NoTav: Revocati gli arresti domiciliari a Lucio… accusato di “tentata evasione” per essersi affacciato nel cortile della sua abitazione
- luglio 16, 2015
- in misure repressive, no tav
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Stava scontando i domiciliari, Lucio Alberti, dopo la sentenza del 27 maggio, con la condanna a due anni e 10 mesi. Dopo quasi un anno di detenzione anche in AS2, i domiciliari con le massime restrizioni hanno continuato a mantenere i tre anarchici no tav in una condizione di isolamento, con divideto di comunicazione assoluto al di fuori dei familiari conviventi, difficile da sopportare perché per certi aspetti quella minima socialità del carcere dava quel contatto negato dalle dure misure imposte ai domiciliari. Così un rapido saluto con qualche amico, nel cortile della sua abitazione, colto da chi evidentemente teneva sotto sorveglianza la sua abitazione, si trasforma in un’indagine per ” tentata evasione” e Lucio è stato prelevato dai Carabinieri di zona, questa mattina, destinazione San Vittore.
E proprio oggi si attende l’esito della Cassazione sul ricorso presentato dai PM Rinaudo e Padalino contro il riesame, in quello che appare come l’ultimo tentativo di far passare (ai fini della custodia cautelare) l’accusa di terrorismo.
Tutta la nostra solidarietà a Lucio.
Tutt* Liber* !
Simonetta Zandiri – TGMaddalena.it
Lettera di Lucio
Rieccomi a scrivere.
Come forse avrete letto in anticipo dalle veline di questura, mi sono stati revocati gli arresti domiciliari a causa di una violazione delle restrizioni alla comunicazione. E’ successo che due settimane fa alcuni carabinieri mi hanno sorpreso sulle scale di casa a salutare due compagne, quando mi sarebbe stato vietato comunicare con chicchessia eccetto i miei familiari più stretti. Da quando, con Fra e Graziano, siamo stati trasferiti agli arresti domiciliari, siamo stati ancora più isolati che in carcere: perfino la corrispondenza e i colloqui con le nostre compagne, prima concessi, sono stati vietati!
La necessità di avere vicini i propri affetti per me è irrinunciabile, tanto quanto deve esserlo la consapevolezza dei rischi che questo può a volte comportare. A poco serve lagnarsi dell’efficienza con cui chi di dovere si accanisce sui più testardi, c’è piuttosto da avere ben chiara la direzione verso cui si vuole andare e di conseguenza decidere le proprie mosse senza farsi intimorire.
Torno in carcere giustamente incazzato per essere stato sorpreso ma decisamente sereno nel sapere che non mi sarei mai perdonato di ignorare le persone a cui voglio più bene in cambio di una precaria tranquillità sotto ricatto.
Proprio oggi la cassazione pronuncerà una sentenza in merito all’accusa di terrorismo per me, Francesco e Graziano. L’ennesima scelta di tempi teatrali con cui il tribunale torinese amministra la sua squallida burocrazia non stupisce, e la foga maldestra con cui è stata diffusa la notizia del mio arresto mostra la sete di meschinità di questi signori e signore.
L’affanno di chi vive di cavilli non può che farci il solletico, perciò diamogli addosso e diamogli forte, che “a sarà dura” sì ma… nunc semm pusè gnucc de lur!
Lucio