Nuova stretta per ong e persone in movimento. Approvato il “decreto flussi che non si occupa di flussi”
Il decreto flussi è diventato legge dopo il via libera definitivo al Senato, che lo ha votato mercoledì sera con la fiducia imposta dal governo: 99 i sì, 65 i no e 1 astenuto. Nel contempo si è dimessa dalla magistratura la giudice Iolanda Apostolico, finita nell’autunno di un anno fa al centro delle polemiche e degli attacchi del governo, poiché colpevole di aver disapplicato per prima il decreto Cutro, in particolare, le disposizioni in merito alla possibilità di detenere i richiedenti asilo.
Laura Marmorale, presidente di Mediterranea Saving Humans, ha definito il nuovo decreto approvato dal Senato “un’altra beffa, un altro inganno, un’altra violenta aggressione alla solidarietà e al soccorso civile”. Infatti il decreto criminalizza ulteriormente le ONG che praticano il soccorso dei migranti in mare: è prevista tra l’altro la confisca definitiva delle navi che fanno soccorso, oltre ad aumentare in maniera importante le sanzioni economiche. Sarà inoltre ridotto da 60 giorni a 10 il termine entro il quale le ONG possono impugnare davanti al Prefetto il provvedimento di fermo amministrativo ottenuto in seguito al salvataggio di persone in mare. Siamo di fronte ancora una volta, dice Marmorale, ad “un attacco diretto alle organizzazioni del soccorso civile in tutte le loro forme” e che vuole “silenziare gli occhi e le orecchie del mar Mediterraneo”, dato che i governi hanno scelto di non esserci: così si impone anche alle organizzazioni le stessa scelta politica.
“Una legge disumana e di propaganda” che se la prende anche con i ricongiungimenti familiari: sarà necessario soggiornare in Italia due anni per poterli richiedere; precedentemente era sufficiente un anno. Il provvedimento è anche invasivo della privacy delle persone migranti, poiché autorizza i questori a disporre l’accesso immediato a smartphones e altri dispositivi elettronici in caso di impossibilità ad accertare l’identità delle persone.
Nel testo viene anche aggiornata la lista dei paesi ritenuti sicuri dall’Italia: in tutto sono diciannove, tra cui figurano il Marocco, l’Egitto, il Bangladesh, paesi che invece per l’Unione Europea sicuri non sono. Altro punto rilevante e molto dibattuto del decreto riguarda la convalida del trattenimento dei richiedenti asilo, che passa dalle sezioni specializzate dei tribunali alle Corti d’appello. Secondo il Consiglio Superiore della Magistratura si tratta di un cambiamento particolarmente impattante che rischia di “pregiudicare il raggiungimento degli obiettivi fissati per il settore giustizia del PNRR” e che senz’altro aumenterà notevolmente la mole di lavoro degli uffici giudiziari, allungando inevitabilmente i tempi dei procedimenti civili.
Tante le misure ma assente qualunque provvedimento utile a regolare davvero i flussi migratori: per questo la presidente di Mediterranea ha parlato di “un decreto flussi che non si occupa di flussi migratori, non li tutela e non si occupa di percorsi legali e sicuri di migrazione”.
Ai microfoni di Radio Onda d’Urto il commento di Laura Marmorale, presidente di Mediterranea Saving Humans. Ascolta o scarica
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