il valico del Brennero non è un agglomerato metroolitano. Dunque chi arriva per manifestare contro il “muro” che l’Austria sta costruendo, per fermare una inesistente – al momento – “invasione di migranti” dall’Italia, dovrebbe essere abbastanza visibile e riconoscibile. Ma i giornali italiani, a partire dall’agenzia Ansa, la madre di ogni pasticcio verbale sui media, hanno poche parole a disposizione: black bloc, guerriglia, anarchici.
Basta scorrere i titoli online per vedere che il pensiero uncio si nutre di pochissime parole, spesso senza più riferimento con il mondo reale. Basti pensare alla tranquilla inettitudine con cui, ad esempio il Corriere della sera annaffia la sua cronaca:
Volti coperti, vestiti di nero, provenienti da tutta Europa, i rappresentanti del movimento «No Borders» appena scesi dai treni si sono diretti verso il confine austriaco.
«Abbattiamo le frontiere», questo lo slogan degli anarchici che hanno lanciato sassi, fatto esplodere alcuni petardi e si sono scagliati contro i giornalisti e i fotografi che li riprendevano. Lanciati anche lacrimogeni contro i cronisti. Tensione con la polizia dispiegata in assetto anti-sommossa, i manifestanti hanno attaccato le forze dell’ordine e lanciato bengala.
Lo scandalo per la fine unilaterale degli accordi di Shengen è già dimenticato: ora no borders è una parola d’ordine da squinternati utopisti in vena di far casino. La stessa dinamica dei fatti ne viene stravolta fino all’incomprensibilità. “Gli anarchici hanno lanciato sassi, fatto esplodere alcuni petardi e si sono scagliati contro i giornalisti e i fotografi che li riprendevano”, scrive il Corrierone, e fin qui la descrizione sembra coerente con le premesse (gli anarchici se la prendono con tutti, polizia, fotografi e passanti). Poi però si continua con “Lanciati anche lacrimogeni contro i cronisti”, come se fossero stati sempre “gli anarchici”, mentre – a rigor di logica e di logistica – i lacrimogeni sono una dotazione esclusiva delle polizie in loco. Quindi si può desumere che la reazione della polizia all’arrivo di manifestanti sia stata particolarmente violenta e “totalitaria”: lacrimogeni su tutto quel che si muove, siano giornalisti, fotografi o “anarchici”.
Messa così, però, l’Italia e l’Austria somiglierebbe troppo da vicino alla Turchia di Erdogan. Quini meglio lasciare le cose nel vago, e far credere che “gli anarchici” siano una milizia con tanto di armamento legero al seguito (col bagaglio a mano sul treno!?).
“Gli scontri” sono durati assai poco, vista la disparità militare delle “truppe” in campo. Breve blocco della sede autostradale, altrettanto breve quello della liea ferroviaria, e tutto finito prima delle 18. Venti manifestanti picchiati e fermati, un poliziotto accusa qualche dolore…
Solo il fantasma degli “anarchici” continuerà a volteggiare in redazione, se non proprio al valico…
da contropiano