Aiuti militari Ue all’Egitto: incrementare la sicurezza o l’oppressione?
Il contributo è destinato a coprire “forniture e servizi anche di addestramento”, su richiesta delle stesse FAE, pur specificando che i materiali acquistabili per mezzo del finanziamento saranno solo quelli classificati come “non letali”, tra cui veicoli corazzati leggeri e droni (UAV) di classe I, radar mobili di terra per attività di pattugliamento, e dispositivi per l’aumento della visibilità notturna (Art.1(3)) nell’arco dei prossimi 36 mesi.
La Decisione CFSP 2024/2843 fa esplicitamente riferimento a operazioni di sicurezza vicino al confine libico-egiziano, un territorio situato sulla rotta migratoria che attraverso l’Egitto arriva in Libia. Lo stesso territorio è stato teatro di orrendi massacri di civili nel corso dell’Operazione SIRLI, quando le forze armate egiziane si sono servite di intelligence francese per identificare “contrabbandieri”- molti/e dei quali sono risultati essere civili coinvolti nell’economia informale- nel deserto occidentale e ucciderle per mezzo di bombardamenti, un crimine sanzionato dal diritto umanitario per il quale nessuno ad oggi è stato portato davanti alla giustizia. Niente garantisce che il pacchetto da 20 milioni di euro appena annunciato non verrà utilizzato per nuove “operazioni SIRLI”.
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