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NoTav: La testimonianza di Alessandro colpito al volto da un lacrimogeno

24 luglio 2011. Alessandro fu colpito al volto da un lacrimogeno. Era un giorno di festa, gli alpini della valle a modo loro volevano dare il benvenuto ai MILITARI al cantiere.

In campeggio c’erano famiglie con bambini, all’improvviso lanciano i lacrimogeni che raggiungono anche il campeggio. Non capiamo… ma corriamo verso il ponte, verso il cancello della centrale.

Ma prima… la maschera, Ale, metti la maschera. Brontola, ma la prende, una mascherina da verniciatore, attutisce un po’ ma non basta. Arrivati al ponte è un disastro… lacrimogeni, idranti.. chi scappava… a pochi metri da me lo vedo cadere all’indietro,un colpo secco, la maschera si riempie di sangue, in un attimo. Lo portiamo via.

Chiamiamo le ambulanze, ma non arrivano. Al pronto soccorso qualcuno mi dirà che non le hanno lasciate partire, dalla centrale. Bastardi. E’ pieno di digos, ci stavano aspettando? L’ho portato via con la mia auto, i gas entravano in macchina, non si riusciva a respirare, i maledetti continuavano a sparare.

All’ospedale di SUSA gli hanno ricucito il palato, si era staccato tutto, 17 fratture.. mascella, naso, i medici si sono consultati ed è evidente che va operato. ricordo che quella sera ho mandato sms ovunque, per avvisare di cosa era successo.

Potevano ammazzarlo, e l’avrebbero ammazzato senza quella maschera…. Sono rimasta accanto a lui, quella notte, a scrivere il comunicato. Perché volevo si sapesse. Quando sparano in faccia ad un manifestante in un altro paese la notizia gira subito, ma quando a sparare in faccia sono i nostri carabinieri, si tace. Già.

Ora questa storia è una delle 10 storie del documentario di Gaglianone, “QUI”. Un documentario che sta avendo un meritato successo, eppure io avrei una domanda, anzi più d’una. Perché, visto che c’è la storia di Alessandro, e visto che per altre storie sono stati inseriti frammenti di video da YouTube, perché questa testimonianza che ben rappresenta il trauma di Alessandro… non è stata inserita? Perché? Forse perché avrebbe dato un’immagine troppo brutale delle forze dell’ordine? Forse perché certe cose si possono raccontare “alla lontana”?

Sono certa che QUI piacerà molto.


Ma io la storia la conosco tutta. E le omissioni mi lasciano sempre ragionevoli dubbi.
Chiamatemi pure rompicoglioni, se volete. ma io continuo a farmi domande e mi piacerebbe, un giorno, che qualcuno avesse delle risposte. MA CREDIBILI. Perché di fuffa ne ho già sentita anche troppa.
Siamo SERI. IO c’ero. Io SO come sono andate le cose.

Simonetta Zandiri